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Uno nessuno e centomila. San Siro e il Meazza

by Luca Rampazzo
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“Non è che noi vogliamo bloccare qualcosa. Vogliamo che ogni iniziativa sia allineata con le esigenze della città e dei cittadini e di quel quartiere strano che è San Siro. In 400 metri hai la villa del super ricco e la casa popolare. E’ veramente unico, non conosco altro quartiere dove ci sono realtà così diverse così vicine. Se voglio essere coerente con quello che dico, devo pensare alla parte più in difficoltà”. Così parlò il Sindaco Sala, solo ieri. Ma ieri era ieri. L’altro ieri era un giorno diverso. Vale per il calendario, vale per le posizioni del Sindaco sullo Stadio. Vediamone alcune.

30 Ottobre. “Bisogna capire la fattibilità e se sia fattibile da un punto di vista finanziario. Ma sarebbe la cosa migliore, visto anche che il calcio non è solo la Serie A ma anche calcio femminile e le giovanili e un’arena ridotta potrebbe essere utile” (non abbattete il Meazza, ci serve. Visto che ci siete, se ce lo mantenete pure, vi diciamo da subito che non ce ne avremo a male). “La giunta delibererà perché serve un passo formale rispetto alla necessità di aprire un dialogo operativo con le società. Abbiamo espresso con chiarezza quali sono le nostre istanze. Molto positiva la decisione del Consiglio, ma rimane il fatto che ci sono alcuni aspetti, alcuni paletti importanti: la riduzione delle volumetrie e provare a verificare quanto si possa rigenerare San Siro. Non è detto si possa ma me lo auguro. Chiedo alle società uno sforzo serio per cercare di trovare nuova vita per San Siro”.

2 Novembre. “L’ordine del giorno del Consiglio comunale è stato anche abbastanza preciso: da un lato apre, dall’altro mette dei limiti. A questo punto bisogna mettersi a discutere. Prevedo una delibera solo per avviare i lavori”. (Armiamoci, partite e poi chi sopravvive vedrà).

9 Novembre. L’ipotesi numero uno è San Siro e quindi su quello si lavorerà, hanno bisogno da noi di chiarimenti tecnici, cosa che faremo dalla settimana prossima quando si attiverà un gruppo di lavoro. Le squadre hanno dichiarato che vogliono arrivare a una soluzione entro dicembre, mi pare che questa volta ci sia una volontà decisa di procedere tempestivamente”. (E quindi sarà compito del Comune rendere il processo il più lungo, arzigogolato e complesso possibile. Così, solo per far vedere che non siamo qua a fare le comparse).

Di contro, le posizioni delle società appaiono piuttosto chiare. Alessandro Antonello, AD dell’Inter: “Ci sono alcuni aspetti che a tutt’oggi, nonostante le risposte date dall’amministrazione comunale, non sono ancora chiari. Dalla delibera e dalle risposte ricevute dal Comune non abbiamo avuto chiarezza. Non abbiamo mai chiuso le porte al dialogo, durante tutti questi mesi i club si sono sempre dimostrati disponibili e hanno lavorato ai tavoli tecnici. Ci sono due investitori privati che vogliono investire 1,2 miliardi di euro per la città, ma soprattutto per i tifosi.” Paolo Scaroni, Presidente del Milan: “Un mese, due mesi sono tempi ragionevoli ma ci attendiamo un iter certo e chiaro perché abbiamo bisogno di prendere delle decisioni”.

In buona sostanza lo scontro è sulla redditività dell’operazione. Si deciderà di essere realisti, consentendo ai costruttori di rientrare degli investimenti, di essere più realisti del re, consentendo una speculazione, o vincerà il pauperismo e si finirà per uccidere il progetto? Se ci si siede a trattare senza sapere dove si vuole arrivare ci sono solo due opzioni: non andare da nessuna parte o farsi portare a spasso dalla controparte. E questo, per la città, rischia di essere un problema.

Al momento nulla è chiaro. Prima di tutto le idee del Sindaco, come lui stesso ammette. Il tempo fugge, però. L’operazione ha senso se iniziata in tempi brevi, perché poggia il conto economico sul valore di terreni di periferia. Oggi, in effetti, assai elevato. Ma domani? Bisogna muoversi subito, se si vogliono evitare enormi incognite.

Bisogna, soprattutto, capire se Sala abbia un terreno abbastanza solido sotto i piedi per muoversi. La sua maggioranza è variegata e le forze in campo meno chiare di un tempo. Con Majorino in Europa, la situazione si complica. L’ex Consigliere del PD, infatti, era il grande tessitore delle armonie a sinistra. Senza di lui reggerà l’accordo tra moderati e radicali?

Soprattutto, di fronte ai timori dei cittadini del quartiere, sarà importante la qualità e la tempestività della reazione. Basterà la costante interlocuzione? La lettura dei gruppi Facebook come “Sei di San Siro se…” pare non consentire grandi ottimismi. Ma vedremo. Come ebbe a dire il Presidente Lincoln, il tempo è un grande addensante. Sempre che a Sala venga concesso dai due Club. Cosa tutto meno che sicura, ad oggi.