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Da Pompei alla Travel Experience di Rimini

by Federico L.I. FEDERICO
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In questi giorni il Mattino e altri giornali di area comprensoriale hanno riportato una notizia che – a parte la spettacolarità pirotecnica di certi titoloni – risulta realmente di notevole rilievo, con riflessi positivi possibili sul turismo comprensoriale. Quello più o meno fortemente legato alla realtà degli scavi di Pompei in primis, alla guida del folto drappello degli altri scavi vesuviani e di quelli stabiesi.

Facciamo eccezione per Ercolano che vive ormai una propria vita autonoma rispetto a Pompei, sotto il profilo squisitamente turistico e archeologico.

Intanto Napoli e le sue bellezze e il Museo Nazionale, in sigla MANN, macinano record di visite a ritmi impressionanti, ben più significativi di quelli di Pompei stessa. Noi così abbiamo predicato per anni, anche quando i ricorrenti proclami osanniani su scoperte e ri-scoperte erano assordanti, ma – a nostro avviso di esperti del settore – cominciavano a mostrare la corda… per di più, usurata.

Una comparazione statistica della crescita dei flussi turistici nel decennio farebbe infatti impallidire il Parco Archeologico e suoi numeri, certamente eccezionali. ma già altissimi in partenza per Pompei.

Ma ciò non inficia il ragionamento che andiamo di seguito a sviluppare. Anzi!!

Quindi da un punto di vista allargato dal Parco al Comprensorio vesuviano – di cui il Parco archeologico di Pompei è certamente il cuore, anche geografico, se ad esso si somma quello stabiese – emerge che comunque il traino di Pompei si conferma necessario, anzi indispensabile.

In questa direzione va anche la notizia data dal quotidiano Il Mattino e da altri giornali cartacei e non circa il successo decretato nel Quartiere Fieristico di Rimini in occasione della TTG Travel Experience.

La TTG Travel Experience – per intenderci senza anglismi di troppo – è la manifestazione italiana di riferimento per la promozione del Turismo di ogni parte del Mondo e per la Commercializzazione dell’offerta turistica italiana in ogni parte del Mondo, giunta alla Sessantesima edizione in un’area a elevatissima “identità” turistica.

Là ha potuto muoversi il giovane Assessore comunale al turismo Troianiello, sostenuto dal Consigliere La Marca, ma soprattutto dalla autorevolissima presenza della Delegazione di Pompei Città – per una volta, anzi per la prima volta – rappresentata congiuntamente dal Comune di Pompei, insieme al Santuario di Pompei e al Parco Archeologico di Pompei

 

 

Bisogna riconoscere che l’iniziativa è scaturita dalla precisa volontà del Sindaco Carmine Lo Sapio di imprimere una forte sterzata al programmi turistici pompeiani, normalmente ininfluenti sulla politica turistica locale e appesi a quella sovracomunale.

O, altrimenti, aggrappati alle rovine degli Scavi – i più visitati in Italia e tra i più famosi nel Mondo – e alla veste della Madonna di Pompei, cioè il Santuario tra i più visitati in Italia e tra i più famosi nel Mondo.

A Rimini questi due partners: l’Arcivescovo Prelato Tommaso Caputo e il Direttore Generale del Parco Gabriel Zuchtriegel, rappresentati di due diverse realtà comunque eccezionali, sono stati indotti dal Sindaco Carmine Lo Sapio a stabilire concreta sinergia con il Comune di Pompei e tra loro medesimi, anche in forza di un protocollo di intesa già vigente e destinato a rafforzarsi.

E ciò fino ad ottenerne la solidale partecipazione come Soggetto uno e trino a una manifestazione pubblica lontano da Pompei, per la prima volta nella storia breve del Comune, non ancora centenaria nemmeno per la prima volta.

Un clima simile, ma non così formalmente rappresentato, la nuova Pompei lo ha vissuto soltanto nell’immediato dopoguerra, quando tre Sindaci di Pompei, nel decennio tra il 1945 e il 1955: Romualdo Federico, Eduardo Santilli e Luigi Morlicchio, ebbero la ventura di essere affiancati da due giganti del calibro del Soprintendente Archeologico Amedeo Maiuri e del Vescovo Prelato Roberto Ronca, con i quali e grazie ai quali gettarono le basi della rinascita della nuova Pompei, emergente dalle macerie morali e materiali della Seconda Guerra Mondiale.

Successivamente il clima tra le tre Pompei non fu mai più così sereno collaborativo. Lo è però oggi. Ma questo di oggi è un merito oggettivo del Sindaco Lo Sapio e ciò va riconosciuto da amici e avversari. Ora però è lecito aspettare gli effetti positivi di questa nuova sinergia in vista dell’arrivo dei Fondi del PNRR – che hanno penalizzato la Pompei nuova e l’asse stradale della Via Ripuaria, intercomunale e interprovinciale (!) – e della adozione del PUC ormai in avanzato iter, che potrebbe ridefinire i perimetri tra le tre Pompei rafforzandone la identità unitaria.

Staremo a vedere.