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Lo stato attuale della gestione idrica campana. Incontro con il DG Palmieri

by Flavio Cioffi
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gestione idrica

Ma quanto ci costa l’acqua?

Il caos delle gestioni idriche

Per provare a fare un po’ di chiarezza sull’argomento siamo andati a trovare il dott. Michele Palmieri, ormai da anni direttore generale per l’ambiente della Regione Campania, prima con Caldoro ed oggi con De Luca.

Perfettamente a conoscenza delle problematiche del settore, Palmieri sembra rappresentare una vera risorsa della Regione per mettere ordine nell’attuale ginepraio gestionale che produce molti disservizi e scarsi investimenti.

Come è articolata la gestione idrica oggi in Campania?

Attualmente sconta la mancata applicazione della normativa perché gli ATO (Ambiti Territoriali Ottimali) non hanno individuato completamente i gestori unici. Solo nell’ATO 3 è attiva la GORI. Nell’ATO 4 abbiamo quattro gestori che coprono quasi completamente il territorio salernitano. Mentre a Napoli, Avellino, Benevento e Caserta la situazione è estremamente frammentaria, con gestori parziali che spesso non hanno nemmeno l’intero ciclo integrato ma si limitano alla gestione idropotabile, quindi non fanno depurazione o la fanno in modo molto marginale, per cui la gestione è affidata quasi esclusivamente a gestori comunali, in economia, con una frammentazione ed una disorganizzazione legate alla visione territoriale molto piccola della gestione stessa che genera problemi sicuramente economici, infrastrutturali, di mancata programmazione degli interventi di adeguamento e di ammodernamento. Non è certamente oggi una situazione rosea.

A questo si aggiunge che non sono state approvate le tariffe idriche regionali.

Nel 2015 la proposta della Regione fu bocciata dall’AEEG (Autorità per l’energia elettrica e il gas) e fu quindi adottata una tariffa d’ufficio. Questa sanzione è stata impugnata dalla Regione stessa e da Acqua Campania, la quale ultima ha già vinto in primo grado al TAR Lombardia e oggi la causa è al Consiglio di Stato. Il ricorso regionale è invece ancora al TAR. Ovviamente questa è una situazione che non dà certezze sul pieno recupero dei costi, obbligatoriamente previsto dalla normativa comunitaria a carico dell’utenza. In questo momento non c’è equilibrio e i ricavi sono inferiori ai costi. L’anno scorso la Regione ha riproposto la tariffa per il quadriennio 2016/2019 ma è stata impugnata da alcuni gestori e il tribunale ha stabilito che la tariffa deve farla direttamente l’AEEG. Adesso l’EIC (Ente Idrico Campano), subentrato ai vecchi ATO, ha avviato un percorso per fornire all’AEEG tutti i dati necessari per definire la tariffa della grande distribuzione. Speriamo di avere la nuova tariffa dell’acqua all’ingrosso entro l’anno.

L’EIC oltre ad avere un Presidente ed un Consiglio molto nutrito ha anche una serie di collegi territoriali, quindi una rappresentanza formidabile degli Enti locali. Non è una struttura troppo complessa che rischia l’inefficienza e qual è la vera ragion d’essere del nuovo Ente?

L’EIC ha prima di tutto una rappresentanza a livello di sub ambiti, per ognuno dei quali esiste un Coordinatore di Distretto che rappresenta il territorio nel Consiglio. Oggi l’ATO è unico e l’EIC rappresenta appunto l’ATO unico regionale. E’ evidente che ha ereditato una situazione come dicevo prima disastrosa. Il problema più grosso è la frammentazione delle gestioni. Stiamo avviando un percorso per la risoluzione di tutta la problematica dando assoluta priorità alle tariffe, perché, una volta definita quella della grande distribuzione, a valle andranno adeguate quelle dei gestori che fanno la distribuzione all’utenza. Poi bisognerà discutere sulle modalità di individuazione dei gestori dei sub ambiti.

Lei ha detto che i ricavi sono inferiori ai costi. Chi sta pagando la differenza?

Sicuramente la Regione nelle more che l’AEEG consenta, attraverso conguagli o altro, di andare a pareggio nei prossimi anni.

Questo significa che pagano i cittadini. La Regione ha avviato azioni nei confronti dei suoi debitori e dei suoi concessionari?

Soffriamo di una forte morosità da parte dei gestori che acquistano l’acqua all’ingrosso da noi. Nel caso della GORI è stato concordato un piano di rientro che viene al momento onorato. Diversa è la posizione di Acqua Campania come concessionario regionale con la quale c’è una causa in corso nell’ambito della quale la Regione ha chiesto la rescissione del contratto.

Sono aperti tavoli di trattativa per ridefinire la concessione Acqua Campania che, a detta di molti, è un po’ datata?

Ma sicuramente è una concessione che risale al 1992, oggetto peraltro di lunghi contenziosi amministrativi, ed ha quindi molti anni. Deve essere chiarita rispetto ad alcuni aspetti. Fra l’altro vi è l’obbligo di adeguamento della convenzione a quelle tipo dell’AEEG.