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Riflessioni nel Tempo del Covid. Quale sarà il futuro?

by Federico L. I. Federico
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Mai come oggi – anno secondo dell’Era del Covid – ci stiamo accorgendo del fatto che le scelte (errate) del passato condizionano il presente e il futuro del nostro Bel Paese.

Per esempio, oggi, costretti a una minore mobilità senza o con Green Pass, passando più tempo in casa ci siamo accorti e ci lamentiamo degli aumenti dell’energia, dopo un trentennio di assenza di ogni politica energetica seria e responsabile.

Da più parti si è chiesto al governo di contenere – per quanto possibile, ma anche… oltre – gli aumenti del “caro bolletta”, che potrebbero gravare per ben oltre mille euro su ogni bilancio familiare. E allora ecco tutti a chiedere intervento “politico” dai Fondi Europei.

E ciò comporterà un aumento del debito pubblico. Ma l’aumento del debito pubblico – in piena Era del Covid – non mette più paura a nessuno. Non ci rendiamo conto infatti fino in fondo di gravare il futuro dei figli di mille e una ipoteche. Che dovranno pagare i figli, quelli nostri, ma anche i figli dei nostri figli. E ciò è dannatamente certo, se tutto continuerà ad andare ai ritmi dell’assalto alla diligenza del PNRR, come sta già avvenendo per esempio per i Bonus e i Superbonus edilizi vari. Tanto paga lo Stato! Questo lo slogan vincente!!

E ciò accade mentre tutti quanti speriamo nelle politiche di sviluppo economico dei settori strategici per il futuro, la cui genesi lasciamo oggi volentieri alle azioni di governo di un Parlamento sempre più lontano e distante dalla gente comune. Cioè, anche da noi stessi.

Le nuove generazioni – a differenza di questa nostra, di adulti (e vecchi) dell’Era del Covid – non hanno preso ancora coscienza (ndr: beata gioventù…) del futuro fosco che li aspetta, perché le conquiste sociali e le premialità esistenziali, laddove ottenibili, sono state tutte bruciate da un prolungato edonismo sociale, sostenuto da un egoismo esistenziale onnivoro, purtroppo tipico della nostra generazione, oggi adulta o vecchia in quest’ Era del Covid.

Non che i tempi passati fossero poi tanto diversi! Anzi… ma almeno la Politica non aveva ancora perso del tutto la “P” maiuscola. Oggi invece la Politica si è smarrita sul versante misero della politica politicante e raccatta-voti senza idealità (non parliamo ovviamente di ideologie, sia chiaro!), mentre la gente segue soltanto le smodate esibizioni in TV o sui Social Media di demagoghi come comici falliti, leader populisti o influencer beceri e ignoranti.

Insomma, quello che vediamo oggi intorno a noi è un marasma senza qualità, non all’altezza dei problemi che ci riserva il Futuro.

Sì, proprio quello che ci sarà dopo l’Era del Covid.

Il premier Draghi – nonostante la sua maggioranza ibrida e composta dagli stessi che componevano alternativamente i governi Conte 1 e 2 – può cogliere una grande opportunità se interviene in Europa per stimolare – con la autorevolezza riconosciutagli diffusamente – i partners europei a riprendere il processo graduale sugli Stati Uniti d’Europa.

Esso, anche grazie al Covid e alle accelerazioni delle politiche comunitarie che il Virus ha imposto, non appare più un sogno, ma piuttosto una realtà non più oltre ancora prorogabile, onde pervenire a politiche fiscali comuni, difesa comune, politica estera comune, con un governo europeo fatto di partiti europei che rispondano dei propri atti ai cittadini europei.