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Lo spazio delle costruzioni

by Gianmarco Ceccobelli
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spazio costruzioni

L’Autore è Direttore dell’UCSI – Unione Consorzi Stabili Italiani.

Il tempo costituisce la merce più rara dell’esistenza. Nella nostra società alcuni, forse molti, sono stati pronti a comprarlo investendovi importi considerevoli. Adesso, nel mondo postpandemico, oltre al tempo occorrerà tornare a comprare anche lo spazio. Il distanziamento sociale, infatti, non sarà gratis. E non sarà uguale per tutti.

La minore richiesta di mobilità, in prospettiva, comporterà una utilizzazione degli spazi diversa, con un minore rapporto tra utenti e superficie. Aumenteranno quindi i costi, ma che succederà per i prezzi? Dovranno sicuramente aumentare per trovare un nuovo punto di equilibro e comportare un minimo di redditività.

Certo, ci saranno dei problemi. I sussidi statali, i finanziamenti a fondo perduto, le agevolazioni fiscali non potranno essere illimitati, in quanto il nostro Paese è già troppo indebitato. Forse solo pochi si potranno permettere una società che dove metteva due persone ora potrà mettercene una sola.

Anche nel mondo delle costruzioni pubbliche il distanziamento comporterà un aumento dei costi di produzione. In che misura ancora non lo sappiamo, e questo sarà oggetto di analisi e di stime. Probabilmente dovranno essere rivisti i prezzari e rivisitate le analisi dei prezzi. La maggiorazione potrebbe essere dell’ordine delle due cifre percentuali. E per i lavori in corso? Probabilmente saranno oggetto di contenzioso. Inevitabile nel caso in cui le Stazioni Appaltanti dovessero pensare di riversare interamente il problema sulle spalle degli esecutori.

L’Italia, già stressata da anni di crisi economica di derivazione esogena ma ampliata da fattori endogeni, si è vista piombare in casa una epidemia, presto sviluppata in pandemia, che potrà comportare nel futuro ancora più danni (economici) di quelli che ha già comportato. A meno di mettere in atto una serie di interventi che permettano al Paese di liberarsi di tutti gli attriti che anni ed anni di mancato governo (non solo politico) hanno comportato.

Per esempio, il necessario ricorso sempre più massiccio allo smart working, avrà con ogni probabilità l’effetto indotto della necessità di reperimento di spazi immobiliari adeguati. Non necessariamente nuove costruzioni, si parlerà di recupero, ma non si può lavorare da casa in camera da letto. Questo porterebbe a far crescere di nuovo il livello nazionale del rapporto vani/abitanti, che ormai da tempo si riteneva stabilizzato.

L’obiettivo, quindi, dovrebbe essere quello di compensare i maggiori costi (sociali, produttivi) attraverso interventi mirati di semplificazione fiscale, amministrativa e procedimentale. Bisogna abbandonare schemi e liturgie che appaiono ormai superate. Il nostro futuro sarà fortemente influenzato dalla nostra capacità di abbandonare vecchie abitudini, ma non per crearne delle nuove, bensì per poter abbandonare proprio l’assuefazione all’abitudine. La Società del XXI secolo cambierà continuamente e saranno le persone maggiormente capaci di adattarsi a questi cambiamenti che avranno una capacità competitiva maggiore.

I Consorzi Stabili del settore delle costruzioni sono, ovviamente, direttamente coinvolti nei fenomeni sopra descritti e ai conseguenti cambiamenti in atto, cercando di mettere in campo la grande flessibilità dello strumento consortile per competere in maniera sempre più importante.

La nostra Unione già da tempo offre elementi di “formazione ed informazione” ai nostri associati, proprio per aprirli alle nuove sfide, e nel contempo interloquisce fattivamente con le Istituzioni per sensibilizzarle alle problematiche di settore. Oggi questo lavoro è ancor più necessario: le tematiche qui accennate vanno approfondite e dibattute.

“Gli italiani fino ad ora sono stati responsabili, ora lo Stato faccia altrettanto”. Non è una frase mia, è di un giornalista spesso critico verso i comportamenti italici, e credo che esprima un sentimento estremamente diffuso. D’accordo, non è facile immaginare la Società post coronavirus, ma uno sforzo di immaginazione va fatto per poter concentrare gli investimenti là dove possono avere maggiore effetto.