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I “Tesori dei Faraoni” alle Scuderie del Quirinale

Un viaggio nel cuore dell’antico Egitto

by Francesca Pica
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Se amate l’arte antica, la storia delle civiltà o semplicemente desiderate lasciarvi sorprendere da un passato che continua a parlare, Tesori dei Faraoni rappresenta un’occasione imperdibile. Roma ospita una mostra che non solo svela opere di straordinaria bellezza, ma invita a riflettere su temi universali: potere, immortalità, fede e arte, tutti racchiusi nei tesori che i sovrani dell’antico Egitto hanno lasciato come eredità al mondo.

Nelle dieci sale delle Scuderie del Quirinale si compie un autentico viaggio nel tempo: 130 capolavori provenienti dal Museo Egizio del Cairo e da quello di Luxor riportano il visitatore sulle sponde del Nilo di cinquemila anni fa. Tesori dei Faraoni è un evento espositivo che racconta, attraverso oggetti unici, la storia di una delle civiltà più antiche e affascinanti del pianeta.

È un’occasione rara: alcuni pezzi sono esposti per la prima volta in Italia. Si tratta soltanto della seconda volta che l’Egitto autorizza una mostra di tale portata dopo quella di Palazzo Grassi a Venezia nei primi anni Duemila. Frutto di un’intensa attività di diplomazia culturale tra Italia ed Egitto, la rassegna ripercorre le tappe fondamentali della civiltà egizia, dalle origini all’età d’oro dei grandi faraoni del Nuovo Regno fino al Terzo Periodo Intermedio. La mostra resterà aperta fino al 3 maggio 2026.

Il suo fascino è duplice: estetico e intellettuale. Non si tratta soltanto di ammirare l’oro e la magnificenza, ma di comprendere quanto profondamente l’arte egizia abbia plasmato l’immaginario dell’Occidente e quanto ancora oggi sappia parlare a chi attraversa le sale, camminando accanto alla memoria di un passato che non smette di interrogare il presente. Il percorso espositivo si apre con la materia che per gli Egizi incarnava il divino: l’oro. Incorruttibile e luminoso, era considerato la sostanza degli dèi. È lo splendore della regina Ahhotep II, della celebre collana delle mosche d’oro, del corredo funerario di Psusennes I. In queste opere l’ornamento diventa linguaggio politico e teologia del potere, simbolo di un’autorità che si voleva eterna.

Segue una riflessione sul tema della morte come passaggio e rinascita, cuore del pensiero egizio. Il monumentale sarcofago di Tuya, madre della regina Tiye e nonna di Amenhotep III, il “faraone eretico” Akhenaton, domina questa sezione con la sua imponenza e la sua grazia funebre, invitando a meditare sull’idea dell’aldilà come trasformazione.

Ma oltre la regalità, la mostra restituisce anche il volto umano dell’Egitto. Le tombe dei funzionari, come quella di Sennefer, raccontano la dedizione e il senso del dovere di chi serviva il faraone come garante dell’ordine cosmico. La poltrona dorata di Sitamun, figlia di Amenofi III, introduce un registro domestico e affettivo: un oggetto d’uso quotidiano divenuto dono per l’eternità. Una sezione particolarmente suggestiva è quella dedicata alla “Città d’Oro” di Amenofi III, scoperta nel 2021 da Zahi Hawass. Utensili, sigilli e amuleti restituiscono la voce degli artigiani che costruivano la grandezza dei re, testimoni di una civiltà in cui ogni gesto univa sapere tecnico e senso religioso.

Il percorso si conclude con la Mensa Isiaca, databile tra il 30 a.C. e il 395 d.C., concessa dal Museo Egizio di Torino: un simbolo del legame tra Alessandria e Roma, e testimonianza delle radici seicentesche della passione torinese per l’Egitto.

Tesori dei Faraoni è, in definitiva, una mostra che coniuga prestigio, rarità e profondità storica. Offre al pubblico una straordinaria opportunità per avvicinarsi a una civiltà che continua a stupire, con un allestimento ambizioso e un racconto che va oltre la semplice esposizione, trasformando la visita in un vero e proprio viaggio nel cuore del tempo.

 

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