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Se n’è andato Poitier. Alias Prentice, alias Tibbs

by Piera De Prosperis
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Tu sei mio padre e io sono tuo figlio. Ti voglio bene, te ne ho sempre voluto e te ne vorrò sempre. Ma tu ti consideri ancora un uomo di colore, mentre io mi considero un uomo.

E’ una frase celebre tratta dall’altrettanto celebre film Indovina chi viene a cena? Era il 1967, ma arrivò in Italia nella primavera del ‘68. La comunità afro aveva più che mai bisogno di un attore che impersonasse il riscatto di una comunità maltrattata da sempre. Sidney Poitier incarnò questo ideale. Tra gli anni ’60 e ’70 apparve in oltre venti film, molti dei quali avevano come tema principale i progressi che la comunità nera americana era riuscita ad ottenere all’interno della società statunitense tra cui, oltre “Indovina chi viene a cena?” (1967) di Stanley Kramer con a fianco due mostri sacri del cinema come Katharine Hepburn e Spencer Tracy, anche “La scuola della violenza” (1967) di James Clavell. Ricordiamo inoltre la sua magistrale interpretazione dell’ispettore Virgil Tibbs in “La calda notte dell’ispettore Tibbs” (1967) di Norman Jewison. E’ stato il primo attore di colore ad aver ricevuto il premio Oscar nel 1963 per I gigli del campo. Nato a Miami, la famiglia di Poitier era originaria delle Bahamas e lì il giovane Sidney era cresciuto, per poi trasferirsi e iniziare la sua carriera.

Cosa rappresentava Poitier nell’immaginario della comunità afro-americana e non solo? Lo abbiamo amato tutti per le sue interpretazioni forti, in cui riusciva con impegno, tenacia e competenza a risolvere situazioni, vincendo ostacoli, nonostante il razzismo che permeava fortemente la società americana. Godiamo tutti degli stessi diritti, ma crediamo davvero in ciò che, a parole, affermiamo? Era questo il tema scottante che assillava l’America negli anni Sessanta e il regista Stanley Kramer, per dare una risposta, sceglie di ambientare il suo film utilizzando un campione sociologico culturalmente elevato. Sidney Poitier rappresenta, nel film, l’americano di colore arrivato, che entra nella casa dei suoi futuri suoceri dalla porta principale. Qualunque madre, all’epoca, avrebbe acconsentito al matrimonio della propria figlia con un giovane afro così bello, aitante, intelligente, preparato, bene inserito. Il colore della pelle risultava a questo punto un dettaglio. Non stiamo quindi parlando di giovani appartenenti a gang, emarginati o bulli, cui ci ha abituato la filmografia degli ultimi anni. Siamo nel 1967 e un film del genere risultava addirittura audace, se pensiamo che circa un anno dopo Martin Luther King verrà ucciso. Il padre della promessa sposa, Tracy, esclama: ma proprio a me doveva capitare? Temendo soprattutto le difficoltà che la giovane coppia avrebbe dovuto affrontare nella sua vita insieme. Molta acqua è passata sotto i ponti se pensiamo alla presidenza Obama che in qualche modo sembra aver raccolto il testimone del dott. John Wade Prentice.

In La calda notte dell’ispettore Tibbs, vincitore di ben 5 Oscar, vi è un modo inedito di affrontare la tematica razzista. I preconcetti dell’uomo bianco, Rod Steiger, si smorzano quando sono posti di fronte al valore dell’essere umano ed alla sua professionalità. La paura del diverso, causa prima della diffidenza verso l’altro, si stempera quando i due personaggi all’inizio antitetici, si conoscono e si apprezzano. E stiamo parlando di un’ambientazione nel profondo Sud d’America, del Mississippi. Anche in questo caso Poitier è stato fondamentale per l’accettazione/valorizzazione dei neri.

Chiuderei con la definizione che dell’attore scomparso dà la Treccani

Attraverso una recitazione sobria e contenuta, l’indubbio fascino, il portamento signorile e la tendenza alla mediazione, nei suoi film è riuscito ad avviare il processo di accettazione del ‘diverso’ (prima che il problema esplodesse nel cinema con i conflitti ben più violenti portati alla luce da altri interpreti e da altri registi come Melvin van Peebles e Spike Lee), dando vita a personaggi interpretati con dignità, forza e orgoglio, in opere in genere incentrate proprio sul tema del razzismo.

“Sono andato da mia madre. Sono arrivato qui a mezzanotte e 35 da Brownswille e dovevo ripartire col treno delle 4 e 5.”.
“Mhh, mhh”,
sorrisetto sarcastico di Steiger “Già. E nel frattempo hai pensato di far fuori l’uomo più importante di queste parti per procurarti un paio di cento dollari”.

Ma Tibbs, ovviamente, avrà la meglio.