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“Sul treno con Levi” alla Casa del Popolo di Ponticelli

by Piera De Prosperis
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Venerdì 13 dicembre alle ore 17,30 – nella Casa del Popolo di Ponticelli – sarà presentato il volume: Sul treno con Levi, a cura di Giuseppe Improta. Si tratta di documenti e testimonianze inedite di internati campani nei lager, tornati in maniera fortunosa in patria, a volte sullo stesso treno che riportò Primo Levi da Auschwitz in Italia. In particolare viene pubblicato per la prima volta il diario del caporale napoletano Michele Arcopinto.

Il dramma dei salvati dai lager non è meno complesso di quello dei sommersi, come ci insegna Primo Levi con la sua drammatica fine. Anzi forse il rientro nella cosiddetta normalità, senza contare le traversie incredibili sofferte durante il ritorno, pone il rimpatriato in una dialettica complessa e a volte imperscrutabile con il mondo che lo circonda.

E chi non ha vissuto sulla propria pelle la shoah, o qualunque altra forma di persecuzione, è in grado di capire, accogliere, curare ferite morali tanto profonde e laceranti?

Mi viene in mente la famosa scena di Napoli Milionaria, quando nessuno intende ascoltare il racconto drammatico di Gennaro Iovine, tutti vogliono dimenticare. La commedia è ambientata nel 1945 e il protagonista è un reduce che nel suo smozzicato italiano racconta il ritorno doloroso dal fronte.

Ma mi viene in mente anche un altro testo, vincitore del premio Napoli, Se solo il mio cuore fosse pietra di Titti Marrone, che racconta il ritorno di bambini sopravvissuti ai campi di concentramento, il cui reinserimento non fu facile e non sempre riuscito.

Il testo di Giuseppe Improta si inserisce in questo filone memorialistico, per giunta campano, che invita a non dimenticare ma soprattutto a riflettere su quanto siamo impreparati ad avere accanto chi ha vissuto storie così tragiche. Eppure il dramma vive con noi, ci sfiora, ci tocca e non possiamo ignorarlo né dobbiamo. Prendere posizione rispetto a ciò che ci circonda, aprire gli occhi non solo per non dimenticare ma per assumere il comportamento più giusto ed umano rispetto agli eventi che la storia, ma anche la nostra tormentata quotidianità, ci presentano. Ecco a cosa ci invita il libro di Improta.