fbpx
Home Regionali 2020 Intervista a Gennaro Migliore

Intervista a Gennaro Migliore

by Flavio Cioffi
0 comment

Partiamo dal risultato dell’Umbria.

E’ stata una sconfitta molto secca e per certi versi attesa. Sia perché il centrodestra aveva già vinto in molte amministrazioni locali, sia perché la scelta di anticipare la fine della consiliatura dopo le indagini che ci sono state ha determinato la rottura del patto di fiducia che lega le amministrazioni, e le forze politiche che le sostengono, alla popolazione. Una sconfitta molto bruciante ma che non ha un rilievo nazionale. Anzi, penso sinceramente che se oggi si votasse per le politiche in Umbria il centrosinistra riavrebbe la maggioranza.

E Italia Viva non ha presentato liste.

Per ragioni legate alla nostra nascita recente. Abbiamo deciso che di volta in volta, nelle varie Regioni, valuteremo se presentarle. Anche perché il nostro apporto potrebbe tranquillamente avvenire attraverso liste civiche. Siamo certamente pronti a presentarci alle prossime elezioni politiche, che per quanto ci riguarda ci saranno nel 2023.

Politicamente parlando, fra una vita. Ma il prossimo gennaio è la volta dell’Emilia-Romagna.

Dove sosteniamo senza se e senza ma Bonaccini, che ha svolto in maniera eccellente il suo mandato. Il modello emiliano-romagnolo va esportato, visto che si trova ai vertici per crescita, produttività, integrazione sociale, sanità. Insomma, siamo all’avanguardia con quel governo regionale che penso avrà tutte le possibilità di vincere. Se presentare o meno una nostra lista lo decideremo anche con i nostri rappresentanti locali.

Siamo arrivati alla Campania. Sosterrete De Luca?

Noi in Campania abbiamo intenzione di lavorare a una coalizione quanto più performante possibile. Se sarà De Luca il candidato che saprà unire la maggior parte delle forze politiche, sosterremo De Luca. Altrimenti si aprirà una discussione che risentirà anche di una trattativa a livello nazionale.

Quando parla di coalizione performante si riferisce anche ai 5Stelle?

Mi riferisco a una coalizione che può vincere. Quindi dal punto di vista teorico la presenza dei 5Stelle potrebbe favorire questo risultato. E’ del tutto evidente, però, che ci devono essere le condizioni politico programmatiche e per ora la discussione è appena avviata.

E De Magistris?

De Magistris a sua volta, come esponente tutt’ora in carica di un’Amministrazione che certo non è di destra, dovrà fare ovviamente le sue valutazioni se appoggiare o meno il candidato unitario.

E’ vero che lei aspira a fare il sindaco di Napoli?

Io lavoro per la città. L’ho fatto da consigliere comunale, l’ho fatto da deputato e continuerò a farlo. Ho ricevuto molto da questa città, dove ho fatto le mie prime esperienze politiche, dove sono stato eletto. Essere al servizio di una città è sempre un onore, però le elezioni comunali sono distanti e quindi valuteremo a tempo debito.

Cos’è Italia Viva in Campania?

Innanzitutto, questo enorme fermento che siamo riusciti a intercettare. Alla presentazione ufficiale si è avuta una partecipazione superiore a qualsiasi altra manifestazione, anche di quando eravamo nel PD, negli ultimi 5 anni. E’ soprattutto l’esperienza di una nuova vitalità in un panorama politico come quello campano che è stato troppo fermo, direi addirittura paralizzato, negli ultimi anni. E si sono visti i risultati disastrosi delle ultime politiche. Noi dobbiamo cercare di riattivare la partecipazione della cittadinanza su questioni concrete, che fino ad oggi sono state date per scontate. La buona amministrazione, quando c’è, non basta. In molti Comuni con Sindaci di centrosinistra abbiamo avuto risultati pessimi. Italia Viva è appunto uno spazio di elaborazione di una politica ragionata per costruire un percorso di rinnovamento a tutti i livelli.

Ma chi la rappresenta sul territorio? Lei?

Io sono uno dei fondatori e quindi sicuramente la rappresento, come altri. Italia Viva è nata in Parlamento ed io fino a poco tempo fa ne ero l’unico parlamentare campano. Poi si è aggregato Catello Vitiello, eletto col M5S, e auspico che se ne aggiungeranno altri. Più che rappresentarla sono al servizio, in Campania e a livello nazionale, di Italia Viva della quale ho scritto, insieme alla collega Lisa Noia, la carta dei valori cioè la carta fondativa.

La vedo soddisfatto delle adesioni campane.

Si. Esisteva un lavoro già ben consolidato dei comitati civici, lanciati alla Leopolda dell’anno scorso, e grazie a loro, ai fuoriusciti dal PD e soprattutto alle tante persone che si stanno avvicinando, la Campania può rappresentare una punta avanzata del progetto politico di Italia Viva.

Quindi in Campania si aspetta più del 5% nazionale che vi attribuiscono i sondaggi?

In realtà siamo già arrivati al 6% secondo i sondaggisti più accreditati. Se questo accade dopo solo un mese dalla fondazione, mi aspetto che, di qui alle prossime regionali, in Campania possiamo puntare alla doppia cifra.

Veniamo ai temi specifici. Autonomia differenziata.

Finalmente è andato in soffitta il progetto di Zaia. Il ministro Boccia sta facendo un buon lavoro, anche perché ha chiuso definitivamente la partita relativa all’istruzione e credo che questo sia un buon auspicio. Come rappresentanti politici di questo territorio abbiamo il dovere di accettare la sfida della competitività, ma mai accetteremo la divisione dell’Italia.

Emergenza lavoro al Sud.

Più che un’emergenza è una cronicità. A me sembra che nel corso di questo ultimo anno e mezzo si sia perso ulteriormente tempo. Abbiamo bisogno certamente di un intervento pubblico, ma anche di imprese che investano. Quindi rafforzare la Pubblica Amministrazione come luogo di promozione di investimenti pubblici e privati. Bisogna fare del Sud una piattaforma avanzata nei servizi, nella produzione innovativa e trattenere la Whirlpool, la Fincantieri e le grandi aziende che comunque ci sono nel nostro territorio.

Non muove alcuna critica alla gestione di De Luca in questi 5 anni?

Ci sono elementi che potevano essere affrontati con maggiore slancio. Penso per esempio al tema delle ecoballe, che dopo che il Governo Renzi aveva dato mezzo miliardo di euro non è stato affrontato con la necessaria determinazione. Penso alla sanità, che è il principale servizio di competenza regionale e il cui stato è sotto gli occhi di tutti i cittadini. Bisognerà fare di più.

Molti giovani del Sud vanno a studiare o a cercare lavoro a nord, soprattutto a Milano. Se dovesse dir loro qualcosa?

Anche mio figlio studia a Milano. Per me la mobilità delle persone è fondamentale, ma sono contrario al fatto che siano costretti ad emigrare. Perciò gli dico: tornate sempre a darci una mano. E non votate il più populista, ma quello che ha un progetto di lungo termine, che conosce la differenza tra investimento e assistenza. Molti ragazzi sono sfiduciati e si sono affidati alle mani sbagliate. Il risultato eclatante dei 5Stelle nel Mezzogiorno è il segno di una sconfitta, di un abbandono. Proprio oggi (ieri, NdR) il rapporto Svimez dimostra che sul piano occupazionale il reddito di cittadinanza non ha funzionato e il Sud ha bisogno soprattutto di lavoro.

Anche il risanamento di Bagnoli aiuterebbe.

Bagnoli è il mio primo assillo nella trasformazione di Napoli, insieme alla zona orientale. Credo che San Giovanni-Ponticelli e Bagnoli siano sicuramente elementi di potenzialità enorme per il nostro territorio, non solo per Napoli. Su questo vedo una pigrizia intellettuale da parte dei nostri attuali responsabili politici. Il Sindaco ha utilizzato molto positivamente, e io l’ho anche apprezzato per questo, la promozione turistica della città ma Napoli non può vivere di solo turismo. Bagnoli è stata la grande occasione mancata di tutte le Amministrazioni che si sono succedute, spero che la prossima risolva questo problema.

Intende la sua?

(Risata)