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Il sindaco Cimmino sul porto di Castellammare

by Redazione
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“Bisogna incontrare subito la proprietà della Fincantieri … deve farci capire in che modo vuole investire sul cantiere navale e bisogna rinnovare le infrastrutture. Questa sarà una delle mie priorità”. Così lo scorso luglio, all’indomani della presentazione della sua Giunta, il Sindaco di Castellammare, Gaetano Cimmino, nel corso dell’intervista che ci rilasciò.

Da allora, si è sviluppato un proficuo confronto sulle prospettive di crescita del terzo porto della Campania, strategico e baricentrico rispetto a quelli di Napoli e Salerno, sbocco ideale del sistema del turismo archeologico del Grande Progetto Pompei, ed è emersa chiaramente, direi inevitabilmente, la centralità del ruolo di Fincantieri.

Ci è sembrato quindi utile promuovere un’occasione di dibattito sullo sviluppo portuale e l’industria cantieristica, che si terrà proprio a Castellammare il prossimo gennaio, tra i vari soggetti istituzionali ed economici coinvolti. Tra questi, in primis, il Comune.

Sindaco, qual è il suo programma per il porto di Castellammare?

Sicuramente riconvertirlo. Occorre un intervento di ristrutturazione radicale per realizzare le infrastrutture necessarie a uno sviluppo turistico. Si tratta di collegare il porto al centro storico, all’interno del quale va inserito un percorso turistico religioso, sfruttando gli strumenti della Zona Economica Speciale e del Sisma Bonus per interventi di riqualificazione urbana e adeguamento infrastrutturale.

Ovviamente la Fincantieri non può essere assolutamente trascurata, il cantiere di Castellammare è un esempio virtuoso per tutta la cantieristica nazionale.

Ma il rilancio dell’attività turistica del porto è compatibile con la cantieristica?

E’ certamente compatibile nella misura in cui si creano le infrastrutture necessarie. Già ora la Stabia Main Port, nata da pochi anni, porta a Castellammare i megayacht e i gigayacht. Certamente non si può più parlare di porto commerciale perché ormai le strutture sono in disuso. Noi pensiamo, anzi, ad una decompressione volumetrica.

Io immagino una piazza a mare che dia sfogo al centro storico e il rilancio delle attività portuali grazie all’arrivo di giga e megayacht, con infrastrutture idonee ad accogliere i turisti.

D’altronde lo stesso Bono, AD di Fincantieri, ha confermato in più di un’occasione una particolare attenzione al cantiere stabiese, quindi sono convinto che le due cose possano combaciare.

Qualcuno ipotizza un nuovo bacino di carenaggio.

Attualmente in Fincantieri, a Castellammare, lavorano oltre 500 unità, i dipendenti dell’indotto sono per l’89% del territorio e siamo in una fase di recupero. Si sta realizzando la seconda nave militare più grande d’Italia. Se si pensa ad un nuovo bacino occorre un forte investimento. Si potrebbero realizzare navi intere e non solo tronconi, ma dipende dalle strategie della Società.

Bisogna certamente intervenire per ammodernare gli impianti e far capire alla città che Fincantieri esiste e c’è la volontà di mantenerla aperta. Sono sicuro che ci saranno investimenti seri sulla cantieristica stabiese.

Torniamo alle infrastrutture per il turismo.

Come sindaco ho il diritto/dovere di favorire lo sviluppo di quell’area della città affinché non si venga a Castellammare solo a parcheggiare gli yacht, ma si abbia la possibilità di visitare quelle che sono le nostre risorse e le nostre ricchezze. Mi riferisco alle antiche terme, mi riferisco agli scavi archeologici e soprattutto al patrimonio storico religioso.

Come sono i rapporti con l’Autorità portuale?

I rapporti sono buoni, nello spirito della proficua collaborazione. L’interlocuzione con il presidente Spirito è continua.

E’ chiaro che ci sono tanti problemi che dobbiamo affrontare e risolvere insieme ed esiste l’esigenza da parte degli operatori locali di una maggiore attenzione, maggiori investimenti sulla manutenzione ordinaria, prima di tutto, e sulla realizzazione di infrastrutture di supporto alle attività esistenti, per migliorarle e rilanciarle. Ma la sinergia con l’Autorità portuale è già di per sé un grande risultato.

Avere una visione comune dello sviluppo di questa zona ci consentirà di sederci al tavolo con il governo regionale e con il governo centrale avendo un’idea condivisa e saremo quindi capaci di portare avanti battaglie comuni e di ottenere, sicuramente, risultati in termini di investimenti per la nostra città.

Ritiene valida la nostra iniziativa di una tavola rotonda su questi argomenti?

Non solo la ritengo valida, ma io ne sarò l’attore principale perché ho a cuore le sorti della mia città e, soprattutto, credo fortemente nello sviluppo di questo territorio che per troppi anni è stato mortificato. Forse proprio perché è mancata una strategia concreta e condivisa di sviluppo.

Quindi, benvenuta la vostra iniziativa che sarà un’utilissima occasione di confronto, anche personale oltre che istituzionale, e di dibattito. La discussione può essere anche forte, aspra, ma poi deve portare risultati. In sintesi, investimenti concreti sul territorio.

Per concludere, una valutazione dei primi mesi da sindaco?

Ho trovato sicuramente una città in continua emergenza. Dobbiamo lavorare, nonostante la grave carenza di organico, per uscire da questa situazione e riportare la normalità a Castellammare. Penso che ci siano tutti i presupposti perché questo avvenga. Soprattutto la forte voglia da parte dei cittadini stabiesi di ritrovare quella identità che è stata persa negli anni.

di Redazione

Tavola Rotonda

Castellammare tra sviluppo portuale e industria cantieristica. Il ruolo di Fincantieri.

Castellammare di Stabia, 29 gennaio 2019