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Intervista a De Magistris. Napoli tra grandi opportunità e grandi rischi

by Flavio Cioffi
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Partiamo dalla cronaca. E’ vero che vuole candidarsi presidente della Regione Calabria?

Ho letto come lei questa mattina alcuni articoli. Diciamo che sono abituato da circa una ventina d’anni a leggere su di me tutto e il contrario di tutto. Quello che c’è di vero, in questo momento, è che faccio il Sindaco di Napoli.

Lei è ancora Sindaco anche perché una parte di Forza Italia, Caldoro e Martusciello, hanno voluto evitare il commissariamento del Comune. Cosa ne pensa?

Credo che sia stata fatta una certa confusione sull’andamento di un Consiglio comunale assai determinante, non tanto per Luigi De Magistris, ma per la città. Quello che appare certo dai numeri è che quasi tutti i partiti, li elenco per evitare di sbagliare, hanno votato per il commissariamento della città: PD, M5S, Italia Viva, Lega, Forza Italia, Fratelli d’Italia. Purtroppo, hanno perso. Quindi vuol dire che l’esperienza amministrativa di Napoli è talmente forte da sconfiggere tutti i partiti, di maggioranza e di opposizione, del Parlamento della Repubblica Italiana. Ha vinto il Consiglio comunale, ha vinto la città, ha vinto anche la nostra esperienza politico amministrativa nell’evitare che la terza città d’Italia venisse lasciata, in piena pandemia, senza una guida politica. Il Consiglio comunale ha vinto perché ci sono stati dei Consiglieri, oltre la nostra maggioranza politica, che hanno dimostrato senso di responsabilità, maturità, coscienza critica. Poi ovviamente non ho mancato di apprezzare chi, anche fuori del Consiglio comunale, non si è unito al coro del sistema che puntava alla spallata antidemocratica alla città di Napoli. Tra questi ci sono state anche le persone che ha citato lei. Sicuramente non corrisponde al vero ciò che alcuni giornali hanno riportato, e continuano a riportare in modo maldestro, cioè che De Magistris è stato salvato da Forza Italia. Basta andare a vedere i voti. FI, attraverso soprattutto le posizioni ufficiali del partito, ha votato per il commissariamento.

Un bilancio della sua, ormai molto lunga, sindacatura.

Togliamo questa esperienza pandemica, anche se pure nell’esperienza pandemica ritengo che noi abbiamo mantenuto saldo il timone della città. I bilanci preferisco farli alla fine, quindi questo lo considero ancora un bilancio provvisorio, seppur dopo un periodo lungo come ha ricordato lei. Credo che la cosa che più va sottolineata in questo momento è che abbiamo liberato Palazzo San Giacomo dalla malapolitica, cioè da quella politica piegata agli affari e che qualche volta andava a braccetto anche con alcuni ambienti criminali. Abbiamo portato Napoli in vetta alle classifiche per appeal, attrazione, visite turistiche e offerte culturali. E’ una città che a mio avviso è anche cresciuta per quanto riguarda infrastrutture e servizi. Chiaramente c’è ancora da fare, ma noi contiamo che nei prossimi mesi prima della fine del nostro mandato si possano raggiungere ulteriori obiettivi.

Veniamo al suo successore. Chiunque sarà, quali sono secondo lei le priorità che dovrà affrontare?

Dipende se sarà in continuità, anche se ogni esperienza è diversa da quella precedente, con la nostra Amministrazione. Io sono molto preoccupato che possano vincere componenti politiche che hanno a cuore non la città, ma mettere le mani sulla città. Mi auguro che se invece la città verrà governata da persone con le mani pulite, si possano continuare quelle opere pubbliche che noi abbiamo avviato. Che si possa, in fase post pandemica, ridurre le disuguaglianze che si sono accentuate in questi mesi nella nostra città e che si possa consolidare quel ruolo di Napoli capitale del Mediterraneo e quindi di luogo in cui vivere e da cui non scappare. La prossima Amministrazione sarà importante. Perché, vede, credo che l’Italia non abbia mai avuto un fiume di denaro pubblico di questa portata in arrivo. E quindi questa è una grande opportunità, ma è anche un grande rischio. E se diventa più opportunità o più rischio, dipende soprattutto dalla onestà e dalla competenza delle persone che governeranno. Mi auguro che ci siano persone oneste e competenti a gestire la fase del Recovery Fund dopo l’approvazione dei progetti, che faremo sicuramente noi con la nostra Amministrazione, e quindi anche dopo l’esperienza De Magistris.

Se il PD e i 5S dovessero effettivamente allearsi, sarà della partita anche DeMa?

Noi abbiamo sempre dimostrato, a differenza loro che lo fanno più a parole che con i fatti, di essere pronti al dialogo. Anche a livello nazionale. A livello locale con maggiori difficoltà, perché si registra non di rado anche un astio personale come si è visto in quest’ultima battaglia politica sul bilancio. Soprattutto da parte di alcuni esponenti del PD e del M5S. A livello nazionale il dialogo è diverso, è meno intossicato dai rancori di chi ha perso e non ha accettato la sconfitta. Più aperto, più rispettoso. Più utile, secondo me. Noi abbiamo fatto la proposta di Alessandra Clemente non per alzare barricate e dire noi andiamo da soli. L’abbiamo fatta anche per andare fuori da quel dibattitto liturgico e un po’ stantio che va avanti per settimane e settimane in maniera inconcludente. Noi abbiamo scoperto le carte con l’idea anche di poter giocare insieme ad altri. Però ci vogliono delle caratteristiche per mettersi insieme e in questo momento non ci sono. Diciamoci la verità, in questo momento noi continuiamo ad essere una proposta alternativa rispetto soprattutto a questo connubio tra PD e M5S a livello locale, che per tanto tempo si sono fatti apparentemente la guerra e adesso vanno molto d’amore e d’accordo. Quindi per ora ci sono le condizioni per dialogare ma non ci sono le condizioni per creare un’alleanza. Però, mai dire mai. Lavoriamo perché il campo possa essere largo, che non significa necessariamente sommare più partiti. Alla fine, le elezioni soprattutto comunali si vincono tra la gente e con la gente. Che non è populismo, ma anzi è rispetto degli elettori che non di rado i partiti tradiscono. Quindi noi ci connetteremo nelle prossime settimane soprattutto con i napoletani.

Cosa pensa dell’eventuale candidatura di Maresca che fa il magistrato a Napoli?

Non faccio una valutazione personale, perché non mi spetta, non la voglio fare, non mi appartiene. Anche perché conosco Catello dai tempi della magistratura. Però la mia valutazione è molto negativa sul fatto che un magistrato per giunta di Procura, che quindi ha un faro aperto su tutta la città, si presenti e stia già facendo, per quello che so io, campagna elettorale nella sede in cui esercita le sue funzioni. Questo onestamente è qualcosa che io trovo grave soprattutto per la figura costituzionale del Magistrato, che deve essere e apparire indipendente. Non si può schierare nel luogo in cui attualmente esercita. Per ragioni di rispetto verso la Magistratura queste cose non dovrebbero accadere.

L’incognita Bassolino.

Apprezzo di Bassolino la voglia nostalgica di ritornare a fare il Sindaco. Però devo dire anche l’incapacità di cogliere che il suo ciclo è chiuso per sempre ed è consegnato alla storia. C’è chi ne pensa bene, chi ne pensa male. Lui ha di fatto governato, fra Comune e Regione, per vent’anni. La valutazione a mio avviso è estremamente negativa. Noi ancora oggi abbiamo gli strascichi delle gestioni dei rifiuti e delle finanze di quel periodo. Io consegnerei Bassolino alla storia di questa città, ritenere che si possa presentare un’altra volta è legittimo ma penso non abbia alcuna possibilità di vittoria. Per noi va bene, per il nostro progetto va bene, perché dimostra che nel campo del PD questo è il nuovo che avanza.

In conclusione, in quest’era Covid, un appello e un augurio ai Napoletani.

Resistere per prepararsi al meglio ad una grandissima ripartenza.