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Coronavirus. De Gregorio sulla situazione in EAV

by Umberto De Gregorio
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L’Autore è amministratore di EAV, la società regionale di trasporto pubblico locale.

La crisi del Coronavirus impatta su tutte le aziende di trasporto. Più al Nord che non al Centro-Sud, con punte di minore affluenza che raggiungono il 70% al Nord. In EAV e in Campania abbiamo un calo di almeno il 30%.

Stiamo cercando di seguire tutti i migliori comportamenti possibili. Già da prima che scoppiasse la crisi in Italia, abbiamo avviato la igienizzazione e disinfettazione, accurata, di treni e pullman. Abbiamo adottato anche la misura estrema di sospendere il controllo dei biglietti sui mezzi, sia su strada che su ferro. Cerchiamo di proteggere i nostri dipendenti, per quanto possibile, ai quali va un apprezzamento, perché stanno dimostrando in questa fase un senso di responsabilità davvero notevole. E’ chiaro che sono esposti in prima linea, ma ciononostante non si registra alcun incremento del tasso di assenteismo. In alcuni uffici particolari è partito il lavoro agile, in via sperimentale, credo per la prima volta in un’azienda partecipata della Regione Campania.

Insomma, il momento è molto critico. Da un lato c’è l’allerta e la paura del contagio, che potrebbe anche provocare nei prossimi giorni la paralisi di alcune aziende, dall’altro una crisi di ricavi da traffico molto importante. Il Ministro dei trasporti ne è informato e credo che verranno presi provvedimenti straordinari per evitare il tracollo di molte imprese.

E’ un momento molto difficile, lo ripeto. Nelle ore di punta la metropolitana, la circumvesuviana, la cumana sono ancora molto affollate e spesso non è ipotizzabile pensare ad un metro di distanza tra un passeggero e l’altro. Le distanze tra le persone restano molto, molto ravvicinate a causa dell’affollamento. Quanto meno in alcuni orari.

Quindi, che fare? Credo che bisogni andare avanti, lavorare, fare di tutto per evitare il contagio, innanzitutto per i nostri dipendenti, a tutela dei quali mettiamo in campo tutto quello che è possibile fare. Ma poi anche, ovviamente, per l’utenza. Per chi non ha altro mezzo di trasporto, per le persone che non sono privilegiate e non appartengono al mondo dei garantiti che possono, per esempio, fare il lavoro agile.

Penso alla povera gente, penso a chi lavora nei bar magari a nero, penso alle colf. Penso a tutto un mondo dove l’unica possibilità di lavoro, per non perdere il lavoro, è il mezzo di trasporto pubblico. Che in questo momento è un baluardo di responsabilità, di civiltà ed è allo stesso tempo un settore in crisi.