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Esame di Stato. Via le buste. Tornano storia ed educazione civica

by Piera De Prosperis
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Sembra strano dirlo ma pare che per l’esame di Stato 2019/20 il Ministro Fioramonti abbia apportato alcune significative migliorie. Per la precisione ha eliminato alcuni obbrobri, frutto di una interpretazione discutibile della verifica finale del ciclo di studi della secondaria di secondo grado.

Innanzitutto non vi sarà più il sistema delle tre buste per la scelta del contenuto da trattare per la prova orale. Il Ministro aveva dichiarato di non avere voglia di cambiare l’esame di maturità per l’ennesima volta perché troppi suoi predecessori, per lasciare un segno e non essendo in grado di cambiare niente altro, cominciavano dal momento finale del ciclo. Invece, ha eliminato, per fortuna, quell’espediente ritenuto da tutti gli operatori della scuola un rischio. Una incomprensibile fatica inutile, una baggianata, uno stress.

Come si svilupperà dunque il colloquio? Si articolerà in quattro fasi. Avvio dal materiale proposto dalla commissione (una poesia, un principio di fisica, un quadro ecc.) per sviluppare una trattazione di carattere pluridisciplinare. Esposizione, attraverso relazione o elaborato multimediale, dell’esperienza svolta con i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (ex alternanza scuola lavoro). Accertamento delle conoscenze maturate nell’ambito delle attività relative a “Cittadinanza e Costituzione”. Discussione delle prove scritte.

In effetti, il Ministro ha messo mano all’esame solo per togliere quello che sembrava un elemento di disturbo, una lotteria. Fermo restando che la Commissione preparerà dei materiali da proporre ai candidati. Via le buste, via (come era già avvenuto) la vecchia tesina, finalmente il colloquio perde le connotazioni folkloristiche. Non una rivoluzione, dunque, ma una limatura su alcuni punti.

Resta la doppia prova per il secondo scritto (per esempio latino/greco al classico, matematica/fisica allo scientifico) ma su questo aspetto già da tempo si lavora nelle programmazioni didattiche e la prova non è che il punto di arrivo di percorsi trasversali costruiti nel tempo.

Altra importante novità, che pone fine ad una controversa questione che l’anno scorso fece discutere dentro e fuori l’ambito scolastico, è la reintroduzione del tema di storia fra le prove della verifica d’italiano.

Le tracce saranno: analisi del testo (A); tema argomentativo (B); riflessione critica di carattere espositivo-argomentativo su tematiche di attualità (C). Con l’aggiunta, nella tipologia B, del tema di storia. Ricordiamo che l’ex ministro Bussetti l’aveva tagliato con la motivazione che una minima percentuale di ragazzi la sceglieva. Aveva, quindi, dato alla Commissione tecnica del Ministero che prepara le prove, il compito di dare semplicemente spazio all’ambito storico. La storia, dunque, presente solo come cornice. Il nuovo Ministro ha invece accolto l’appello proveniente da più parti. Anche da svariati intellettuali che lanciarono un appello in difesa dello studio della Storia, raccogliendo migliaia di firme di adesione.

Un’altra novità che esula dall’esame, ma che ancora una volta pone fine ad un’ingiustizia didattica del passato, è la reintroduzione dell’Educazione civica, intesa come Educazione all’ambiente. La richiesta di attenzione all’ambiente passa attraverso un modo diverso di riflettere sui nostri diritti e doveri. L’intento ambizioso sarebbe quello di attualizzare l’Educazione civica rifacendosi all’agenda 2030 delle Nazioni Unite sul clima. “Il mio scopo è rendere il sistema educativo italiano il primo che mette l’ambiente e la società al centro di tutto ciò che impariamo a scuola. Voglio che l’Italia diventi leader contro i cambiamenti climatici, il primo Paese a rendere lo sviluppo sostenibile la pietra miliare del nostro nuovo sistema di educazione e ricerca”.

Belle parole. Speriamo che duri e che non si cambi tutto di nuovo. La scuola ha bisogno di certezze.