Si è chiusa l’altro giorno a Bruxelles l’intesa preliminare fra Parlamento Europeo, Consiglio dell’Unione Europea e Commissione sul nuovo testo della Direttiva sulla Qualità dell’Aria Ambiente in Europa.
Un risultato importante secondo l’associazione Cittadini per l’Aria, “che sposta finalmente l’attenzione dagli attuali limiti agli inquinanti, ormai del tutto irrealistici, verso il vero impatto dell’aria inquinata sulla salute, l’ambiente e il patrimonio artistico e naturale in Europa. Un risultato che contribuirà in modo significativo a proteggere di più e meglio il diritto dei cittadini europei di respirare aria di buona qualità”. Si, ma è solo un’intesa preliminare. E ora? “Sarà ora essenziale che le istituzioni europee agiscano al fine di concludere l’iter legislativo e rendere il testo, al più presto, vincolante”.
Però il testo dell’intesa, non ancora disponibile, pare contenga un meccanismo di flessibilità che consente di rinviare il termine ultimo per il raggiungimento dei nuovi standard di qualità dell’aria dal 2030 fino al 2040. Ciononostante, sembra siano tutti contenti. Ma non era proprio quello che gli ambientalisti volevano evitare?
