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Frana a Casamicciola

by Pietro Spirito
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Foto by Tgcom24

 

E’ accaduto ancora una volta, ma accade spesso a Casamicciola nel corso degli ultimi anni. Un violento nubifragio si è abbattuto nelle prime ore dell’alba del 26 novembre 2022 nella zona di Casamicciola: dalla parte alta della montagna si è staccata una frana. Le immagini testimoniano la intensità dell’evento franoso, che si collega a fatti recenti avvenuti sempre a Casamicciola. Il 30 aprile del 2006 una frana di fango e detriti colpì il monte Vezzi. Un’intera abitazione venne spazzata via e a perdere la vita furono quattro persone. Nel 2009 un altro evento franoso provocò allora una morte. Nonostante la ripetitività a ritmi ravvicinati, nulla di rilevante è stato fatto per attrezzare il territorio in modo che possa reggere con conseguenze meno catastrofiche agli eventi che si determinano.

Mentre scriviamo, il conto delle vittime della tragedia accaduta ora resta ancora molto incerto: mentre i dispersi sono ancora dieci, si registra una vittima e due feriti gravi. I soccorsi si susseguono affannosi, con tanta gente mobilitata per cercare di portare sollievo alle persone colpite, oltre che per continuare a ricercare le persone disperse.

Ma il territorio di Casamicciola è martoriato non solo dagli eventi franosi. Alle 21.30 circa del 28 luglio 1883 un violento terremoto colpì la località di Casamicciola, oggi Casamicciola Terme, nell’isola d’Ischia e i comuni limitrofi, soprattutto Lacco Ameno e Forio. La scossa tellurica, di tipo sussultorio e ondulatorio, durò 13 secondi e fu valutata, nell’epicentro, del decimo grado della scala Mercalli; la magnitudo, espressa secondo la scala Richter, è stata successivamente calcolata pari a 5,8. Tra le vittime del terremoto vi furono anche i genitori e la sorella del filosofo Benedetto Croce, il quale – allora diciassettenne – fu estratto vivo dalle macerie ma ferito gravemente. Le vittime furono complessivamente 2.313, di cui la maggior parte a Casamicciola (1.784), Lacco Ameno (146) e Forio (345). A Casamicciola, che all’epoca contava 4.300 abitanti, la maggior parte delle abitazioni crollò (79,9%), le rimanenti furono danneggiate (19,9%), una sola restò illesa. Da allora, quando avviene una catastrofe, nel linguaggio della collettività campana si dice ancora: “E’ stata una Casamicciola”.

Poco più di cinque anni fa si era verificato un altro terremoto. La scossa fu avvertita la sera di lunedì 21 agosto 2017. La magnitudo determinata fu di 4,0 e l’epicentro venne localizzato a circa 1 km a sud ovest da Casamicciola. La durata avvertita fu inferiore ai cinque secondi. Il terremoto venne registrato da Forio fino ai paesi flegrei. Questo sisma si caratterizzò per la bassa profondità: in conseguenza di ciò, nonostante la sua relativamente bassa magnitudine, nell’area di Casamicciola Terme si manifestò con una intensità rilevante. Essendo l’area colpita inferiore ai 2 km² l’intensità del sisma equivalse a quella di un terremoto di magnitudo 6, su un’area di 2000 km².

Insomma, Casamicciola è caratterizzata storicamente da due evidenti punti di debolezza: è collocata in una area a forte rischio sismico, mentre presenta contemporaneamente anche un elevato livello di rischio di frane. Quello che è stupefacente è che nulla di strutturale sia stato realizzato per intervenire almeno sul rischio franoso, oltre che sulle caratteristiche costruttive degli edifici, che dovrebbero essere adeguati alle caratteristiche di resistenza sismica.

Mentre nessuna opera è stata realizzata per migliorare la qualità e le infrastrutture del territorio, quello che ha continuato ad avanzare è stato l’abusivismo edilizio. lschia registra una popolazione di circa 60mila abitanti e più di 27 mila pratiche di sanatoria per abusi edilizi presentate in occasione degli ultimi tre condoni nazionali. Quasi un ischitano su due, quindi, costruisce illegalmente. Fuori dalla sanatoria rimangono 600 edifici che da otto anni sono in lista d’attesa per essere abbattuti. Le ruspe, però, vanno avanti al rallentatore. Sull’isola gli edifici sono in alcuni casi realizzati con materiali non adatti a prevenire danni sismici, malgrado la zona sia classificata ad alto rischio. D’altronde, Ischia è la prima della classe nella regione regina dell’abusivismo. Il primato campano riguarda anche il numero delle persone denunciate. In dieci anni, tra il 2001 e il 2011, appena il 4% degli edifici abusivi costruiti nella provincia di Napoli è stato demolito. Di questo passo, saranno necessari circa due secoli e mezzo per ristabilire la legalità nella regione.

Mentre si continuano ad operare i soccorsi per l’ultima terribile frana, sarà necessario capire se stavolta il territorio continuerà a difendere la cultura dell’abusivismo oppure se finalmente ci si comincerà ad occupare di mettere in sicurezza una isola bellissima, eppure così fragile.