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Mamme in rivolta al Carlo Levi di Portici

by Piera De Prosperis
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E’ appena trascorso il Ferragosto ma già i problemi scolastici, non quelli legati al Covid, sono comparsi con lenta ma inesorabile progressione. Parliamo di una scuola, il Carlo Levi di Portici, che nel paese vesuviano è un’istituzione di vecchia data con una tradizione di studi onorevole ed onorata. “Per decenni è stata la ‘Ragioneria’ di Portici” – come si legge nel sito della scuola – ed oggi è Istituto Tecnico Settore Economico di Amministrazione, Finanza e Marketing, Istituto Tecnico Turistico, Liceo delle Scienze Applicate, Istituto Tecnico Informatico, Istituto Tecnico Di Grafica e Comunicazione, Istituto Tecnico di Biotecnologie Sanitarie.

Lo scorso anno era stata formata una classe di soli otto alunni e il corpo docente aveva rassicurato le famiglie degli studenti facendo presente che, dato il numero esiguo, avrebbero lavorato meglio rispetto ad una classe numerosa. Il 3 agosto scorso, invece, le famiglie vengono informate dalla scuola che l’Ufficio scolastico territoriale di Napoli non ha previsto per la seconda classe l’organico di diritto, cioè che la classe non ci sarà più e, quindi, gli alunni sono invitati a passare su un altro indirizzo della scuola oppure chiedere il nulla osta per cambiare istituto.

Mamme in rivolta, giustamente. Cambiare scuola? Indirizzo di studi? Compagni? Libri? Com’è possibile che l’approvazione per una classe di 8 persone non venga riconfermata l’anno successivo a percorso ormai avviato?

N° Alunni e classi per anni di corso (A.S. 2020/21)

Anno di corso Alunni Classi N° medio alunni per classe
1 10 1 10
2 26 1 26
3 14 1 14
4 39 2 19,5
5 26 1 26

Questa tabella, desunta dal Ptof del Levi anno 2020-2021, conferma che la formazione di una classe prima di soli 10 alunni (diventati in corso d’opera 8) era stata approvata, forse perché sperimentale per la presenza di una seconda lingua, lo spagnolo. E’ evidente che il problema è a monte: costituire una prima di soli 8 alunni implica che la seconda che ne scaturisce sarà numericamente altrettanto modesta e così di seguito negli anni successivi per le classi successive. Garantire la continuità didattica è un dovere dell’istituzione scolastica, ma un’equilibrata gestione delle risorse economiche a disposizione è un obbligo degli amministratori scolastici. Nel conflitto fra queste due diverse esigenze contrastanti, è l’anello più debole della catena che soccombe: gli alunni e loro famiglie. L’offerta formativa sul territorio vesuviano è ampia ed articolata e non bastano due ore in più di spagnolo per attrarre genitori attenti e molto presenti nelle scelte dei loro ragazzi.

Le mamme sono nello sconforto. L’Ufficio scolastico, tuttavia, applica i criteri ministeriali di formazione delle classi e le difformità che le scuole propongono sia per garantire l’organico sia per non chiudere un indirizzo di studi, a volte vengono accettate ma il più delle volte rigettate. Forse le mamme dovrebbero proprio far cambiare scuola ai loro figli, dato che il Levi non ha saputo tutelare i suoi iscritti lanciandosi in un’operazione spericolata. E’ solo un secondo anno e i ragazzi hanno capacità di adattamento. Se vogliamo è come se ricominciassero un percorso, dato lo stop obbligato della didattica in presenza. La vicenda è comunque triste, ad essere danneggiati sono i ragazzi come sempre. Ma noi abbiamo fiducia in loro e nella loro forza. Lasciamoli scegliere, dando loro una chance di prova di maturità. E non ce ne pentiremo.