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World Water Forum

by Vincenzo Pascale da New York
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Dal 22 al 24 marzo scorsi si è tenuta a New York, presso la sede ONU, il Forum Mondiale sull’acqua. Una conferenza mondiale che ha visto coinvolti Stati Membri, Organizzazioni non Governative (ONG) e organizzazioni coinvolte con i processi di captazione e trattamento delle acque. Per l’Italia, l’Acquedotto Pugliese ha presentato una serie di risultati e ricerche, forte di una decennale esperienza sul tema.

Ora se per i Paesi del Global North (Paesi ricchi) si pone il problema dell’ottimizzazione delle risorse idriche e dell’ammodernamento degli impianti – a volte le perdite nella distribuzione dell’acqua superano il 30% del volume immesso in rete – legato ovviamente al costo dell’acqua, il problema acqua per i Paesi del Global South è drammatico. Ad essere ottimisti. Siccità che inaridisce le falde acquifere, conflitti etnici e, non ultimi, conflitti per l’utilizzo delle poche risorse idriche disponibili: tra pastori ed allevatori contro i contadini. La scarsità di acqua contribuisce ad innescare il meccanismo migratorio. Particolarmente grave in Africa Orientale, ove a causa del problema idrico milioni di pastori e contadini potrebbero migrare verso il Nord Africa e successivamente l’Europa.

Lo stesso Segretario Generale dell’ONU, Antonio Guterres, nell’aprire i lavori in Assemblea Plenaria ha posto il problema idrico come Diritto Umano, al pari di istruzione e salute. E proprio il problema idrico, ed il trattamento delle acque pongono serie preoccupazioni alla Sanità Mondiale. Attraverso la qualità del consumo di acqua passa la catena alimentare e biologica. Da acque inquinate possono scaturire nuove letali pandemie e processi di annientamento di popolazioni.

Insomma, ancora una volta l’ONU anticipa i tempi e progetta un futuro di salute per il Pianeta. Ma tocca al Global North, con la sua tecnologia, know-how e volontà di preservare la salute mondiale, attivarsi per questo enorme compito.