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La Terra del Pane a Matera Capitale della Cultura

by Mariachiara Pezzullo
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Dal 26 luglio al 20 settembre prossimi, a Matera sarà aperta al pubblico la mostra Tutti i pani del mondo, parte integrante del Festival La Terra del pane, un progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019, tema: Radici e Percorsi.

Sarà ospitata negli ipogei tardo-cinquecenteschi della Fondazione Sassi, Ente morale per la tutela e la salvaguardia del patrimonio architettonico dei “Sassi” di Matera, che ha organizzato l’iniziativa in coproduzione con la Fondazione Matera-Basilicata 2019.

La mostra nasce per rendere omaggio al pane, uno dei più antichi e universali strumenti di creazione di momenti di condivisione. Giusto farlo a Matera, visto che il suo pane è una delle eccellenze del territorio lucano.

Da sempre, la sua produzione è un rituale importante, scandito da diverse fasi. La prima è il recupero del lievito madre e la formazione dell’impasto, che lievita in un recipiente di argilla. La mattina dopo si porta il pane alla cottura, direttamente dal fornaio. Prima però il taglio a croce sulla parte superiore della pagnotta che, oltre a favorire la lievitazione, rappresenta un simbolo di ringraziamento a Dio per aver fornito il pane quotidiano.

La mostra vede 45 artisti provenienti da Africa, Europa, Asia, e America esprimere quanto il pane sia alla base della società umana, rispecchiandosi nella infinità dei suoi tipi la molteplicità delle culture che vivono nel mondo. Tutto ciò, attraverso i più vari codici artistici: scultura, installazioni, performance, pittura astratta e figurativa, fotografia e video.

Molto bella l’intuizione di dare materialità al parallelismo tra pane e cultura, cibo del corpo e cibo dell’anima, attraverso una grande libertà di forme espressive.

L’esposizione è stata curata da Andrea B. Del Guercio, titolare della cattedra di Storia dell’Arte Contemporanea all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano.

L’idea intorno a cui ruota l’intero evento espositivo si definisce nel processo di raccolta del pane, di deposito del pane e di offerta del pane fino al consumo del pane stesso. Ogni opera-pane ha il suo spazio e la sua percezione, ma anche una visibilità collegata a quella successiva, al manufatto che le sta accanto, al disegno con cui interferisce. L’obiettivo è stato, sin dall’origine, quello di realizzare un grande ‘forno’, un ‘banco espositore’ esteso di una panetteria dell’arte in cui il fruitore possa incontrare forme e profumi – ho trovato in Cina una plastica al profumo di pane! – per poi tornare con il pensiero personale, con il ricordo più intimo alla propria storia, alle comuni radici della società umana.”