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Alessandra Clemente per fare insieme Napoli

by Flavio Cioffi
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Se c’è una cosa che colpisce entrando nella sede del comitato elettorale di Alessandra Clemente, candidata Sindaca di Napoli, è l’aria di gioventù che vi si respira. Giovane lei, giovani i suoi collaboratori. L’unico diversamente giovane ero io. Pazienza, ho pensato apprestandomi ad intervistarla.

I sondaggi danno Manfredi vincente, probabilmente al ballottaggio, al quale dovrebbe andare con Maresca o con Bassolino. E la Clemente?

Una prima considerazione su questa analisi di scenario: io ritengo che Manfredi non sarà Sindaco, in quanto in questo momento è un candidato fantasma. Non partecipa ai dibattiti, non attraversa le strade, le piazze, i mercati, il corpo e l’anima della città. Io che invece lo faccio tutti i giorni, sento la grande forza che mi sta venendo proprio dalla gente che incontro. Un senso di vicinanza e di fiducia che sta portando grande crescita alla nostra proposta politica per la città. Una proposta che fa della presenza, della coerenza e dell’identità i suoi punti di forza. Dall’altra parte, Napoli è una città che ha una profonda identità valoriale di centrosinistra e questo determina tutta la debolezza del candidato Maresca, che si era presentato come civico e in realtà invece del civismo ha portato il carroccio della Lega. Quella di Bassolino, poi, è una candidatura che guarda al passato di questa città e quindi, proprio per questo motivo, non la migliore. Le campagne elettorali hanno bisogno di entusiasmo, altrimenti si finisce per commentare il dato dell’astensionismo. Invece io, la mia squadra ed i miei candidati siamo fortemente impegnati all’insegna della partecipazione, ad avvicinare in modo libero e consapevole quante più persone a questo voto di portata epocale. Il prossimo sindaco, 2021-2026, dovrà infatti gestire i 227 milioni di euro previsti dal Pnrr per Napoli.

Proprio a questo proposito, si dice che Manfredi porti il valore aggiunto di una interlocuzione buona con il Governo e ottima con De Luca. E’ davvero un valore aggiunto?

Ricordo gli anni in cui erano sotto la stessa guida il Governo, la Regione e la Città di Napoli con Prodi, Bassolino e Iervolino. Sono stati gli anni della più grande crisi legata alla gestione dei rifiuti e alla faida di Scampia. Quindi non credo che il monocolore di un apparato sia la garanzia del miglioramento delle cose. Credo piuttosto che il futuro Sindaco debba garantire il superamento del principio dell’autonomia differenziata. Occorre una divisione delle risorse equivalente tra Nord e Sud per colmare il nostro grave Gap infrastrutturale. E’ poco credibile che chi è stato ministro, come Manfredi, o Presidente del consiglio, come Conte, proprio ora con un parlamento di prossima scadenza si propongano di mettere in campo dei provvedimenti che non hanno assunto prima.

I tre punti principali del suo programma.

Il piano dei trasporti. Non soltanto va assolutamente ultimato l’anello della metropolitana con l’apertura della stazione a Capodichino, ma il sistema dei trasporti va portato su scala metropolitana.

Cosa pensa dell’idea di De Luca di un’unica società di trasporti regionale?

Il sistema dei trasporti deve essere necessariamente metropolitano e le singole aziende devono rimanere forti. Occorre restituire al cittadino metropolitano un sistema integrato, anche notturno e assai più veloce dell’attuale. Quindi no ad una fusione di ANM con EAV.

Secondo punto.

L’ambiente. Una grande sfida di restituzione di intere parti del nostro territorio allo sviluppo: dal waterfront di San Giovanni all’area ovest di Bagnoli.

A proposito di Bagnoli.

Ad oggi ammontano a 456 milioni di euro i fondi per le bonifiche che sono partite grazie al lavoro del Commissario. Auspico che non soltanto quella zona diventi di interesse strategico nazionale, ma anche ZES.

Terzo punto.

Infanzia. Conto di mantenere, come Sindaca, una delega ai bambini della città, gli occhi del futuro della città. Fortificare le politiche dell’infanzia vuol dire portare l’asilo nido 0-6 anni come diritto di tutte le famiglie napoletane e vuol dire occuparsi della cura delle persone in modo forte e innovativo, anche attraverso l’anagrafe del rischio per monitorare l‘infanzia potenzialmente a rischio. Poi un grande progetto di adozione sociale, senza levare la potestà dei genitori, di quei bambini che vivono un contesto familiare di grande criticità.

Parliamo delle liste che la sostengono.

Il nostro progetto ha una fortissima identità politica, che però non si è chiusa in se stessa. Anzi, è stata in grado di attrarre una straordinaria partecipazione civica. Abbiamo liste al cui interno vi sono figure molto autorevoli, non candidati dell’ultimo minuto, e presentano tre grandi punti di forza. Le donne. Non candidate come quote rosa o in accoppiata ad uomini che si presumono elettoralmente più forti, ma protagoniste di questa sfida politica perché già protagoniste nella vita della città: nel sociale, nella cultura, nell’artigianato, nell’imprenditoria, nelle professioni, nella sanità. Poi la presenza dei giovani. La lista “Napoli 2030” è proprio un think tank di giovani che si candidano per portare il loro know-how nella progettazione europea alla loro città, anche per affrontare le sfide della digitalizzazione. Infine, candidati di grande esperienza amministrativa. Persone che hanno già attraversato la cosa pubblica in anni difficilissimi e che ora sanno esattamente, senza dover perder tempo, cosa fare per gestire al meglio i grandi investimenti in arrivo.

Lei ha dichiarato di essere capace di fare squadra. Cosa intende e a chi si rivolge?

Non credo alle persone sole al comando. Nel senso che è necessario dirigere l’orchestra consentendo alle ricchezze professionali, intellettuali, culturali, civiche che ci sono nella nostra città di sentirsi tutte protagoniste all’insegna di una grande stagione di partecipazione.

Un appello finale agli elettori è d’obbligo.

Votare la nostra proposta politica. Perché crede fortemente in se stessa, perché crede fortemente in questa città e perché non ha alcuna macchia sul proprio percorso. Perché si mette a disposizione del territorio, invitando i Napoletani a lavorare insieme. Per questo ho voluto un comitato elettorale aperto, al quale le persone si possono avvicinare, prendervi parte per fare squadra. Per fare insieme Napoli, in modo che il fare sia più forte delle parole.