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UnitelmaSapienza e La Fenice Urbana stringono un accordo di collaborazione

by Piera De Prosperis
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Si è tenuto martedì 22 marzo, nella Sala Conferenze di UnitelmaSapienza e in diretta sul canale YouTube di Ateneo, l’incontro di presentazione dell’accordo tra UnitelmaSapienza e la Scuola di rigenerazione urbana “La Fenice Urbana”. Dopo i saluti istituzionali del Rettore Antonello Folco Biagini, ha introdotto l’incontro il Direttore della Scuola Alessandro Bianchi. Sono quindi intervenuti: Luca Bianchi, Direttore SVIMEZ; Mario Occhiuto, Presidente della Fondazione Patrimonio Comune – ANCI e Franco Salvatori, Presidente Emerito della Società Geografica Italiana.

Il prof. Biagini ha sottolineato che la collaborazione con Alessandro Bianchi era già in fieri alcuni anni fa ma che l’accordo con la sua Scuola, più che mai di questi tempi, si inserisce perfettamente nell’esigenza di rinnovamento che l’Università avverte e fa sua. L’intento è di innovare, essere al passo con i tempi, svecchiare, proponendo anche corsi di alta formazione per il personale delle pubbliche amministrazioni su questioni di scottante attualità. L’accordo con La Fenice Urbana va in questa direzione. Lavorare, riflettere, studiare il tema della rigenerazione urbana non è solo un’esigenza italiana, ma è uno dei temi imperanti a livello internazionale.

Il prof. Bianchi, dopo aver sottolineato il privilegio di collaborare con un’istituzione culturale come La Sapienza, ha ripercorso la storia de La fenice urbana. A partire dal logo. La Fenice, uccello mitologico che rinasce dalle proprie ceneri, simboleggia anche il potere della resilienza, ovvero la capacità di far fronte in maniera positiva alle avversità coltivando le risorse che si trovano dentro di noi. Nel logo, al di sotto della Fenice, vi è la silhouette di una città in nero perché degradata. Tuttavia, il volo della fenice è foriero di risorgimento, come testimonia l’arcobaleno che ha gli stessi colori dell’uccello mitico. La Fenice Urbana, quindi, ad evocare la città che rinasce dalle sue ceneri. Questo è il centro tematico della Scuola, che studia l’enorme e sconosciuto patrimonio di “oggetti urbani dismessi” esistente nel nostro Paese, con l’obiettivo della loro rigenerazione e reinserimento all’interno delle città.

Vi sono stati alcuni punti salienti dell’intervento del prof. Bianchi che vale qui la pena riproporre come suggerimento anche per noi per riflettere e partecipare.

L’esistenza di un patrimonio edilizio immenso che è stato dismesso ed è in degrado, con tutto quello che ne consegue per le Amministrazioni, dà nuovo valore etimologico alla parola rigenerazione. Anche il PNRR ne parla. Ma attenzione: si tratta di un concetto nuovo. Parliamo dell’intervento su un oggetto urbano, una fabbrica, una scuola, una caserma, una stazione, un convento, una miniera, finalizzato a modificarne il genere originario e conferirne uno diverso. Non si tratta di ristrutturazione, risanamento o riqualificazione, termini che in effetti mirano a non modificare la destinazione finale. Allora cos’è la rigenerazione? Facciamo un esempio: se una centrale elettrica diventa un museo, come la Centrale Montemartini a Roma, questa è rigenerazione.

La scuola si è attivata nel biennio 2020-2021 con due Summer Scool e sono in fase di progettazione il corso di perfezionamento City Governance e Rigenerazione Urbana ed un corso che si rivolga ai dirigenti comunali, anche per chiarire alcuni punti salienti del PNRR.

Ovviamente la condizione essenziale per l’avvio di una efficace politica di rigenerazione urbana è la conoscenza del patrimonio dismesso ma le fonti attualmente disponibili sono poche, frammentarie e non sistematiche. Vi sono casi di studio disponibili che riguardano le buone prassi, come l’area portuale di Bilbao, a cui fanno da contrappeso ferite aperte come l’Italsider di Bagnoli, in sostanziale abbandono fin dal 1993, o le colonie marine della Costiera riminese. Per studenti e studiosi è disponibile una raccolta di testi di varie discipline riguardanti la città, il territorio, l’ambiente e il paesaggio con la prospettiva di creare una biblioteca virtuale per una consultazione rapida.

Gli interventi dei successivi relatori hanno sottolineato l’importanza dell’accordo in termini non solo di formazione ma anche di informazione, alla luce del ruolo primario che stanno assumendo le università telematiche anche grazie all’impegno di professionisti e di grandi personalità come il prof. Bianchi.

A conclusione, una riflessione che si potrebbe definire ecologica: bisogna capovolgere la prospettiva edilizia. Non espandere ma utilizzare quello che già esiste e che ha in sé un enorme potenziale di crescita e miglioramento. Ma solo, però, se si lavora nei termini della rigenerazione urbana.