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Anna Cannavacciuolo: la Marina d’Arechi e “la forza delle donne”

by Federica Inverso
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Marina D'Arechi

Chi pensa che il Marina d’Arechi sia “solo” uno dei maggiori porti turistici del Mediterraneo non ha toccato con mano la sua realtà. Il Port Village di Salerno, che fa capo al Gruppo Gallozzi, dispone infatti di 1000 posti barca, da 10 fino a 100 metri, in uno specchio acqueo di 340mila metri quadri, e rappresenta un punto di aggregazione, un villaggio sul mare della città. La costruzione del Marina è iniziata nel 2010 e nel 2012 è stata celebrata l’apertura, con l’inaugurazione dei primi 80 posti barca. L’ultimazione di tutte le opere a mare è arrivata nel 2017. Un ambizioso progetto per un investimento, ad oggi, di circa 85milioni di euro e un indotto lavorativo che ha coinvolto circa 500 persone. Dal 2011, Marine Manager di questa realtà è Anna Cannavacciuolo.

Di recente l’imprenditrice ha preso parte, in qualità di relatore, al convegno nazionale AIDDA nell’ambito del G20 dal titolo “La forza delle donne per la trasformazione”. Al centro del confronto, la necessità della partecipazione delle donne al processo di trasformazione del pensiero all’interno della transizione economica ed ecologica in atto, mettendo a disposizione il proprio contributo, in termini di idee e di esperienza imprenditoriale e professionale femminile. E la realtà del Marina d’Arechi è stata selezionata come azienda case history nel percorso di costruzione della sostenibilità, con un occhio particolare in tema di “sostenibilità sociale”: la gestione del Marina, infatti, ad oggi è composta al 70% da donne.

Tra le parole chiave: girl power, attenzione e tutela all’ambiente, promozione del territorio e turismo a 360°.

La nuova frontiera della portualità turistica richiede un’offerta di servizi sempre più ampia e ricercata, che non guardi solo ai diportisti ma all’intera città. Il nostro concetto di “port village” mette assieme la disponibilità della più sicura e confortevole infrastruttura per l’ormeggio delle imbarcazioni, in qualsiasi condizione meteo, con una forte attenzione alle persone che lo frequentano, diportisti o meno, alle quali assicurare un’atmosfera piacevole in ogni momento.

Un porto che cresce nel segno del rispetto ambientale.

La sostenibilità è parte integrante del nostro sogno, fin da quando Marina d’Arechi era solo un’idea. Noi non abbiamo bisogno oggi di mettere in campo azioni di transizione ecologica, perché l’attenzione all’ambiente è già alla base della progettazione e realizzazione della infrastruttura e costituisce oggi la premessa per la sua gestione. In fase di progettazione, abbiamo cercato di rendere quanto più possibile compatibile lo sviluppo economico, e quindi sociale, con il rispetto, la tutela, la protezione dell’ecosistema circostante, a mare e a terra. Consapevoli dei possibili impatti di un’opera infrastrutturale importante come la nostra, ma anche che l’ambiente, e la sua tutela, rappresentano un vero e proprio asset competitivo, ancora di più per un porto turistico. Come abbiamo agito? Innanzitutto, attraverso la localizzazione. Abbiamo scelto quello che era all’epoca il tratto più degradato del litorale salernitano, affinché la realizzazione di una marina di alta qualità, progettato con una forte vocazione alla tutela ambientale, potesse fare da motore di trascinamento della complessiva riqualificazione dell’ambito circostante. E in realtà negli anni così è stato. Poi con tre paletti progettuali, applicati in fase di realizzazione: il porto doveva essere “staccato da terra” per lasciare quanto più intoccata la linea di costa, la diga foranea non doveva avere altezza maggiore della quota dell’occhio umano in piedi sulle aree a terra, per non impedire la vista dell’orizzonte e non doveva contenere strutture in calcestruzzo, non doveva essere abbattuto neanche un albero per la realizzazione della infrastruttura.

A tutto ciò si aggiunge il Seabin, un innovativo sistema di raccolta di plastica in mare.

Si tratta di un dispositivo in grado di assicurare il filtraggio continuo delle acque del bacino portuale, separando e recuperando dal mare plastica, microplastiche fino a 2 mm e microfibre fino a 0,3 mm. Il Seabin, letteralmente “cestino rifiuti del mare”, nasce nel 2014 partendo dal basso, dalla volontà di un gruppo di giovani australiani, amanti del surf, nuoto, immersioni, spinti dalla passione per l’oceano e dalla consapevolezza che la cattiva gestione dei rifiuti li stava uccidendo. Essi lanciano la Seabin Project foundation for cleaner oceans, attivando una vera e propria comunità, programmi di istruzione, raccolta di dati, ricerca scientifica e tecnologica, attività educative, con un solo obiettivo: avere oceani privi di inquinamento per le future generazioni. Una volta installato, il Seabin è in grado di trattare 25.000 litri all’ora. I nuovi dispositivi sono stati immersi in due punti del Marina e sono in grado di funzionare 24 ore al giorno, raccogliendo molti più detriti in galleggiamento, soprattutto plastici, di quanto sia possibile con una raccolta manuale. La motivazione per la tutela dell’ambiente marino fa parte del nostro DNA e siamo certi di condividerla con tutti gli appassionati della nautica che decidono di scegliere Marina d’Arechi per la propria imbarcazione. Siamo sempre alla ricerca di tecnologie innovative che ci supportino nel percorso di cura della salute dei nostri mari e del nostro territorio. E Seabin è sicuramente una di queste.

Mentre il turismo via terra soffre a causa della pandemia, quello del mare sembra decollare. Come procede la stagione 2021?

Benissimo, abbiamo raggiunto già un’alta percentuale. Siamo già all’85% di barche presenti. In generale, si è risvegliato anche il mondo internazionale, nel Mediterraneo stanno transitando meravigliosi mega yacht.

Come definire la Marina d’Arechi?

Marina d’Arechi è prima di tutto una storia di grandi passioni e di forti sentimenti: la passione per il mare e per il proprio Paese, la voglia di realizzare qualcosa che rimarrà alle future generazioni, l’impegno a contribuire alla crescita economica della propria terra per accompagnarne lo sviluppo sociale, la determinazione a non mollare mai rispetto alle mille difficoltà che si sarebbero incontrate, la soddisfazione di creare una squadra affiatata e motivata con la quale condividere un percorso di vita e di soddisfazioni. Mi emoziona pensare a quanta strada abbiamo percorso in questi anni e a quanta determinazione ci abbiamo messo per arrivare fin qui.