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Luce e architettura sostenibile. Parte II

by Silvio De Ponte Conti
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luce architettura

L’Autore è il fondatore di De Ponte Studio Architects, con sede principale a Milano. Luce e Spazio Domestico.

Come abbiamo già detto nella prima parte dell’articolo “Luce e architettura sostenibile” quando illuminiamo un interno creiamo un ambiente luminoso, progettato e mantenuto per uno specifico insieme di bisogni visivi e psicologici: protagonista di quest’ambiente è l’uomo, che si pone come destinatario principale di una progettazione che, anche in tema di illuminazione, deve farsi attenta alla qualità complessiva delle situazioni realizzate. Una luce ben progettata migliora il nostro rapporto con lo spazio. Si comprende in tal modo perché una buona luce non solo faciliti le funzioni del vedere e del riconoscere, ma aumenta anche lo stimolo lavorativo ed il benessere fisico accrescendo la capacità di concentrazione ed evitando la stanchezza precoce, unitamente alla creazione di atmosfere emozionali cariche di valore simbolico.

Tra illuminazione privata e illuminazione pubblica la luce e la sua metodologia progettuale non cambiano, quello che varia sono le regole, le leggi e le esigenze. È ora di iniziare a spegnere le luci “rumorose” e di mettere seriamente in primo piano la persona, gli animali, le piante, le architetture, gli spazi in genere. Il progetto della luce diventa soprattutto un progetto dell’ombra, di chiaroscuri che creano differenze, primi e secondi piani, vibrazioni e nuove percezioni spaziali.

Negli ambienti domestici e negli uffici, dove passiamo gran parte della nostra vita, occorre progettare la luce con nuove modalità. Illuminare gli spazi della casa, ad esempio, vuol dire prendere visione dell’aspetto formale del luogo, dell’arredamento, dei colori, dei materiali, delle esigenze e dei comportamenti di chi vi abita al fine di creare degli scenari di luce fortemente suggestivi e innovativi. Scenari domestici carichi di un grande potenziale emotivo ed evocativo, dove la luce – attraverso un lighting designer – mostra la capacità di trasmettere allo spazio il nostro essenziale bisogno biologico e psicologico.

La casa è lo specchio dello stile di vita di chi la abita ed in questo intimo rapporto è la luce a legare, anche psicologicamente, l’uomo al suo spazio. Pensiamo, ad esempio, all’idea antica del focolare e alla forza poetica che il carattere della sua luminosità ha nel definire l’idea di casa.

Quando illuminiamo l’interno di una casa creiamo un ambiente luminoso progettato e mantenuto per uno specifico insieme di bisogni sia visivi che psicologici. Una luce ben progettata migliora il nostro rapporto con lo spazio.

Un ambiente varia in rapporto al mutare delle condizioni di illuminazione, anche se al suo interno non vengono modificati gli arredi e lo spazio stesso. La luce artificiale è sempre stata intesa come elemento del vivere, che ci consente di “vedere” le cose; oggi più che mai la luce deve essere intesa come elemento che ci permette di avere “emozioni”.

 

Recenti studi universitari hanno provato che l’uomo è psicologicamente e biologicamente altamente influenzabile dalle percezioni date dalla luce naturale ed artificiale. Ecco, quindi, che la luce artificiale diventa importantissima nel momento in cui essa va a sostituirsi o ad integrarsi alla luce naturale.

Arrivando all’argomento specifico inerente, ad esempio, a quali siano le più corrette e consone modalità di illuminazione di una casa, possiamo dire che l’approccio più intelligente è quello di creare situazioni di luce diversificate allo scopo di proporre, attraverso la luce, ambienti, atmosfere e percezioni dello spazio domestico che variano a seconda della diversità delle funzioni al suo interno.

“Vestire” la casa di luce, conferirle un’impronta luminosa non è una facile impresa; occorre innanzitutto scindere l’aspetto del corpo illuminante con l’effetto luce desiderato. Molto spesso in una abitazione si è influenzati dal solo aspetto estetico dell’arredamento e, al momento di scegliere i corpi illuminanti si ricerca quello che meglio si accosta con l’arredo o con i colori della casa, dimenticando che quello che conta è la qualità della luce emessa. L’errore più evidente in cui si incorre in un progetto luce di un’abitazione è la costituzione di un impianto di illuminazione tradizionale con un punto luce centrale a soffitto o con punti a parete o con prese a terra.

Questo tipo di impianto consente esclusivamente un’illuminazione diffusa di tipo tradizionale, che impedisce la creazione di effetti chiaroscurali, di ombreggiature e rendendo monotoni e piatti gli ambienti con il conseguente effetto di “schiacciamento percettivo” degli oggetti e degli spazi interni. La luce ci consente di modificare lo spazio che ci circonda, gli ambienti possono sembrare più piccoli o più grandi, più bassi o più alti, grazie ad un certo uso della luce.

In generale per una buona illuminazione della casa si può procedere ad un progetto luce di tipo differenziato: una luce generale di base utile per “vedere” e delle luci di atmosfera, bianche e parzialmente colorate utili per “contemplare”. Queste luci dovrebbero essere posizionate nel pavimento, orientate dal basso verso l’alto, dietro i divani o dietro le piante, concentrate in piccole zone illuminando angoli di pareti, aree relax con possibilità di comandarne, ad esempio, il cambio del colore; importanti sono anche le luci d’accento concentrate a fascio ancora più stretto nella zona lettura.

Quindi non è importante soltanto il tipo di apparecchio di illuminazione scelto per creare certi effetti, bensì sono anche le modalità di posizionamento dei corpi illuminanti nello spazio, i punti e gli angoli della casa in cui essi vengono installati. Un’illuminazione gradevole è quella creata, ad esempio, da apparecchi che si possono incassare nel pavimento, in prossimità di una parete. Si ottiene così un effetto di lettura degli oggetti e dei mobili in controluce.

In generale, l’obiettivo che ci dobbiamo porre in un progetto di illuminazione è quello di realizzare un’esperienza di fruizione della luce intensa e personalizzabile. Ciò può avvenire sia attraverso una scelta attenta degli apparecchi e delle sorgenti luminose, che attraverso l’uso di tecnologie innovative di gestione e controllo per la realizzazione di scenari luminosi, di progetti innovativi di luce dinamica e di sistemi di comunicazione.

Luce domestica e connettività ai tempi del Covid19.

Abbiamo visto in precedenza che i sistemi e gli apparecchi di illuminazione non si limitano soltanto a fare luce ma anche a fornire nuovi servizi basati sull’interrelazione tra oggetto e uomo. Per questo nei prossimi anni una delle opportunità di sviluppo più importanti per le aziende di illuminazione sarà sicuramente la visione della luce come infrastruttura di comunicazione.

Il Covid-19 ha portato molta gente a lavorare da casa in una modalità chiamata “Smart working” e sicuramente questa modalità verrà utilizzata ancora per molto tempo, anche perché si è capito che in generale essa riduce i costi ed ottimizza i tempi, annullando quelli legati agli spostamenti per raggiungere il proprio posto di lavoro.

Ma come sappiamo le nostre abitazioni non sono sempre attrezzate e strutturate per poter lavorare: chi è più fortunato ad avere una stanza chiusa tipo studio riesce sicuramente a lavorare meglio, per chi invece si deve attrezzare e organizzare a lavorare in una zona living open, soprattutto se non vive da solo, allora la questione diventa più problematica.

La questione legata ad un controllo acustico e all’illuminazione del proprio spazio lavorativo in casa assume, in questo caso, aspetti di rilievo. In un ufficio canonico gli aspetti legati all’ergonomia degli spazi e della propria postazione di lavoro, al controllo acustico ed alla corretta illuminazione sono il più delle volte – ma purtroppo non sempre – abbastanza risolti. Ma in casa, per ovvi motivi, tutto questo non avviene!

Ecco perché, secondo il mio parere, è fondamentale nello Smart working riuscire a riproporre, in casa propria ma soprattutto intorno al proprio micro-ambiente di lavoro, alcune situazioni di corretta ergonomia e qualità della luce legata, magari, anche al controllo acustico.

A tal proposito, sarebbe interessante per poter lavorare meglio e in modo più efficace, creare delle “isole di lavoro”, svincolate dall’organizzazione domestica ed autonome sul piano dello spazio di lavoro, del controllo acustico e della corretta illuminazione. Oggi abbiamo diverse tecnologie che ci permettono una interconnessione e un controllo delle funzioni del proprio benessere anche attraverso smartphone, tablet e smartwatch, che vengono utilizzati per rendere anche l’ambiente domestico più intelligente e che fanno parte integrante sempre di più della nostra vita quotidiana.

Certi smartphone vengono trasformati ad esempio, tramite specifiche App, in telecomandi per gestire gli apparecchi di illuminazione della casa, diventano una sorta di “interruttore universale” atto a dialogare nello spazio domestico in modo intelligente ed interconnesso tra loro. Tutto ciò consente, ad esempio, di accendere, spegnere e regolare l’intensità luminosa o la temperatura colore, ma anche di organizzare e gestire contemporaneamente le luci in base agli ambienti dell’abitazione in un determinato momento della giornata, oppure in base al periodo dell’anno, oppure alle attività domestiche come, ad esempio leggere, guardare la TV, fare colazione o altro.

Insomma, ognuno di noi può diventare una sorta di “regista” o di “attore” in grado, con semplici gesti, di modificare, come su un palcoscenico, gli scenari luminosi dell’ambiente e di cambiare, in base al proprio vissuto, la percezione dello spazio che ci circonda.

Nel mondo dello sviluppo tecnologico della luce prendono sempre più piede concetti quali Tunable White, White Changeable, Smart, Digital Light ed infine lo IoT ready. Quest’ultimo (che è un acronimo dell’inglese Internet of Things) è un neologismo riferito all’estensione di Internet al mondo degli oggetti e dei luoghi concreti e delle sue interrelazioni con l’uomo e il suo ambiente circostante.

Sempre di più sentiamo parlare di Li-Fi: questa nuova tecnologia è progettata per trasferire dati ad altissima velocità e senza fili utilizzando la luce LED come mezzo di trasmissione. Il Li-Fi sarà 100 volte più veloce del Wi-Fi e permetterà di effettuare download di centinaia di giga al secondo, senza problemi di interferenze e senza il bisogno di router o trasmettitori dedicati.

Sappiamo tutti che le sorgenti a LED ormai sono diventate delle “commodity” e che il loro costo è diminuito tantissimo. Ecco perché si vedranno sul mercato sistemi di illuminazione sempre più complessi che non si limiteranno solo ad illuminare, ma ci saranno funzionalità integrate quali, ad esempio, l’intelligenza, i sensori, la connettività wireless e la regolazione della temperatura colore e dell’intensità.

Gli obiettivi di questa “rivoluzione” sono la creazione di soluzioni di luce mirate, diverse ed emozionanti, che facilitino la creazione del benessere e ne aumentino la produttività.

A seguito di un crescente numero di ricerche che dimostrano gli effetti benefici della luce sulla salute umana, nel prossimo futuro i sistemi di illuminazione saranno progettati sempre di più secondo i principi dello Human Centric Lighting. Questi sistemi intelligenti di regolazione della luce saranno presenti non soltanto negli uffici, nelle scuole o negli ospedali ma anche, come dicevamo, in ambito residenziale.

In tutta questa nostra dissertazione abbiamo potuto notare quanto la luce rappresenti il messaggio in uno spazio, cioè non sia solo a servizio della città e dell’architettura, ma quanto invece essa sia l’architettura stessa, capace di farci capire e di farci comprendere ciò che è intorno a noi e comprendere, come diceva Goethe, vuol dire essere capaci di fare.