fbpx
Home blue economy I porti meridionali al bivio

I porti meridionali al bivio

by Pietro Spirito
0 comment

di Pietro Spirito, Presidente AdSP del Mar Tirreno Centrale

 

Si è svolto a Bari il 3 dicembre il convegno di Assoporti sul futuro della portualità meridionale. In una sala della stazione marittima molto affollata e molto attenta, sono stati affrontati i principali temi delle sfide che attendono gli scali marittimi del Sud.

Nel contesto di una crisi economica che morde ancora le regioni del Mezzogiorno, sia pure con timidi segnali di ripresa, i porti possono costituire un asse primario per la ripartenza del Sud, dopo un decennio di crisi che lascia ancora cicatrici profonde sul tessuto produttivo.

I porti meridionali rappresentano, in volume, oltre la metà del traffico marittimo nazionale, con più di 250 milioni di tonnellate/anno rispetto al mezzo miliardo dell’intero Paese. Si tratta di uno dei rari casi in cui il Mezzogiorno risulta essere sovrarappresentato rispetto alla sua dimensione territoriale.

Nel mio intervento di apertura del convegno ho sottolineato l’assenza di una visione nazionale ed europea sulla portualità, che dovrebbe guardare con maggiore attenzione verso il Mediterraneo rispetto alle sirene incantatrici della Via della Seta.

In questi ultimi decenni l’Europa ha vissuto il Nord Africa più come un rischio, legato al difficile tema delle migrazioni, che come un’opportunità. A differenza di quanto hanno fatto i cinesi che, strategicamente, hanno conquistato posizioni dominanti sia nella costruzione che nella gestione delle reti e dei servizi di trasporto.

A tali questioni ho dedicato un libro che è in uscita in queste settimane: “Il futuro del sistema portuale meridionale tra Mediterraneo e Via della Seta”, Rubbettino Editore.

Ugo Patroni Griffi, Presidente dell’AdSP dell’Adriatico meridionale, ha sottolineato la rilevanza strategica per i porti meridionali delle zone economiche speciali, che devono essere considerate un terreno di sperimentazione per ridurre i lacci soffocanti della burocrazia.

A Sergio Prete, Presidente dell’AdSP del Mar Ionio, è toccato il compito di affrontare il rapporto tra sistema portuale e industria, per ricordare quanto sia stato difficile per il porto di Taranto operare negli anni della crisi dell’Ilva. Ora che la fabbrica sta ripartendo, anche il porto registra una ripresa di vitalità.

Massimo Deiana, Presidente dell’AdSP della Sardegna, ha messo in evidenza la crisi dei porti italiani di transhipment, stretti tra la morsa della concorrenza nordafricana e la sfida del gigantismo navale, che ha reso molto più tattico l’approccio al mercato da parte degli operatori.

A concludere il convegno è stato Zeno D’Agostino, Presidente di Assoporti, che ha evidenziato la ricchezza di proposte che emergono dal contributo delle istituzioni tecniche, mentre si registra una distrazione ed un’assenza di visione di lungo termine da parte della politica.