fbpx
Home In Italia e nel mondo Comune destino

Comune destino

by Gianluca Volpe
0 comment

E’ da diversi giorni che sentiamo, e leggiamo, polemiche per le dichiarazioni più o meno discriminatorie nei confronti del Sud da parte di Feltri, giornalista che spesso salta agli onori della cronaca per le sue uscite sempre molto singolari (tanto per usare un eufemismo).

Premesso che il “personaggio” in sé desta pure particolare simpatia anche tra noi “terroni”, se non altro per il suo aspetto che un po’ ricorda il grande Eduardo De Filippo (una copia ovviamente molto mal riuscita) e per diverse rappresentazioni che se ne fanno a dir poco goffe, le sue dichiarazioni, benché contestualizzate, risultano spesso gravi ed indifendibili addirittura dal presidente dell’ordine dei giornalisti della Lombardia nato a Seregno (che non è certo un comune in provincia di Reggio Calabria).

L’Italia, intanto, ha festeggiato il 25 Aprile, data simbolo della “Liberazione” dal ventennio fascista, dall’occupazione nazista e soprattutto da ben 5 anni di guerra (altro che quarantena) in cui le vittime da contare necessitano di sei zeri, ma ancor di più, data dalla quale è cominciato un percorso che ha portato ad un governo democratico del nostro Paese.  Quest’anno, la “Festa Nazionale” ha regalato una particolare suggestione nell’immagine del Presidente Sergio Mattarella solo a deporre la corona all’Altare della Patria, e per la prima volta, senza cortei, né autorità, ne proclami di discorsi. Il Presidente della Repubblica ha preferito affidarsi ad un discorso scritto (https://www.quirinale.it/elementi/48740) del quale ci piace sottolineare alcune righe:

Nella nostra democrazia la dialettica e il contrasto delle opinioni non hanno mai, nei decenni, incrinato l’esigenza di unità del popolo italiano, divenuta essa stessa prerogativa della nostra identità. E dunque avvertiamo la consapevolezza di un comune destino come una riserva etica, di straordinario valore civile e istituzionale. L’abbiamo vista manifestarsi, nel sentirsi responsabili, verso la propria comunità ogni volta che eventi dolorosi hanno messo alla prova la capacità e la volontà di ripresa dei nostri territori“.

Vogliamo parlare ancora di Vittorio Feltri?

… buona Festa della Liberazione!