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Il convegno UCSI a Catania. La relazione del Presidente Franco Vorro

by Franco Vorro
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L’autore è Presidente dell’Unione Consorzi Stabili Italiani. La seguente relazione, di cui pubblichiamo un estratto, è stata presentata al convegno nazionale “Uniti si Cresce” dello scorso 18 ottobre a Catania.

Il modello d’impresa “Consorzio Stabile”. UCSI strumento per la tutela e la crescita dei Consorzi Stabili.

I Consorzi Stabili, come a voi noto, sono stati introdotti nell’ordinamento italiano con la legge n.109 del 1994, costituendo, all’epoca, una delle principali novità della legge quadro sui lavori pubblici. Oggi, trascorsi venticinque anni, si può convintamente affermare e documentare che la scelta del Legislatore fu valida ed avveduta, anche se la normativa in materia, pur frequentemente modificata, non ha mai risolto e regolato definitivamente il ruolo e le funzioni del soggetto giuridico “Consorzio Stabile”.

Dopo il primo decennio, che ha visto la nascita delle prime decine di Consorzi Stabili, si è registrato, infatti, negli anni successivi, la costituzione di centinaia di Consorzi Stabili, che raccolgono tutt’ora l’adesione di migliaia di aziende. Dai dati rilevati e pubblicati dall’ANAC si rileva che nell’ultimo decennio la crisi perdurante nel settore delle costruzioni ha provocato la fuoruscita dal mercato dei lavori pubblici di oltre dodicimila aziende, soprattutto tra Micro, Piccole e Medie Imprese; finanche a carico di talune Grandi Imprese si rilevano elevate criticità operative ed economiche.

I Consorzi Stabili, in positiva controtendenza, nonostante in passato abbiano accusato significativi casi di inattività, a causa soprattutto di normativa avversa e contraddittoria, oggi continuano a crescere sia nel loro numero assoluto, sia nell’incremento delle Imprese aderenti ai Consorzi Stabili esistenti.

Il consorzio stabile è un consorzio con attività esterna, disciplinato – in ampia misura – dalle disposizioni relative ai consorzi ordinari. Il Codice degli appalti pubblici prevede per la costituzione di un Consorzio Stabile che vi siano almeno tre soci, con una comune struttura d’impresa ed un periodo temporale previsto di attività per almeno cinque anni. I soci del Consorzio Stabile possono essere “soggetti” anche eterogenei, quali gli imprenditori individuali, anche artigiani, le società commerciali e le società di produzione e lavoro. Nel consorzio stabile è operativo il principio della “porta aperta”, per cui è sempre ordinariamente possibile entrare o uscire dalla compagine consortile. Il consorzio stabile può operare sia in nome e per conto proprio, sia in nome proprio e per conto di uno o più dei soci consorziati, indicati in sede di gara; tale ultimo caso non costituisce subappalto.

La qualificazione del Consorzio Stabile, ai fini del conseguimento dell’Attestazione SOA, avviene con il criterio del cosiddetto “cumulo alla rinfusa”, all’uopo utilizzando la sommatoria dei requisiti dei consorziati. Il Consorzio Stabile ed il consorziato, ove diverso da quelli per conto dei quali il consorzio partecipi alla gara, possono partecipare regolarmente alla medesima gara. L’Impresa socia consorziata di un Consorzio Stabile conserva la totale autonomia soggettiva ed operativa in tutte le proprie attività, se estranee al Consorzio medesimo. Nel Consorzio Stabile i consorziati affidatari dell’esecuzione delle prestazioni oggetto del contratto sono sempre responsabili, solidalmente con il fondo consortile, nei confronti del Committente, per il corretto adempimento delle obbligazioni.

Con tali premesse ben si può comprendere come il Consorzio Stabile possa essere considerato attrattivo per le Micro, Piccole e Medie Imprese, potendo rappresentare una valida soluzione alle criticità che spesso ne hanno impedito la crescita e che altrettanto spesso ne minacciano addirittura l’esistenza. La possibilità di sopperire alla carenza di categorie e/o classifiche nella propria Attestazione SOA, potendo così partecipare alle procedure di gare d’appalto in tutte le categorie e classifiche possedute dal proprio Consorzio Stabile, significa, altresì, poter utilizzare risorse e strumenti in grado di favorire positivamente la presenza sul mercato. Le capacità possedute e le ulteriori potenzialità che il Consorzio Stabile può realizzare in tempi brevi possono essere utilizzate proficuamente da ciascun socio consorziato, al fine di conseguire con maggiori possibilità gli obiettivi aziendali.

Nella normativa attuale non si individuano altre soluzioni che possano essere considerate in grado di risolvere con maggiori possibilità e probabilità le principali criticità aziendali delle Micro, Piccole e Medie Imprese: né l’avvalimento, né le Reti d’Imprese, né i Raggruppamenti temporanei. Soltanto il Consorzio Stabile può mettere a disposizione, efficacemente, oltre i requisiti suddetti e le strutture consortili, tutte le versatilità e le sinergie che il rapporto mutualistico e solidaristico tra i Soci può agevolmente consentire. L’Impresa, ancorché di dimensione micro, piccola o media, può aspirare ad operare efficacemente nel settore di mercato del livello superiore al proprio, altrimenti poco e difficilmente accessibile nella situazione attuale. Le possibilità esponenziali che con l’applicazione virtuosa del criterio del cosiddetto “cumulo alla rinfusa” si potrebbero conseguire, al fine di meglio attrezzarsi per favorire la crescita dimensionale del singolo Consorzio Stabile, rappresentano una peculiarità di grande significato.

Il modello d’impresa “Consorzio Stabile” opera nell’interesse di migliaia di Imprese di micro, piccola e media dimensione, che hanno rappresentato la peculiarità e la ricchezza del tessuto imprenditoriale italiano nel settore delle Costruzioni, a partire dal dopoguerra ed in tutte le situazioni di particolari emergenze, ivi compreso nelle aree terremotate e di particolare dissesto.

Consorziando migliaia di Imprese di micro, piccola e media dimensione, consente, pur salvaguardando le peculiarità delle medesime, di recuperare il gap di settore con le principali economie europee, che contano poche migliaia di imprese ma con dimensioni eccellenti, fornendo quindi alle nostre Imprese nazionali i margini di competitività necessari. Altresì consente di ampliare l’offerta e la sana e diversa concorrenza nel settore della Grande Impresa, dimostrando anche sul campo ed in cantiere di disporre delle competenze e delle risorse necessarie.

Quindi, il Consorzio Stabile si pone e si propone sempre di più quale “Operatore economico” all’altezza del ruolo e delle funzioni che la normativa in vigore gli prescrive e riconosce, potendo potenzialmente operare in molti settori ed in varie forme e dimensioni.

L’UCSI – Unione dei Consorzi Stabili Italiani, è l’Associazione di rappresentanza dei Consorzi Stabili, di Lavori, Servizi e Forniture, costituita nel 2006, con lo scopo principale di tutelare i loro legittimi interessi a livello istituzionale, al fine di favorire “…la promozione, la valorizzazione, la rappresentanza e la tutela degli interessi comuni degli Associati e dei Consorzi Stabili…”.

l’Associazione UCSI è ben consapevole che i Consorzi Stabili, pur espressione di un comune concetto giuridico, hanno forme costitutive, dimensioni, organizzazione e finalità differenti, per cui si rende istituzionalmente doveroso tutelare e favorire tutti “…nel rispetto delle specifiche individualità, caratteristiche organizzative e criteri gestionali di ciascuno…”

L’Associazione, considerate le attualità e le necessità, è sempre più impegnata nelle attività utili e necessarie per la crescita qualitativa dell’Istituto giuridico del Consorzio Stabile e del ruolo operativo dei propri Consorzi Associati, sia di Lavori che di Progettazione, promuovendo e favorendo “le azioni di studio, di informazione e di formazione, anche mediante consulenze, convenzioni ed accordi, con soggetti esterni ed istituzioni, per il raggiungimento dei fini istituzionali e degli scopi associativi.”  L’UCSI ha per “mission”: esaltare e favorire gli elementi di convergenza che determinano la possibilità di sviluppare obiettivi e programmi comuni a tutte le tipologie di Consorzi Stabili, al fine di tutelarli e di promuoverne la crescita.

Tra questi assume carattere preminente l’emanazione e/o il completamento di una normativa di settore che non consenta spazio ad interpretazioni soggettive, spesso contrastanti e quindi dannose, ma piuttosto si produca una disciplina organica, chiara, adatta ed utile all’importante settore dei Consorzi Stabili e delle migliaia di Imprese consorziate, micro, piccole e medie.

Parimenti necessaria è la stabilità delle regole e delle norme, in un sistema normativo complesso come è quello dei contratti e lavori pubblici, principale settore di riferimento per i Consorzi Stabili. Infatti, negli ultimi anni, nella giungla della disciplina codicistica italiana, ed espressamente nel Codice degli Appalti, sono state emanate norme che hanno contribuito ancora di più a bloccare il settore, con un groviglio di atti e di linee guida spesso confusi e difficilmente applicabili.

Il Decreto Legislativo 50 del 2016, unitamente ai correttivi n.56/2017 e 32/2019, con tutte le Linee guida ANAC correlate ed i Decreti di attuazione relativi (per la verità o per fortuna prodotti in numero molto ridotto rispetto a quanto previsto), hanno messa a dura prova il settore delle Costruzioni, senza risparmiare i Consorzi Stabili. Anzi, il “famigerato” comma 2, dell’articolo 47 del Codice, con una interpretazione malevola rischiava di provocare, alla scadenza dei cinque anni, il “de profundis” dei Consorzi Stabili, compromettendo ulteriormente le scarse possibilità operative di molte micro, piccole e medie Imprese, soprattutto in questi anni di crisi perdurante. La pronta ed incessante attività dell’UCSI … (è pervenuta) finalmente ad una versione sufficientemente accettabile dell’articolo 47, comma 2, del Codice, che recita: “2. I consorzi stabili di cui agli articoli 45, comma 2, lettera c), e 46, comma 1, lettera f), eseguono le prestazioni o con la propria struttura o tramite i consorziati indicati in sede di gara senza che ciò costituisca subappalto, ferma la responsabilità solidale degli stessi nei confronti della stazione appaltante…”

Ma, risolto finalmente e con sollievo un grosso problema, se ne presenta subito un altro, altrettanto delicato ed importante, di non facile ed immediata soluzione, che riguarda il settore dei Beni culturali, articoli dal 145 al 151 del Codice, ed in modo particolare l’art. 146, commi 1 e 2. Parte maggioritaria della giurisprudenza, con sentenze avverse, anche a seguito di non condivisibile delibera ANAC, non intende riconoscere l’applicazione del principio del “cumulo alla rinfusa” nel settore dei Beni culturali, adducendo motivazioni di natura quasi esclusivamente “politica” e non tecnico/giuridica, senza offrire per altro alcuna soluzione di crescita e di sblocco ad un mercato che in tal guisa risulterebbe chiuso alla concorrenza e destinato a consumarsi rapidamente nei suoi protagonisti. In sostanza, la sciagurata interpretazione ed applicazione delle citate norme, in senso restrittivo, impedirebbe ai Consorziati, non in possesso di categoria e/o classifica adeguata, di partecipare normalmente alle gare d’appalto, pur in presenza dei requisiti posseduti dal Consorzio Stabile di appartenenza.

I responsabili e gli esperti collaboratori dell’UCSI hanno elaborato in merito una proposta di soluzione normativa che è stata già prodotta nella consultazione informatica promossa dal Ministero Infrastrutture e Trasporti, a settembre 2019 … con ciò significando di dover distinguere opportunamente tra la fase di qualificazione in gara e la fase di realizzazione delle opere, creando il giusto equilibrio tra tutti i legittimi interessi in campo, nel pieno rispetto dell’interesse pubblico e del bene comune.

L’eccellente lavoro sin qui svolto alimenta vieppiù la convinzione che, sinergicamente, si possa trovare consenso ed accoglimento, da parte degli organi legiferanti, delle importanti e vitali proposte avanzate dall’UCSI per conto dei Consorzi Stabili e delle Imprese consorziate.

Ed è per questo che l’UCSI … sta operando anche per ulteriori nuovi obiettivi gestionali ed operativi, quali, ad esempio:

Ramificazioni più concrete sul territorio, mediante la costituzione di Consigli Direttivi Regionali, in modo da essere più presenti sull’intero territorio Nazionale e poter soddisfare più puntualmente le esigenze dei Consorzi Stabili.

Studio e produzione di una disciplina organica sui Consorzi Stabili, redazione di emendamenti e proposte sulla normativa esistente, informazione e divulgazione delle attività espletate e degli atti prodotti.

Iniziative volte a conseguire il pieno coinvolgimento dell’UCSI nelle sedi ed ai tavoli delle consultazioni.

Mappatura degli stakeholders ed individuazione delle priorità di contatto, al fine di realizzare le opportune aggregazioni strategiche.

Organizzazione e cura del codice deontologico dell’Associazione.

Modifiche dello Statuto.

Predisposizione di atti costitutivi e gestionali di interesse dei Consorzi Stabili.

Protocollo di legalità da stipularsi d’intesa con le Prefetture.

I circa duecentosessanta Consorzi Stabili operanti e quindi attivi, le circa tremila imprese in essi consorziate, la crescita regolare del numero dei Consorzi Stabili, l’incremento costante del numero dei soci consorziati per singolo consorzio, l’aumento di categorie e classifiche, i fatturati sempre più significativi, la partecipazione massiccia alle gare d’appalto, anche di importi rilevanti, l’acquisizione di commesse per opere anche di strategico interesse, sono tutti elementi indicatori, senza ombra di dubbio, della validità e convenienza a far parte di un Consorzio Stabile.