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A proposito degli “esaminatori di odori” dell’Arpac

by Flavio Cioffi
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Nasi a pagamento cercasi – nasi fini per annusare i miasmi – la Regione cerca annusatori di puzze – ecco i nasi che potranno essere assunti. Questi sono solo alcuni dei titoli dei giornali a commento dell’avviso pubblicato dall’Arpac per la selezione di “esaminatori di odori”. L’ironia è sempre benvenuta e questa volta è stata anche utile perché sono già pervenute molte richieste. Però è bene fare chiarezza. Ci siamo quindi rivolti al Direttore Tecnico dell’Arpac, Claudio Marro.

Chi sono questi esaminatori di odori e cosa devono fare?

Un gruppo di persone che vengono selezionate verificando la loro propensione naturale a riconoscere gli odori. Dopodiché vengono loro sottoposti in laboratorio i campioni di odori, prelevati con strumenti particolari e diluiti più volte, affinché li individuino. Quando almeno il 50% degli esaminatori percepisce l’odore, si stabilisce una certa soglia odorimetrica. Questo in ottemperanza ad una norma nazionale che prevede per gli impianti anche dei limiti agli odori.

Quindi in base alla percezione degli esaminatori si stabilisce se gli impianti hanno superato la soglia?

Per il momento non sono state ancora fissate delle soglie di legge, però sappiamo che il Ministero sta scrivendo il relativo regolamento che sarà pubblicato al più tardi per la fine dell’anno. Quindi stiamo realizzando il nostro laboratorio di olfattometria, attualmente in fase di allestimento, che eseguirà le analisi chimiche e si avvarrà della collaborazione degli esaminatori.

Insomma, vi state portando avanti col lavoro.

Eh si, perché gli esaminatori devono essere appunto preventivamente valutati e serve un gruppo abbastanza numeroso, perché devono ruotare e perché più sono più si oggettivizza l’analisi. Ne servono almeno 40, per cui è necessario un centinaio di candidati.

Che inizieranno a lavorare quando saranno fissate le soglie normative.

In realtà anche prima. Le problematiche delle maleodoranze sono diffuse e se un impianto viene indicato come probabile fonte emissiva noi possiamo fare le opportune analisi ed individuare il superamento della soglia di riferimento. Non ancora quella di legge, che ufficialmente non c’è, ma quella scientifica che viene utilizzata a livello internazionale. Gli stessi impianti misurano le proprie emissioni odorigene. Per alcuni parametri chimici, poi, i valori di riferimento esistono. Quindi stiamo realizzando il laboratorio di olfattometria e contestualmente stiamo selezionando gli esaminatori.

 

Se Arpac avesse avuto a disposizione questo personale quando ci fu l’emergenza miasmi nel giuglianese, sarebbe stato d’aiuto.

Ma di fatto lo fu. Non quello di Arpac, ovviamente, ma prelevammo i campioni e li mandammo ad una università del nord che aveva gli esaminatori e ci fornì elementi utili ad individuare le cause del fenomeno. L’analisi sensoriale è un tipo di analisi prevista e normata.

Però chiariamo bene una cosa: se avverti un cattivo odore non è che chiami l’Arpac.

Assolutamente no. Contrariamente a quello che alcuni giornali hanno scritto, se si avvertono esalazioni maleodoranti bisogna chiamare la polizia locale. Questa esegue i primi accertamenti e cerca di individuare la fonte del fenomeno. Solo dopo averla individuata avvisa l’Arpac che va a controllare se ci sono i presidi ambientali e se vengono rispettate le norme. Questo serve ad orientare il controllo. L’esaminatore non va in campo, ma lavora in un’apposita sala allestita presso il nostro laboratorio per poter esaminare le sacche d’aria prelevate presso le fonti delle esalazioni.