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Il racconto della Serie A, il rush finale

by Luigi Gravagnuolo
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Tradizionalmente le otto giornate finali sono considerate il rush finale dei campionati di Serie A. Quest’anno, per la concomitanza della pausa per le nazionali proprio prima della nonultima, possiamo considerare ‘rush’ le ultime nove giornate. Si comincerà domani, sabato 30 marzo, trentesima giornata del campionato, con il lunch match Napoli-Atalanta. Aperitivo appetitoso per chi ama le partite che contano. E sì, perché oramai contano solo le partite in cui è in gioco l’Europa e quelle in coda.

Lo scudetto è già cucito sulle maglie dell’Inter. In verità ci saremmo aspettati una ben diversa performance della Juve da febbraio in poi. Storicamente le squadre di mister Allegri si erano sempre caratterizzate per avvii faticosi e recuperi prodigiosi nei gironi di ritorno. Quest’anno invece la Juve è crollata proprio nel girone di ritorno, tanto da essere raggiunta e superata dal brillante Milan di Pioli. Addirittura oggi, a nove giornate dalla fine, la sua distanza dall’Inter ammonta a diciassette punti! Faticherà anche a raggiungere i 72 punti reali (62 legali, a causa della penalizzazione) dello scorso campionato. Forse il peggiore campionato di Allegri da quando è a Torino.

Molto meglio sta facendo il Milan. Era partito in affanno, scontando forse una preparazione affrettata. Stentava ad assorbire la perdita di Tonali a centrocampo ed era stato funestato da infortuni muscolari e traumatici in serie, che ne avevano falcidiato la difesa. Poi, passo dopo passo, Pioli ha aggiustato le cose, coadiuvato dal ‘pelide’ Ibrahimovic, motivatore aggiunto. In questo momento i rossoneri sono al secondo posto e tutto lascia pensare che ci resteranno fino alla 38ma, quando a San Siro sulla Salernitana si spegneranno i riflettori della Serie A.

I primi tre posti sono dunque aggiudicati. Inter, Milan e Juve, la nobiltà storica della Serie A, sono già in Champions. Per loro, grosso modo, il campionato è già finito. Basterà l’ordinario per arrivare indenni al traguardo.

In coda invece i giochi sono ancora aperti. Si è detto della Salernitana, già in B; ma le altre due retrocessioni sono ancora in bilico. Dal Lecce al Sassuolo, sette squadre, rinchiuse in quattro punti, stanno lottando con le unghie e con i denti per difendere la categoria. Saranno decisivi i numerosi scontri diretti previsti in calendario, a cominciare dai due di questa giornata: Cagliari-Verona e Sassuolo-Udinese.

Chiudiamo con la lotta per i posti utili per l’Europa. Per la Champions, aggiudicate le prime tre posizioni, resta il quarto posto in classifica sicuro e il quinto probabile. Dunque per il Bologna è quasi fatta. Ad oggi dista dal sesto posto sette lunghezze. Per il campionato disputato finora e per alcune eccellenze della sua rosa – Skorupski, Calafiori, Ferguson e Zirzkee, per citarne una per reparto – sarebbe il giusto premio.

Ma l’Atalanta, sesta in classifica, deve recuperare la partita con la Fiorentina rinviata a causa dell’infarto che ha ucciso il DS viola, Joe Barone, nei minuti precedenti la partita del 17 marzo. Se, quando la gara si disputerà, i bergamaschi la vincessero, nell’attuale classifica starebbero a meno quattro punti dal Bologna, che dunque non è al sicuro.

Dietro il Bologna, a tre lunghezze c’è la Roma, resuscitata da Daniele De Rossi in panchina. I capitolini sotto il profilo atletico e sotto quello dell’autostima sono in uno stato di grazia e si propongono di agguantare il quarto posto, per il quale avranno a disposizione lo scontro diretto del prossimo 22 aprile all’Olimpico, 33^ giornata. Prima affronteranno due squadre in lotta per la salvezza, Lecce e Udinese, a casa loro; la Lazio, derby di fuoco da sempre; e il Milan. Sarà tosta mantenere solo tre lunghezze dal Bologna fino allo scontro diretto del 22 aprile.

Subito dietro la Roma troviamo le due che domani apriranno la trentesima giornata, Atalanta e Napoli; ad oggi la prima in Europa League e il Napoli in Conference League. Partita che conta dunque, come dicevamo all’inizio. In gioco non c’è solo il piazzamento in EL o in CL, ma la speranza di potersela giocare fino all’ultimo addirittura per la Champions. Per questo obiettivo dovrebbero raggiungere la quinta posizione in classifica e sperare che le italiane restate in corsa per le competizioni europee si facciano valere, così da rafforzare il ranking della Serie A su scala europea, che ad oggi assegna cinque posti in Champions alla Serie A.

Quinto posto e Champions in ballo dunque. A mio avviso per arrivarci saranno necessari non meno di 66 punti in classifica. Non meno vuol dire che potrebbero bastare anche solo 66 punti. Il Napoli, per arrivarci dovrebbe fare 21 punti in 9 partite, cioè vincerne sette su nove. Ha quindi ancora un bonus di due sconfitte da poter gestire. Consumato il bonus, anche un pareggio chiuderebbe i giochi. Il calendario non è proibitivo. Sulla carta la squadra, rivitalizzata dalla cura Calzona, può farcela. L’importante però è non solo limitare a solo due le eventuali sconfitte, ma anche che esse non capitino negli scontri con le dirette concorrenti. A cominciare da quello di domani al Maradona con l’Atalanta.

Se gli orobici vincono, di fatto eliminano il Napoli dalla corsa, salvo che dopo gli azzurri non inanellino otto vittorie su otto partite ancora da disputare. Otto vittorie che sarebbero necessarie anche in caso di pareggio, beninteso. Una vittoria dei partenopei al contrario li proietterebbe di slancio nello sprint finale. E col bonus di due sconfitte ancora a disposizione. Sì, questa partita conta davvero!