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Linea d’Ombra Festival a Salerno

by Maria Mastrullo
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Giunto alla XXV edizione, Linea d’Ombra Festival ha percorso il suo viaggio nel contemporaneo, riproponendo e indagando le opere della creatività del nostro tempo, attraverso il cinema e le arti audiovisive in un punto d’incontro e riflessione collettiva.

Il Festival salernitano, che si è tenuto dal 24 al 31 ottobre, ha scelto un tema fortemente simbolico e provocatorio: la “Crisi”. Scelta ben spiegata dai direttori artistici Giuseppe D’Antonio e Boris Sollazzo. “Crisi. Mesi di paura, riflessioni, ostacoli, dolore. Un paese in ginocchio, ma anche una nazione che si è riscoperta forte nella massima fragilità. La crisi è questo, il buco nero in cui temi di essere risucchiato e la forza con cui ti rialzi. Ecco perché in questo 2020 non abbiamo voluto ignorare ciò che abbiamo vissuto, ma abbiamo voluto sfidarlo facendone il centro di gravità di Linea d’Ombra”. Era importante dare a questo concetto la giusta forma, forse anche più d’una. Ci ha pensato, e lo spiega bene, Roberto Policastro, Art director del Napoli Comicon, che ha usato in questo caso un testimonial d’eccezione. “Un’icona fortemente rappresentativa, il David di Michelangelo, che incarna la cultura italiana, campeggia come significante. Un simbolo spaccato e rimesso insieme con la tecnica del Kintsugi, pratica giapponese che grazie all’uso dell’oro ripara oggetti in ceramica. Il tutto mescolato in un buzz visivo e guidato da un segno speculare della parola Crisi”.

Il nome del festival è tratto dal romanzo di Conrad, ma ancora oggi la linea d’ombra cui si fa riferimento è la condizione tipica della modernità in continuo transito da un mondo all’altro, da un’epoca all’altra, senza il tempo di nostalgie. Forse.

In questa fase in cui gli eventi e l’arte in particolare sono imbrigliati in quarantena, Linea d’Ombra Festival ha accorciato le distanze diventando un Festival internazionale ibrido. Il pubblico ha potuto scegliere se seguire le proiezioni live tra la Sala Pasolini (luogo che il festival ha voluto fortemente inaugurare nel 2016 e non ha più lasciato), la Fondazione Filiberto Menna – Centro Studi d’Arte Contemporanea, il Giardino della Minerva (dove si è tenuto un laboratorio sull’audiovisivo finalizzato alla realizzazione di un documentario sulla Scuola Medica Salernitana e un incontro scientifico sulle culture audiovisive digitali, in collaborazione con l’Università degli Studi di Salerno) oppure da casa attraverso una piattaforma streaming dedicata. Stessa formula anche per chi ha deciso di partecipare in veste di giurato. In questo modo ognuno ha vissuto il proprio festival.

Cinque sono state le sezioni in concorso: Passaggi d’Europa, LineaDoc, CortoEuropa, VedoAnimato, VedoVerticale. Oltre 100 le opere cinematografiche in concorso in otto giorni, scelte tra 7800 film iscritti, provenienti da 40 Paesi. Gli ospiti della XXV Edizione: Jasmine Trinca, Lillo Petrolio, Elio Germano, Alessandro Borghi, Francesco Bruni, Camilla Baresani, Diego De Silva, Mauro Mancini, Sara Serraiocco, Luka Zunic, Pivio De Scalzi e Roberto Angelini.

Sono saliti sul podio della 25esima Edizione di Linea d’Ombra: Germania, Slovacchia, Itala, Iran, Repubblica Ceca, Cina e Svezia, rimarcando ancor di più la sua vocazione internazionale. I Film vincitori. Per la sezione Passaggi D’Europa la giuria di esperti ha scelto “The Components of Love” di Miriam Bliese (Germania_2019_97’). Per la giuria open ha vinto “Grandpas” di Santiago Requejo (Spagna_2019_98′). La giuria di esperti ha attribuito il premio della sezione CortoEuropa a “Detours” di Christopher Yates (Belgio_2019_18′), mentre la menzione speciale è andata a “Greetings from Nigeria” di Peter Hoferica (Slovacchia_2020_17’01”). Per la giuria open il podio è andato al film “Pizza Boy” di Gianluca Zonta (Italia_2019_15′). Primo premio giuria di esperti per LineaDoc a “Her Name Was Europa” di Anja Dornieden e Juan David Gonzalez Monroy (Germania_2020_76’), vincitore. Menzione per ”Single Copy” di Hsu Che-Yu (Taiwan_2019_22’). La giuria open ha scelto ”Her Socialist Smile” di John Gianvito (Stati Uniti_2020_93’). Vincitore della sezione VedoAnimato per la giuria di esperti è “This Side Other Side” di Lida Fazli (Iran_2019_8’51”) e menzione speciale per “Mr. Eichmann And The Maverick Goat” di Qiao (Joe) Cheng (Gran Bretagna_2019_3’22”). Per la giuria open la scelta è ricaduta su “The Kite” di Martin Smatana (Republica Ceca_2019_13’03”). “Isle of Capri” di Mans Berthas (Svezia_2018_5′) vince la sezione VedoVerticale mentre “My Dear Anna” di Panos Anestis (Grecia_2020_2’56”) ottiene la menzione.

Il festival quest’anno, organizzato dall’Associazione SalernoInFestival con il contributo della Regione Campania e del Comune di Salerno, è stato un laboratorio di (ri)costruzione di un modello culturale il cui format è stato non solo recettore d’opere, ma anche elemento attivo di costruzione e di narrazione. Le crisi si superano rilanciando, unendosi e diventando comunità, rompendo schemi.

Il commento dei Direttori, Peppe D’Antonio e Boris Sollazzo, a margine della cerimonia finale. “Il Festival ricomincia da 25 ed è anche l’anno 1 di una nuova era. La prossima edizione avrà uno sguardo ancora attento ai nuovi linguaggi e la ‘Crisi’ può essere intesa anche come un accadere rivelatore, un’apertura, un varco verso qualcosa di cui ancora ignoriamo i contorni. Di fronte a questo spazio insondato si rende necessario operare delle scelte”.