Domani si terrà il consiglio dei ministri a Cutro. Giorgia Meloni ha preso questa decisione per testimoniare la solidarietà contro una grande tragedia umanitaria. Proprio nell’attesa di questo evento, ai familiari delle vittime è stata comunicata la decisione di trasportare nella stessa giornata le salme nel cimitero di Bologna. Questa comunicazione è giunta quando i carri erano già partiti dalla città felsinea.
Con la chiosa, tragicamente gelida, comunicata dalla prefettura di Crotone, che il governo non intendeva nemmeno farsi carico dei costi del trasferimento delle salme nei Paesi di appartenenza. Era stato il Presidente della Repubblica, Sergio Matterella, nel corso della sua visita a Cutro, a promettere che lo Stato italiano sarebbe intervenuto per sollevare ì familiari dal costo del trasbordo delle salme nei Paesi di appartenenza. Sollecitati i chiarimenti necessari da parte degli avvocati dei familiari, è venuta la precisazione da parte del ministero degli interni che tali costi alla fine saranno a carico dello Stato.
Ma perché dover sgomberare Cutro dalle bare oggi stesso? Sarebbe stato un modo per rendere meno ingombrante la vista ai componenti del Governo che domani saranno a Cutro?
Questa vicenda, sin dall’inizio, testimonia un livello di disumanità davvero inconcepibile. Se si esclude la parentesi della visita del Capo dello Stato, che ha portato il cordoglio della nazione, tutto il resto è all’insegna della crudeltà verbale e della burocratica assenza di umanità. Sembra proprio che sia morta la pietà. Le immagini dei sopravvissuti sdraiati nelle strade di Cutro sono la seconda tortura alla quale lo Stato italiano ha sottoposto queste persone.
Non ci sono parole, c’è solo silenzio. Ora la trattativa in corso riguarda la sepoltura in cimiteri vicini. Tutto, pur di sgomberare il luogo della tragedia dalle sue immagini più tristi.