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Uvalde, Texas, Robb elementary, la strage

by Piera De Prosperis
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Biden: Sono stanco, dobbiamo agire e affrontare la lobby delle armi … perché queste sparatorie non accadono in altre parti del mondo? Perché vogliamo vivere con queste carneficine? E’ il momento di trasformare il dolore in azione e agire sulle armi … L’idea che un 18enne possa entrare in un negozio e acquistare un fucile è sbagliata.

Sappiamo che l’America non è nuova a situazioni del genere. Persone armate che senza un apparente motivo aprono il fuoco su vittime inermi. Il Presidente Biden ha ricordato quando dieci anni orsono andò in visita alla scuola elementare Sandy Cook in cui, ad opera di un ventenne armato, ci furono 26 vittime di cui 20 bambini. O come dimenticare la strage di Columbine del 1999, quando due studenti uccisero 12 compagni di classe ed un insegnante prima di uccidersi. E l’elenco potrebbe continuare. Quello che colpisce a guardare i dati è la frequenza con cui gli istituti scolastici diventano teatro di tragedie indicibili.

Salvador Ramos, ieri, utilizzando una legge del Texas che consente di comprare armi senza licenza, regalandosi un fucile per il suo compleanno, ha prima colpito la nonna e poi è andato a scuola. Quella che lui aveva frequentato e di cui forse conosceva ancora tutte le maestre. Se è chiaro che contro le lobby delle armi non si può fare niente, forse l’opinione pubblica americana dovrebbe interrogarsi su quest’altro aspetto: perché tornare a scuola? per vendicarsi di qualcosa? per dimostrare di saperci fare, di essere un duro?

I ragazzi protagonisti di queste tragiche vicende sono spesso inseriti in programmi di recupero perché già problematici, a volte sono stati vittime di bullismo, come appunto Ramos, afflitto da balbuzie.

Sappiamo come possono essere crudeli i bambini: nella loro semplicità non hanno sovrastrutture e fanno e dicono a volte cose molto gravi.

Ramos era balbuziente, di condizione socio-economica difficile, autolesionista, quale migliore soggetto per compagni poco sensibili. E la scuola non è riuscita ad intervenire né su di lui né su tutti gli altri giovanissimi omicidi del passato. E poi se a questi ragazzi già difficili si mettono in mano armi che fanno credere loro di poter vivere esperienze da videogioco, la mescolanza diventa esplosiva. Chissà cosa è passato nella mente e nell’animo di questo infelice a cui la vita nei suoi primi 18 anni è stata avara di gioie e soddisfazioni. Dargli così facilmente un’arma ha significato dargli la possibilità di risolvere in proprio tutte le sue difficoltà, attaccando i nemici.

Colpire nella nonna quella famiglia che con l’assenza educativa dei genitori non ha saputo fornirgli la dovuta formazione. Colpire in quella scuola le persone tutte che lo hanno reso un disadattato. E se le vittime sono bambini, ai suoi occhi non sono meno colpevoli come non lo erano i suoi amichetti. Ovviamente non c’è pietà per il suo gesto ma per l’iter che lo ha portato a questa drammatica scelta certamente sì.

E se Biden giustamente riprende la crociata contro le lobby delle armi che già Obama aveva intentato con scarso successo, forse una riflessione andrebbe anche fatta sui sistemi educativi, sull’assistenza sociale, sulla profonda spaccatura della cultura americana che nonostante tutto questo, vede Trump partecipare alla convention dei produttori di armi.

E si continuano a contare i morti.