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WALL-T di Protom per il Museo del Vino alla Reggia di Portici

by Lucia Coffi
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Il Museo dell’Arte, del Vino e della Vite (MAVV – WINE ART MUSEUM), allestito grazie anche alla collaborazione di Protom Group, intende presentare il mondo del vino come patrimonio artistico, culturale, scientifico e storico del territorio e promuovere il settore enologico come risorsa dello sviluppo economico. L’impiego delle nuove tecnologie può qui assumere un enorme valore di salvaguardia, diffusione e produzione di cultura, sviluppando al contempo modelli di business innovativi.

L’idea nasce dal lavoro di un team di appassionati del vino e esperti di sviluppo territoriale che, unendo le proprie competenze ed esperienze, hanno dato vita ad un progetto che interpreta in maniera ampia gran parte delle forme di nuovo linguaggio di un “museo” moderno che rappresenta una interessante realtà da visitare.

Negli anni, nella definizione di bene culturale, è andata aggiungendosi la componente immateriale, che non ne fissi l’importanza al valore puramente estetico e artistico, ma che lo allarghi al suo profilo immateriale intrinseco, quello di accrescere le conoscenze e migliorare la personalità degli individui.

Dunque, la prospettiva si allarga al punto da non doversi più preoccupare unicamente dell’integrità fisica del bene, ma anche della sua valorizzazione nella direzione di massima fruibilità. In tal senso intervengono le nuove tecnologie applicate al settore.

Le tecniche di ICT possono assumere una connotazione meramente comunicativa, presentando in maniera narrativa una serie di contenuti ad un pubblico ampio e variegato. Possono invece avere un intento didattico, prevedendo un pubblico e un linguaggio definiti. Tramite ricostruzioni tridimensionali interattive ed ambienti immersivi il processo cognitivo viene arricchito di contenuti visivi in realtà virtuale ed aumentata, usati come mezzo privilegiato per presentare anche visivamente concetti e situazioni storiche.

Proprio in tal senso il MAVV sperimenta l’uso di queste tecnologie in differenti declinazioni, avvalendosi dell’esperienza della Protom Group, che utilizzando il framework WALL-T è in grado di concepire e sviluppare una realtà virtuale “immersiva”, grazie all’integrazione di sensori biometrici e interfacce innovative.

Abbiamo chiesto a Giuseppe Santoro, Business Unit IT Manager dell’azienda, di spiegarci in che modo, nella pratica, tali tecnologie possono sposare il progetto di un museo del vino e di illustrarci quale exhibition Protom ha progettato e realizzato per l’occasione.

“Il nuovo approccio amplia gli stimoli per l’accesso emotivo, cognitivo ed è sempre più consapevole verso tutti gli elementi di valore della nostra cultura; possono essere inclusi elementi che raramente sono all’interno dello schema “museo” ma che di fatto rappresentano elementi fondanti di un “bene”. Un elemento narrativo multidisciplinare viene veicolato attraverso un’animazione che rende leggera la fruizione, ma che tuttavia accenna a molti elementi della storia del vino e di cosa ha rappresentato nel corso dell’evoluzione, a fatti ed eventi di natura biologica, ad elementi sociali, produttivi ed economici; pillole che scorrono collegando gli elementi chiave a piccoli sketch.

Diversa tecnica è rappresentata dal videomapping che, con estremo realismo nelle dimensioni e nella “fisicità”, mostra in modo spettacolare ed estremamente rigoroso l’importante processo di fermentazione che avviene all’interno, cambiando quindi registro comunicativo. Dal realismo della fermentazione “come non l’avete mai vista”, si passa al realismo “aumentato” con una visione immersiva della vite che ci permette di regolare con timelaps controllato dall’utente lo scorrere delle stagioni e cogliere i fenomeni vitali che portano alla crescita ed alla maturazione dei grappoli.

Infine, una serie di videogiochi tematici, specificamente indirizzati al pubblico dei millenial e dei post-millenial, dove ogni gioco parla di una fase della vinificazione, dalla raccolta dell’uva all’affinamento in cui in ogni partita ci si confronta con uno dei mille fattori che determinano la qualità e l’eccellenza di un prodotto, con un sommelier “virtuale” che alla fine giudica la produzione. Ancora realizzazioni di realtà aumentata che suggeriscono il corretto abbinamento tra bicchiere e bottiglia (questa volta fisica) prescelta ed elementi di videoarte completano l’allestimento”

In tal modo la storia, l’arte e l’intero patrimonio culturale, pur mantenendo il proprio valore estetico, si arricchisce e si rinnova nell’incontrarsi con l’ormai globale tendenza alla digitalizzazione e proponendo così nuovi modelli di fruizione. Il pubblico si amplia perché maggiormente coinvolto tramite la dimensione esperienziale; i contenuti sono semplici e comprensibili a tutti; ogni tipo di esperienza culturale può essere valorizzata, da quella celebrativa a quella ricreativa ed emozionale.

Il bene ha un valore culturale che non deriva dalla sua qualità oggettiva, ma dalla sua funzione sociale.