Dal 17 maggio al 7 dicembre, a Giarre, quinta edizione del Radicepura Garden Festival, biennale del giardino mediterraneo.
Tema di questa edizione, Chaos (and) Order in the Garden. Il direttore artistico, Antonio Perazzi: “I progetti selezionati esplorano il tema guida: dal caos rinasce la natura e si organizzano le idee. Il giardino in questo momento storico è a cavallo tra il naturale e l’artificiale e i progetti che saranno realizzati danno spazio ai tempi lenti propri della natura, rivelando la possibilità di creare stupore e meraviglia, assecondando lo sviluppo senza rigidi canoni di progettazione, un modo per rispettare l’ambiente e gli ecosistemi sottesi che in questo modo riescono a coabitare.
Saranno presentati dieci giardini, 8 in concorso e 2 nella categoria Off Gardens, realizzati da altrettanti team di architetti e paesaggisti under 36 selezionati tramite un bando internazionale. I progetti arrivano da Francia, Hong Kong, India, Islanda, Italia, Spagna, Stati Uniti.
Echoes di Claudio Bussei “crea relazioni e armonie che nascono dalla complessità del rapporto tra caos e ordine”.
Patio di Marta e Fernando Gamarro “è un giardino mediterraneo tradizionale ispirato ai famosi cortili andalusi ma con un approccio contemporaneo e sostenibile”.
The Rambunctious Garden di Parita Jani e Urvish Bhatt “è una pittura astratta ispirata al giardinaggio”.
Il Giardino della Palma Mazari di Nicholas Roth “è un tentativo di catturare l’interazione tra alcuni dei paesaggi selvaggi più distintivi ma poco conosciuti dell’Afghanistan e il regno coltivato dei suoi campi”.
Il miracolo di Quasimodo di Carlo Federico e Franco Enrico Serra è “ispirato a Specchio, una breve poesia di Salvatore Quasimodo”.
Giardino di Terra di Vincent Dumay e Baptiste Wullschleger “esplora soluzioni alternative per rispondere alle profonde trasformazioni in atto”.
Mira di Monica Torrisi e Giada Straci “è un giardino selvatico realizzato con piante autoctone della macchia mediterranea”.
Intricate Dance of Armonic Contrast di Koni Chan e Rose Tan “dimostra l’interazione tra caos e ordine”.
Fuori concorso. Ignivomus Hortus di Guđmundur Björnsson “è una satira dell’era moderna”. Living Fence di Asmita Raghuvanshy, Parth Patankar e Amol Nimkar “propone una vera e propria recinzione vivente”.
E poi mostre, work shop ed eventi. www.radicepurafestival.com