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Giornata Mondiale dell’Autismo

by Vincenzo Pascale da New York
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Il prossimo 2 aprile, si celebra la Giornata Mondiale dell’Autismo. L’ONU da anni è in prima fila nel celebrare la giornata Mondiale dell’Autismo e neurodiversità. Parlare di autismo crea imbarazzo, unito ad una alterata conoscenza di questa diversità neurologica. Oggi si parla di soggetto nello spettro autistico. Quindi vari gradi di autismo: da quello lieve a casi gravi di assoluta chiusura, incomunicabilità (o presunta tale) con il mondo esterno. Appunto esterno. Quindi si tratta di “decodificare” i messaggi, le emozioni dei soggetti autistici gravi. Innanzitutto, l’autismo si manifesta già nei primi anni di vita. Dunque è necessario uno screening già a partire dal primo anno di vita. Questa attenzione medica è fondamentale per intervenire con terapie comportamentali e pratiche comunicative per alleviare le sofferenze neurologiche e comunicative dei soggetti autistici. Eppure in alcuni casi l’autismo si manifesta, in alcuni soggetti, con alcune peculiarità genialoidi. Tutti pensiamo al film RainMan interpretato da uno straordinario Dustin Hoffman, ragazzo autistico, manipolato da Tom Cruise, al fine di capitalizzare sulla genialità memoriale di Dustin Hoffman. La storia è creata di sana pianta, ispirata alle straordinarie capacità memorialistiche di Raimond Babbit . Un soggetto disabile capace di ricordare e ripetere una incredibile sequenza numerica. Insomma, un individuo dotato di una memoria straordinaria. E qui si rivela una delle peculiarità dei soggetti autistici: incredibile memoria e attività monomaniacale in alcuni campi. Ad esempio è nota la “passione” dei soggetti autistici per i treni. Ebbene, costoro riescono ad imparare tutto sui treni, a riconoscerli. Diventano dei grandi esperti sul tema. Come può accadere? Ancora non lo sappiamo. Tuttavia, rimane la possibilità di impiegare queste straordinarie capacità memoriali e cognitive di alcuni soggetti autistici. E’ nota la capacità straordinaria di concentrazione delle persone autistiche e la capacità di individuare “pattern” in complicate strutture digitali. Ad esempio il coding. Qui risiede la sfida valoriale del futuro delle persone nello spettro autistico. Capire la neurodiversità per incanalarla in processi creativi e produttivi e per valorizzare il talento cognitivo differente di queste persone. Capire che alcune persone (sempre in numero maggiore) interagiscono e comunicano con il mondo in maniera differente è la sfida del futuro. La neurodiversità è un valore creativo ed aggiunto alla nostra esistenza quotidiana. Magari ci aiuta a capire meglio noi stessi, cosiddetti normali.