William Henry Beveridge, deputato liberale al Parlamento inglese, rettore della London School of Economics dal 1919 al 1937, e poi dell’University College di Oxford, redasse nel 1942 un ‘Rapporto sulla sicurezza sociale e i servizi connessi’ (‘Report of the Inter-Departmental Committee on Social Insurance and Allied Services’), che servirà per la riforma dello ‘stato sociale’ britannico, in vigore dal 1948 a opera del primo governo laburista dopo la Seconda guerra mondiale. Il ‘Rapporto Beveridge’ prevedeva “l’assicurazione sanitaria obbligatoria e gratuita per tutti (indipendentemente dal loro reddito) e di previdenza per il caso di disoccupazione, vedovanza, vecchiaia e morte che è detto appunto ‘from the cradle to the grave’ (dalla culla alla tomba)”.
«“Ciascuna di queste condizioni per una buona vita – pace duratura, lavoro per chi può lavorare, reddito quando uno non può più lavorare – è indispensabile. Libertà dalla guerra e dalla paura della guerra, libertà dall’ozio e dalla paura dell’ozio causato dalla disoccupazione forzata. Libertà dal bisogno e dalla paura del bisogno. Queste sono le tre libertà fondamentali. Questi sono gli obiettivi che dobbiamo perseguire con incessante determinazione”.
Londra 1942. I bombardieri della Luftwaffe mietevano vittime civili. La città era oscurata, le notti lacerate dalle sirene d’allarme e da quelle delle ambulanze. Poche miglia di mare separavano il Regno Unito dall’Europa occupata dalla Germania. Due anni prima, Churchill aveva lanciato il proprio orgoglioso ma doloroso appello, promettendo solo “lacrime e sangue”. Governo e cittadini, ciascuno a proprio modo, vivevano alla giornata. Non tutti, però. C’era chi allungava l’orizzonte al ‘che fare’ non appena fosse tornata la pace. John Maynard Keynes, con un gruppo di economisti, costruiva il programma postbellico di un nuovo ordine economico internazionale che sarebbe approdato alla conferenza di Bretton Woods, nell’estate del 1944. William Beveridge, nel rapporto dal quale sono tratte le righe di apertura, proponeva, appena tornata la pace, l’ardita costruzione dello Stato sociale. Era implicitamente l’impegno sul quale si reggeva la straordinaria coesione sociale della quale dette prova il Regno Unito: lacrime e sangue oggi in cambio di una società nuova, caratterizzata da maggiore sicurezza per tutti appena finita l’emergenza.
Il rapporto Beveridge del 1942 rappresenta il punto di arrivo di una lunga evoluzione della società inglese, ma anche un elemento rivoluzionario di rottura che ha segnato l’inizio di una nuova epoca.
Forse piú di altri popoli, quello inglese veniva da una lunga tradizione di battaglie per la libertà. In primis, le libertà civili – di parola, di religione, di possedere beni e firmare contratti e, soprattutto, di ottenere giustizia da magistrati indipendenti – acquisite con un processo parallelo allo sviluppo del capitalismo, dal Seicento in poi. Il riconoscimento a ogni singolo individuo delle libertà civili, consentendo a ciascuno di sviluppare i propri talenti, aveva rafforzato la dinamica economica del sistema, ma aveva anche conferito alla diversità nella distribuzione della ricchezza un fondamento giuridico e morale più solido di quello derivante dal diritto divino dei sovrani di concedere arbitrariamente proprietà e rendite. Una seconda tappa ha riguardato l’acquisizione dei diritti politici, in particolare quello di contribuire come elettori ed eletti alla guida della comunità. Fu un percorso lento, culminato nel 1918 con l’acquisizione del diritto di voto per tutti gli uomini di età superiore ai 21 anni e per le donne di oltre 30 anni, e nel 1928 col diritto di voto universale (e dunque indipendente dal genere). Lungo questa traiettoria si colloca il rapporto Beveridge, terza tappa fondamentale nella conquista dei diritti di cittadinanza: quelli sociali. Gli schemi assicurativi e assistenziali, il sistema sanitario nazionale, l’enfasi sull’istruzione gratuita contenuti nel rapporto avevano lo scopo di sostenere indistintamente tutti i cittadini nelle vicende negative che costellano la vita dalla culla alla tomba. Divennero una realtà operativa e funzionante il 5 luglio 1948. (…) Fu un giorno storico non solo per il Regno Unito, ma anche per lo sviluppo e l’affermazione del welfare state nel mondo intero.»
Gianni Toniolo e Giovanni Vecchi, Il rapporto Beveridge.