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Divagazioni sul governo prossimo venturo

by Alessandro Bianchi
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Dal giorno successivo alle elezioni si sono succedute con impeto crescente previsioni e valutazioni su come sarà il prossimo Governo che, presumibilmente entro fine mese, i fatti confermeranno o smentiranno, in parte o in toto.

Allora ho pensato di avventurarmi anche io a fare alcune divagazioni su questo intrigante tema.

Divagazione 1: sull’incarico alla Meloni

E’ una questione che oggi sembra superata ma che a lungo si è posta come interrogativo: a chi verrà conferito l’incarico di formare il nuovo governo? E’ mai possibile che venga conferito alla Meloni, una persona sostanzialmente sconosciuta fino a poco tempo fa quando aveva una rappresentanza parlamentare del 4% e con non poche connotazioni fascistoidi?

Ferma restando la completa discrezionalità di decisione del Presidente della Repubblica, l’interrogativo era del tutto privo di logica.

Il partito della Meloni ha stravinto le elezioni e la coalizione di destra, pur con i due partiti alleati umiliati dal voto, è largamente maggioritaria. Dunque, proprio nel rigoroso rispetto della Costituzione, il Presidente Mattarella non potrà che conferire a lei l’incarico.

Altra questione è la composizione del Governo e la lista dei Ministri, sulla quale certamente il Presidente farà pesare il suo autorevole parere, auspicabilmente nel senso di frenare le velleità di alcuni, impresentabili personaggi.

Divagazione 2: Governo politico o tecnico?

Parliamo della politica, ovvero dell’arte e della tecnica del governare lo Stato e la vita pubblica. Ebbene tra le tante dissertazioni sentite, questa dell’antinomia tra politica e tecnica è certamente la più insensata.

Secondo la vulgata corrente l’appellativo di politico spetta solamente a chi è stato eletto in Parlamento o, in subordine, ha un ruolo in un partito politico.

Lui, e solo lui, può fare politica e se ricopre un incarico ministeriale può fare scelte politiche trasferibili in decreti, disegni di legge e simili. Gli altri sono dei tecnici, vale a dire persone competenti in qualche materia, che in quanto tali agiscono fuori dalla sfera politica.

Dunque da questa dotta posizione si deduce che Draghi come Presidente del Consiglio non ha fatto politica; che non ha fatto politica economica il Ministro Franco; che non ha fatto politica energetica il Ministro Cingolani; o che, prima di loro, non hanno fatto politica – bene o male che sia, non è questo il punto – Monti, la Fornero, Conte.

Ovviamente si tratta di stupidaggini a mano libera, dette da chi sostiene che gli incarichi vanno affidati a politici di mestiere e in questa logica reclamano nomine in ministeri che richiedono forti e specifiche competenze, come Economia, Università, Sanità, Infrastrutture, Energia, Trasporti, per citare solo alcuni dei più rilevanti.

Chi fa ragionamenti meno privi di senso dovrebbe dire: nei ministeri chiave servono persone competenti (tecnici) che abbiamo mostrato nel loro excursus una spiccata sensibilità per le implicazioni nella vita pubblica delle scelte che attengono al loro campo di azione. La figura corrispondente sarebbe quella di un politico che abbia una solida competenza in una determinata materia, figura di cui non sembrano esserci numerose legioni.

Divagazione 3: quanto durerà il nuovo Governo

L’interrogativo ha una pregnanza tutta particolare rispetto ai precedenti Governi, perché sono sul tappeto questioni che trascendono largamente i confini nazionali e non consentono esitazioni, posizioni ambigue, meno che meno contrarie.

Facciamo qualche esempio, tanto per capire.

Si può stare nella Unione Europea che ha condannato il regime vigente in Ungheria se si è compari di Orbàn?

Si può essere convinti europeisti, democratici e antifascisti se si è dalla stessa parte dell’estrema destra della Le Pen e dei neofranchisti di Vox?

Si può essere dalla parte dell’Ucraina e avere come compagno di viaggio un filorusso amico di vecchia data di Putin come Berlusconi?

Si può condividere la politica europea sull’immigrazione ed avere nel governo un indagato per reati in quel campo come Salvini?

E per venire ad alcune delle questioni interne.

Che posizione avrà il Governo in materia di diritti civili, in particolare di aborto, ius-scholae, ius-soli, ddl Zan e simili?

E come si regolerà nei confronti dei fiancheggiatori fascisti come Casa Pound e i Clan mafiosi di Ostia?

Divagazione 4: possiamo aspettarci qualcosa di diverso?

Se un Paese ha come Presidente del Consiglio una personalità come Mario Draghi, conosciuto e stimato nel mondo al punto da indirizzare le politiche dell’Unione Europea, ma la maggioranza degli italiani decide di sostituirlo con Giorgia Meloni possiamo aspettarci qualcosa di diverso? Possiamo mai pensare ad un Governo di alto profilo e di ispirazione progressista? Sarebbe una terribile ingenuità.

Quello che vedremo sarà un Governo di basso profilo, che esprimerà posizioni regressive, ispirato da un sovranismo miope e da un populismo da strapaese, zeppo di politicanti di mestiere.

Questo è quello che la maggioranza degli italiani ha voluto, e questo avrà.