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Neruda, “restare in silenzio”

by Piera De Prosperis
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Penso che sia giunto il momento di cambiare pagina. Concluse le elezioni, finita la torrida estate, cominciamo bene quest’autunno che sa di pioggia, terra umida, ozono, con la lettura di un componimento di Neruda che mi sembra adatto per dare il via ad una nuova fase della nostra storia privata ma anche forse di quella pubblica.

Restare in silenzio

Ora conteremo fino a dodici
e tutti resteremo fermi.
Una volta tanto sulla faccia della terra,
non parliamo in nessuna lingua;
fermiamoci un istante,
e non gesticoliamo tanto.

Che strano momento sarebbe
senza trambusto, senza motori;
tutti ci troveremmo assieme
in un’improvvisa stravaganza.

Nel mare freddo il pescatore
non attenterebbe alle balene
e l’uomo che raccoglie il sale
non guarderebbe le sue mani offese.

Coloro che preparano nuove guerre,
guerre coi gas, guerre col fuoco,
vittorie senza sopravvissuti,
indosserebbero vesti pulite
per camminare coi loro fratelli
nell’ombra, senza far nulla.

Ciò che desidero non va confuso
con una totale inattività.
È della vita che si tratta…

Se non fossimo così votati
a tenere la nostra vita in moto
e per una volta tanto non facessimo nulla,
forse un immenso silenzio interromperebbe la tristezza
di non riuscire mai a capirci
e di minacciarci con la morte.

Forse la terra ci può insegnare,
come quando tutto d’inverno sembra morto
e dopo si dimostra vivo.

Ora conterò fino a dodici
e voi starete zitti e io andrò via.

Fermarsi e rimanere in silenzio è una cura per l’anima, può essere un punto di partenza per riconnetterci con il nostro vissuto e con la storia che ci scorre intorno spesso violenta e incomprensibile. Non è tuttavia un atto innaturale, anzi, se l’inverno è il momento del silenzio del mondo che si prepara ad una nuova gemmazione perché non seguire il ritmo delle stagioni, accogliendo l’invito alla stasi, propedeutica al cambiamento? Sotto la neve il pane, diceva un antico proverbio. Il nostro pane può nascere solo sotto le coltri di una riflessione più seria e profonda in tutti gli ambiti.

Contiamo fino a dodici e rimaniamo in silenzio.