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Fase 2. Politica, libertà e salute

by Flavio Cioffi
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Conte centralità dialogante

Il lockdown al quale siamo stati sottoposti rappresenta, parlando senza fronzoli, una limitazione della libertà personale di tutti i cittadini, veri e propri arresti domiciliari di massa. Lo abbiamo sempre saputo e lo abbiamo accettato, se non di buon grado, almeno come un male necessario. Tra libertà e sopravvivenza abbiamo scelto la seconda. Stay home and stay safe, come si dice.

Il presupposto però, sostanziale oltre che formale, per violare un diritto inviolabile è che venga fatto per garantirne un altro altrettanto inviolabile e giudicato prevalente. In questo caso, la salute pubblica. Il che deriva da una valutazione tecnica di merito da parte dei medici.

Ma non basta. Il lockdown, infatti, viola anche altri diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione. Il diritto al lavoro, il diritto alla libera iniziativa economica privata, il diritto al voto, i diritti politici, il diritto allo studio, il diritto alla difesa in giudizio, i diritti di professione religiosa. Sono quindi necessarie tutta una serie di valutazioni preventive da parte di un ampio spettro di tecnici. Ed è indispensabile che la Politica riesca ad operare una sintesi complessiva.

Sin da subito, da quando cioè scoppia l’emergenza. Ma a maggior ragione quando i tempi della quarantena si allungano e le restrizioni diventano intollerabili sia sotto il profilo economico che sociale. Questo significa che la Fase 2 va programmata sulla scorta di un’analisi complessiva ancora più approfondita e che la sintesi politica deve essere il più possibile cauta e condivisa.

Sgombriamo subito il campo da un equivoco: quello del primato della competenza, per cui sarebbero gli scienziati a dover dettare le regole. Ora, a parte il fatto che non basta una laurea in medicina per essere uno scienziato, così come non basta una laurea in filosofia per essere un filosofo, nel caso del Coronavirus i sedicenti scienziati si sono contraddetti più volte e non sono esenti da gravi colpe. Per tutte, le tragedie nei ricoveri per gli anziani.

E’ vero proprio il contrario: il primato deve essere della Politica. Perché è solo in quella sede che si possono raccogliere le istanze e i bisogni di tutte le parti sociali e farne, appunto, la sintesi. Non solo. Se la Politica sbaglia, può essere mandata a casa. Gli “scienziati”, no. E ancora. Costoro non sempre sono esenti da interessi e liberi da pressioni.

In questi giorni si parla di App, realizzate e gestite da privati, per controllare gli spostamenti delle persone. Aldilà, per un momento, dell’impatto da Grande Fratello, non è concretamente possibile offrire alcuna garanzia contro l’eventuale uso improprio dei dati. Vedete bene che non basta che un medico dica che è utile controllare tutti e che un ingegnere informatico inventi uno strumento per farlo. Ci vuole un politico che prenda una decisione tenendo conto di una pluralità di elementi e che poi ce ne dia conto alle prossime elezioni.

Non vuol dire che così facendo possiamo stare del tutto tranquilli, ma è il sistema forse migliore che l’umanità sia riuscita finora a inventarsi: la democrazia.