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La Joined culture a Cava de’ Tirreni

by Piera De Prosperis
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La romana Gens Mitilia che villeggiava nell’area dell’odierna Cava dei Tirreni sicuramente conosceva l’importanza del binomio otium/negotium. Fondamentale il primo, spazio di tempo dedicato alle attività dello spirito, in particolare alla meditazione filosofica per poter avere gli strumenti idonei ad affrontare la vita politica, unica degna di essere vissuta dal civis.

E’ in quest’ottica che mi piace leggere l’iniziativa della costituzione di un’associazione Joined culture che si propone di essere un ponte culturale tra le diverse generazioni con il fine di oltrepassare i confini locali, diventare un incubatore di progetti rivolti ai giovani, insomma con il fine di ricominciare a parlare, dopo un periodo così buio per la storia dell’umanità, di cultura. Cultura declinata come arte, musica, teatro, pace, politica, storia, ambiente e temi sociali. L’associazione raccoglie in sé diversi luoghi del comprensorio salernitano dai comuni della costiera amalfitana a quelli dell’agro nocerino-sarnese a testimonianza della vitalità di questo territorio, ricco di storia e di potenzialità. Anche il nome che l’associazione ha adottato rende perfettamente in essere le linee programmatiche: Joined culture, Cultura unita, lavoro congiunto. Uniti per capire e condividere le conoscenze, gli adulti come mentori e non solo. In alcuni casi i ruoli sono destinati a capovolgersi perché la cultura non è mai appannaggio di una parte o di una fascia di età.

Nata il 18 settembre l’associazione si è presentata al Comune di Cava dei Tirreni il 30 novembre e già il prossimo 7 dicembre mette in campo la sua prima iniziativa, la presentazione, alle ore 10.00, presso l’ITS De Filippis-Gadda di Cava dei Tirreni del libro di Michele Mazza Net-war Ucraina: come il giornalismo sta cambiando la guerra. Tema di grande attualità politica sul quale è necessario che tutti facciano le proprie riflessioni ma in particolare i giovani, che sono i destinatari privilegiati della rete. Dice l’autore: Il conflitto che sta infiammando l’Ucraina è il primo caso di guerra ibrida, in cui il combattimento sul terreno si svolge nel contesto di una strategia di comunicazione che travalica la semplice propaganda, diventando una forma immateriale di organizzazione diretta del conflitto armato, vera e propria logistica militare. L’autore ha nel campo dell’informazione una pluridecennale esperienza essendo stato per quarant’anni giornalista in Rai, dove ha ideato e sviluppato il progetto RaiNews24.

Mi sembra che non ci sia modo migliore per avviare i lavori di questo gruppo agguerrito di intellettuali, affrontando un tema sul quale si è molto parlato ma su cui non si è veramente riflettuto.

Il 7 dicembre, a seguire, nel pomeriggio un think tank, un serbatoio di pensiero, sui temi del libro, organizzato nella sala di rappresentanza del Comune di Cava e coordinato da Procolo Mirabella, da cui attingere perché sia frutto di considerazioni. L’otium che deve far germogliare un negotium consapevole. Questa la mission dell’associazione, del resto ben chiara a chi ha ascoltato la presidente di Joined culture, la dott. Emilia Di Mauro che ha illustrato altre prossime iniziative. A fine mese Concerto di Natale, programma nutrito di convegnistica, appuntamenti con artisti di strada, appuntamenti per il cinema, un progetto sul teatro per ragazzi e bambini e laboratori per la pace.

Un progetto ambizioso, dunque, ma che si avvale delle forze migliori del territorio per crescere e misurarsi con il presente. Cercare la pagina Facebook per seguire le iniziative ma soprattutto partecipare perché l’otium sia proficuo.