Il 25 marzo è il Dantedì, la Giornata nazionale dedicata a Dante Alighieri. La data scelta per ricordare all’Italia e al mondo il genio di Dante è quella che viene riconosciuta come inizio del viaggio nell’aldilà della Divina Commedia.
Nel mezzo del cammin di nostra vita: 25 marzo 1300. Il 25 marzo era il Capodanno fiorentino, detto ab incarnatione, nove mesi esatti prima del Natale. 1300 perché, essendo Dante nato nel 1265, a quella data Dante aveva 35 anni. Già nel Convivio Dante aveva affermato che il punto sommo di questo arco dell’esistenza umana doveva trovarsi tra il trentesimo ed il quarantesimo anno e ne li perfettamente naturati, cioè negli individui di natura più perfetta nel trentacinquesimo anno.
Tante le iniziative, anche on line, organizzate dalle scuole, dagli studenti e dalle istituzioni culturali per celebrare il sommo poeta. Al netto di tante false e faziose interpretazioni, non ultima quella del Ministro Sangiuliano che lo ha definito il fondatore del pensiero di destra in Italia, perché ricordarlo, perché celebrarlo, perché studiarlo a scuola, perché amarlo ancora e di tanto infinito affetto?
Perché Dante siamo noi, perché in quel viaggio che porta il protagonista nei meandri più profondi del peccato per potersi elevare alle più alte sfere della perfezione compiamo non un viaggio con lui ma in lui. E attraverso lui. I dannati e i beati che il pellegrino incontra sono proiezioni dei suoi demeriti e dei suoi meriti. Nessuna delle visioni che egli ha è altro da sé. Non sono personaggi divisi dalla sua psiche ma figure in cui si riflettono le mille sfaccettature del suo animo. E’ in questo gigantesco ed eroico sforzo di racchiudere in sé tutta l’umanità con la sua condanna alla perdizione ed il suo anelito di salvezza che ci riconosciamo nella Commedia. Nessuno di noi si sente fuori dalla Commedia, fatte salve le differenze di tempi, i peccati sono quelli e gli exempla riportati nei gironi infernali, nelle cornici del Purgatorio o nei cieli del Paradiso, potrebbero avere una facile modernizzazione.
Questo spiega il fascino che ancora nelle scuole la lettura della Commedia suscita. Non c’è studente che non riviva, ad esempio, la passione di Paolo e Francesca che è la sua passione o il desiderio che sia tale.
Per la celebrazione di questa ricorrenza, 723 anni dopo l’inizio del cammino, le iniziative sono state tante, diverse ma accomunate da ragione e sentimento.
RaiCinema a Firenze lancia un progetto multimediale: un gioco online all’interno del metaverso (anche qui) con il player nelle vesti di Dante che compie un percorso in una selva oscura immersiva. Fin dove si spinge la modernizzazione, là dove forse basterebbe leggere il solo testo! Ma tant’è, questo è lo scotto da pagare alla tecnologia.
C’è poi per esempio il Dante in cattedrale nella Cattedrale di San Bartolomeo ad Avezzano o le letture dantesche al Museo Archeologico del Sannio caudino a Montesarchio o l’omaggio in musica al teatro Verdi di Salerno: concerto e coro con la Dante Simphony di Franz Liszt, a cura dei 102 allievi del Conservatorio Martucci. Sarebbe impossibile elencare tutte le proposte. Napoli ha scelto una chiave di lettura diversa. Celebrare Dante attraverso il ricordo di una grande bibliotecaria Guerriera Guerrieri La storia della biblioteca nazionale di Napoli attraverso l’opera della Guerrieri. Convinta che mostre bibliografiche favorissero la formazione delle coscienze di giovani e cittadini, oltre che far conoscere i tesori della biblioteca, in occasione del VII centenario della nascita di Dante nel 1965 organizzò una mostra di rari manoscritti e libri a stampa contenenti opere di Dante e commenti ad esse conservati nella Biblioteca.
Tiriamo le somme: celebrare Dante è un’occasione da non perdere, è come cantare tutti insieme l’Inno di Mameli, è come stenderci sul lettino dello strizzacervelli per uscirne più forti e liberi da tutti i nostri peccati.