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Gomorra!

by Giulio Espero
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Esordio col botto per la quinta ed ultima stagione di Gomorra. I primi due episodi andati in onda venerdì sera hanno conquistato 841mila spettatori medi, facendo di questa ultima stagione il miglior debutto degli ultimi anni per una serie su Sky.

Ciro Di Marzio è ancora vivo nonostante tutto (non lo chiamano Immortale per niente), si nasconde in Lettonia. Tocca ancora una volta a Gennaro Savastano stanarlo ed inseguirlo per la resa dei conti finale.

L’inizio della fine, dunque, per una delle serie italiane (pochine per la verità) che hanno un successo realmente mondiale: il prodotto Sky/Cattleya è venduto in oltre 190 paesi. Le facce di Marco D’Amore e Salvatore Esposito le conoscono anche in Giappone.

Dopo uno stringente riassunto delle quattro serie precedenti fatto veramente bene, l’inizio del primo episodio ha come colonna sonora la splendida “Aria” di Raiz e Lucariello. A proposito, ma quand’è che l’industria musicale comincerà di nuovo a sostenere la scena napoletana, l’unica in Italia che riscopre un profilo veramente internazionale? Aria dicevamo, come quella che manca a Genny Savastano rinchiuso per “scontare la sua latitanza” in un sottoscala asfittico e angusto. Divorato dagli incubi, intontito dall’apnea psicologica in cui si è rinchiuso, inseguito dai morti cha ha ammazzato, Genny decide di uscire di nuovo allo scoperto e finire l’opera che aveva iniziato uccidendo i Levante (moglie e marito) ed eliminato Michelangelo, il figlio intellettuale che aveva avuto una tragica storia d’amore con Patrizia (uccisa anche lei).

Ora tocca agli ultimi tre figli Levante: l’agguato è al cimitero romano del Verano, dove il magistrato Ruggeri ha ordinato che si svolgessero i funerali. Il tutto viene affidato al nuovo luogotenente di cui scopriamo le fattezze: ‘O Maestrale.

Nomen omen dicevano i Latini. Come un vento glaciale appunto, ‘O Maestrale uccide a mani nude il malcapitato che aveva sbagliato soffiata sull’agguato da tendere ai rampolli Levante: anche lo sbaglio è un tradimento imperdonabile.

Di notevole impatto la scena della fuga nei sotterranei del cimitero romano. Un’altra delle chicche stilistiche che impreziosiscono la serie.

Dopo essere sfuggito all’ennesimo agguato ordito per mano de ‘O Diplomato da don Aniello (Nello Mascia), Genny Savastano apprende che Ciro è ancora vivo e si nasconde in Lettonia, dove gestisce un traffico di droga. Noi spettatori appassionati lo sapevamo già dal film spin off “L’Immortale” diretto ed interpretato dallo stesso Marco D’Amore.

E’ da questa circostanza che prende il via realmente il plot della serie. Dal loro ennesimo ritrovarsi, dall’ennesimo faccia a faccia: sguardo nello sguardo, silenzi che dicono molto di più di tante parole, frasi brevi e lapidarie.

Le inquadrature che li ritraggono di profilo, cristallizzati in uno scontro/confronto eterno e perenne, appartengono di diritto alla storia dei mitici duelli cinematografici. Quelli alla Sergio Leone, dove il conflitto tra i duellanti è rima del tutto interiore.

Fratelli coltelli, nemici del cuore, Ciro e Gennaro sono il motore del plot narrativo. Marco D’Amore, qui nelle vesti anche di regista e coautore, e Salvatore Esposito in una recentissima intervista hanno dichiarato che “…fuori da Gomorra, Ciro e Genny sarebbero stati amanti…” Una tesi che ci convince. L’omosessualità latente e quindi non praticata, ma nemmeno mai negata in quanto estranea e non conosciuta dalla cultura criminale, è probabilmente il vero motivo di un rapporto sentimentale soprattutto, che non trova mai pace né composizione, eternamente alimentato dalla propria incapacità di esprimersi chiaramente.

Senza tema di smentita, possiamo affermare che tutta la quinta serie sarà il preparativo allo scontro finale tra i Dioscuri di Scampia.

Ma non ci sarà redenzione per i protagonisti, non assisteremo alla solita, scontata lotta del bene contro il male. Saremo spettatori ipnotizzati del male che si contorce tra i suoi stessi spessi spasmi, avvolto nelle proprie malefiche spire. Nessuna salvezza per Ciro e Genny!