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Il sogno di Renzo Piano per Ercolano e Pompei

by Federico L.I. Federico
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Il primo incontro della Stagione 2023 dei Dialoghi Pompeiani si terrà nella mattinata del prossimo sabato 25 di Marzo presso il Salone Eventi del grande Hotel Habita 79, che occupa da un paio di anni il riammodernato fabbricato dello storico Grand Hotel Rosario, costruito in occasione del Giubileo del 1950. L’incontro – che vede parecchi esperti relatori, i quali saranno moderati da Antonio Irlando – è stato promosso da “Sensì” di Giuseppe Scagliarini e sarà aperto dal Sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio. Il tema dell’incontro è l’attività di ideazione e progettazione dedicata a Pompei e a Ercolano dall’architetto senatore a vita, tra i più grandi progettisti al mondo.

Circa trenta anni fa, negli anni Novanta del Novecento, fu Pompei l’oggetto delle attenzioni di Renzo Piano, già allora famoso nel mondo, per avere progettato il Centre Pompidou in Rue Beaubourg, strada del Marais, quartiere storico di Parigi. In verità, a voler essere pignoli, quel fabbricato, concepito in stile architettonico postmoderno, noto nel mondo tout court come Beaubourg, si trova proprio sulla linea di “frontiera” urbana tra il popolare quartiere delle Halles e il quartiere sobrio e sofisticato del Marais. Ma il Beaubourg rievoca sempre e comunque il Marais nell’immaginario collettivo del turismo mondiale, che da molti anni lo ha eletto tappa ineludibile nella “douce France”.

Come altrettante tappe ambite dal turismo internazionale sono peraltro Pompei ed Ercolano. E, sia Pompei che Ercolano, sono state nel mirino dell’architetto Piano. Pompei senza esiti, come è nello stile e nella storia della Città mariana, che ha gettato al vento occasioni di sviluppo colossali, con i relativi finanziamenti, a partire dalla Biblioteca di Pompeianistica e dalla Strada/parco Circumarcheologica, per finire al Museo degli Scavi pompeiani, mai realmente perseguito. Hanno vinto sempre i NO-tutto. Frange oltranziste e becere di una opinione pubblica provinciale e asfittica, di un’imprenditoria poco coraggiosa e di una classe dirigente poco qualificata e, tutto sommato, non all’altezza del nome della città di Pompei nel mondo. Scriviamo con cognizione di causa quel che scriviamo e lo facciamo oggi con espresso riferimento sia al Progetto EAV di riqualificazione urbana e ferroviaria – che avanza ancora tra difficoltà e ritardi – e sia al Progetto TRENITALIA dell’ex HUB ormai desaparecido, da farsi nell’antico nodo ferroviario, costituito dall’intersecarsi a varie altezze della Linea ferrata ex FFSS Napoli-Salerno e della tratta ferroviaria ex Circumvesuviana Napoli-Sorrento. Ma tant’è…

Tornando a Renzo Piano, possiamo consolarci fino a un certo punto, perché a Pompei il suo Progetto delle “Bolle” a destinazione museale e di accoglienza turistica, lungo il fronte meridionale degli Scavi di Pompei – elaborato negli anni Ottanta, tumultuosi e ricchi per il Bel Paese – non ebbe sostenitori all’altezza del compito e delle decisioni necessarie.

L’idea progetto quindi si arenò nella indifferenza di tanti. Ad Ercolano, sia pure trenta anni dopo, il grande architetto si è impegnato per un nuovo e più grande Museo Archeologico. Ma, salvo imprevisti, il nuovo museo non vedrà la luce. Se ne parlerà però nel corso del prossimo Dialogo Pompeiano all’Hotel Abita. Sarebbe – non vogliamo scrivere: sarebbe stato – un fatto di grande rilievo per il Comprensorio vesuviano

Se poi pensiamo al recentissimo incontro della Reggia di Quisisana a Castellammare, dove da Paolo Giulierini e Gabriel Zuchtriegel insieme è stato annunciato un accordo fattivo tra il MANN di Napoli e il PAP di Pompei (questa…la sigla dell’acronimo lanciata per il Parco Archeologico Pompeiano) abbiamo ulteriori motivi di speranza per un futuro comprensoriale migliore, ricco di strutture museali.

Infatti la Reggia di Quisisana, con un bel botto di milioni di euro dovrebbe presto, proporsi come il grande Museo Archeologico di Stabiae, già oggi intitolato al suo scopritore contemporaneo degli anni cinquanta/sessanta del Novecento, il prof. Libero D’Orsi, indimenticato dagli Stabiesi.

E anche Scafati chiede ormai il diritto di coltivare concretamente il proprio sogno di musealizzazione delle testimonianze Osco-sannitiche e protopompeiane della Valle del Sarno nel complesso monumentale del Polverificio Borbonico di scafati, ancora oggi in cogestione tra due Soprintendenze e, in parte, due Comuni.

Presto quindi potremmo avere una serie di Strutture museali piccole e grandi a far da corona agli Scavi di Pompei. Quali saranno o potranno essere le strutture museali del Comprensorio da Castellammare a Torre del Greco? Eccole: il Museo di Villa Regina di Boscoreale, il sito museale della Villa di Poppea a Torre Annunziata, il Museo Ercolanese, il Museo Stabiano a Castellammare, il Museo dei popoli della Valle del Sarno a Scafati.

Certamente un bel bouquet. Una grande offerta per stanzializzare nel Comprensorio il Turismo “mordi e fuggi”. Ma il Lettore converrà che manca il pezzo forte. E, cioè, il Museo Pompeiano. Un museo ubicato al di fuori dell’area demaniale, museale in sé e in toto.

Ci è noto però – per rumors insistenti che volentieri raccogliamo – il fatto che il Sindaco di Pompei Carmine Lo Sapio miri al colpo grosso: all’acquisizione – nei modi di legge, ma nelle modalità più opportune – del grande Palazzo del Sacro cuore. Stiamo parlando di quel vasto edificio, di proprietà della Prelatura Pontificia, che si affaccia su quella che fu la Piazza Anfiteatro di Pompei città. Una straordinaria struttura di gusto tardorazionalista italiano. a un passo dalla Città antica. Quell’edificio potrebbe accogliere il museo Pompeiano. E non solo, se si pensa che le maggiori Università del mondo archeologico, farebbero a gara per avere una presenza a Pompei.

Ma, trattandosi di Pompei città, è vietato sognare. Come troppe volte abbiamo constatato…

E i Dialoghi pompeiani potranno restare dialoghi tra sordi.