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Napoli tra lockdown e bilancio.

by Lucia Severino
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Preso in mezzo – quasi schiacciato – tra l’emergenza Covid e l’emergenza bilancio comunale, De Magistris non se la sta passando bene. Fatti suoi, si potrebbe pensare. Se non fosse che in realtà sono fatti nostri. La chiusura di strade e piazze e la paralisi amministrativa conseguente alla mancata approvazione del bilancio di Palazzo San Giacomo si ripercuoterebbero direttamente, infatti, sulle nostre tasche e sulla nostra vita quotidiana. Quello che colpisce è la strana analogia politica fra le due questioni. Proviamo a spiegarci meglio.

Lockdown. Da più parti, a cominciare dal presidente De Luca, si chiede al Sindaco di chiudere i luoghi di Napoli a più alto tasso di assembramenti. Il Lungomare, innanzitutto, ma anche i Tribunali, il centro storico, piazza Vanvitelli e via dicendo. Si parla di ben 40 luoghi a rischio. De Magistris nicchia. Sono il Governo e la Regione ad avere il potere di istituire zone rosse, sostiene, i sindaci possono si chiudere strade e piazze, ma non le attività economiche che vi si trovano. Con il risultato che la gente potrebbe lo stesso andarvi o comunque spostarsi altrove, determinando gli stessi assembramenti che si vorrebbero evitare, e in più non scatterebbero i ristori per le imprese. Non sembra un discorso del tutto peregrino. Se pensano che sia necessario, perché non sono Conte o De Luca ad imporre chiusure mirate? I maligni dicono che da un lato non vogliono assumersene la responsabilità politica e, dall’altro, non vogliono caricarsi i relativi costi economici. Che cederebbero a carico del bilancio statale o regionale a seconda di chi fra loro due emanasse il decreto. Lo stesso motivo per cui, sostengono sempre i maligni, si rimpallano la patata bollente della Campania ancora in zona gialla.

Bilancio. Le opposizioni non vogliono approvare il bilancio, che sarà sottoposto nei prossimi giorni al Consiglio comunale, e puntano a far cadere il Sindaco. Infatti, se non passa il bilancio si attiva la Prefettura e ci sarà tempo fino al 3 dicembre. Scaduto questo termine il Comune verrà commissariato. De Magistris combatte e potrebbe anche trovare la sponda di Forza Italia, i cui Consiglieri non presentandosi in aula gli darebbero una bella mano. Caldoro non capisce quale sia l’interesse a fare un favore a De Luca. La Carfagna ha annunciato (ma non ancora formalizzato) le proprie dimissioni e non ci sarà. Altri sono possibilisti. L’europarlamentare Fulvio Martusciello dichiara: “De Luca e il PD si atteggiano come se avessero vinto le elezioni comunali, anzi vorrebbero vincerle senza disputarle. I Napoletani devono fare squadra per respingere l’assalto del PD e dei suoi incapaci dirigenti politici”. In tutto questo l’esperienza De Magistris si chiuderà comunque in primavera. Si tratta quindi di anticipare solo di pochi mesi la scadenza bloccando l’attività (e i pagamenti) del Comune. Ne vale la pena? Anche in questo caso sono i maligni ad offrire una possibile risposta. Il Commissario prefettizio potrebbe dichiarare il dissesto del Comune e azzerare sostanzialmente i debiti (laddove i creditori siamo noi). In questo modo il nuovo Sindaco non sarebbe gravato dal fardello finanziario che c’è adesso e potrebbe atteggiarsi a salvatore della Patria.

Lockdown e bilancio. Concetti tanto diversi in teoria quanto simili nella loro declinazione pratica.