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Porte aperte al termovalorizzatore di Acerra

by Redazione
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Un folto gruppo di funzionari e tecnici della Regione Campania è stato accompagnato, mercoledì scorso, in una visita promossa dall’ente regionale e dal gestore dell’impianto A2A Ambiente. Obiettivo: far conoscere ancora di più, e in maniera diretta, questa realtà che a partire dal 2009 rappresenta un anello fondamentale della gestione dei rifiuti urbani in Campania. Il gruppo di tecnici e funzionari della Regione, ente proprietario del termovalorizzatore, accolti dal responsabile dell’impianto Paolo Rossignoli, è stato accompagnato da tecnici dell’Arpa Campania che ne controlla le emissioni con un sistema di monitoraggio in continuo degli inquinanti rilasciati dai camini. Nell’ambito delle attività di educazione ambientale promosse da Arpac, hanno partecipato anche tirocinanti del corso di laurea in Economia, management e sostenibilità del Suor Orsola Benincasa.

 

 

Nel corso della presentazione introduttiva alla visita sono stati illustrati alcuni dei “numeri” dell’impianto. In un anno, secondo i dati di A2A, sono stati prodotti 645 gigawattora grazie al recupero energetico dei rifiuti (pari al fabbisogno di 239mila famiglie). Sempre in un anno (dati 2021), sono circa 730mila le tonnellate di rifiuti trattati. Dall’avvio del termovalorizzatore, si stima che si è evitato di portare in discarica più di 8 milioni di tonnellate di immondizia, evitando la creazione di circa dieci nuove discariche.

 

 

Il tour illustrativo dell’impianto si è articolato in varie tappe, a cominciare dalla fossa di ricezione dei rifiuti, dove si è potuto osservare la natura degli scarti conferiti, prevalentemente composti da carta e cartone, plastica e tessili. Altri punti visitati: la zona di pesatura del carro ponte, dove gli operatori prelevano l’immondizia con un polipo a benna per caricare i tre forni che costituiscono tre linee parallele di incenerimento; la sala controllo dove vengono mostrati costantemente i parametri di funzionamento dell’impianto; la zona del forno; la zona di produzione del vapore che alimenta le turbine per la produzione di elettricità, l’area di trattamento dei fumi, il cui carico inquinante viene alleggerito prima dell’invio ai camini alti più di cento metri. I tecnici di A2A hanno spiegato che i limiti di emissione che deve rispettare l’impianto, chiariti dall’autorizzazione concessa al gestore, sono più restrittivi rispetto a quelli prescritti dalla normativa, e che i dati di emissione fin qui riscontrati sono costantemente al di sotto di quanto indicato dall’autorizzazione.