Las Vegas, se qualcuno mi avesse offerto un viaggio in questa città famosa soprattutto per il gioco d’azzardo, avrei rinunciato senza riserve, ma poi si parte e il viaggio prende forma strada facendo. Così, con un pezzo di cuore lasciato nella Death Valley, abbiamo percorso miglia e miglia di deserto; un viaggio surreale con una temperatura sempre intorno ai 40 gradi, tra rocce, cactus e polvere in un paesaggio così uguale a sé stesso da farti perdere il senso del tempo e del luogo. A interrompere questo stato di trans è il cartello con la scritta “Nevada” e, poco dopo, ecco che si intravede la città sorta in pochi anni come un miraggio nel bel mezzo del deserto. “Welcome to faboulous Las Vegas. Nevada”, annuncia il grande cartellone che dà il benvenuto proprio all’inizio della Strip, lo sfavillante vialone che taglia in due la città, su cui si affacciano i principali hotel-casinò, lungo più di sei chilometri.
La Strip è fantastica e l’impatto è molto forte, la prima cosa che colpisce sono le luci che illuminano a giorno anche di notte. Non per caso: l’intento è farti perdere la nozione del tempo, così, se sei a un tavolo da gioco, non saprai se è mattina, pomeriggio o notte e continuerai a puntare tutto quello che ti rimane. È la filosofia di Las Vegas, una volta entrati, sarà la città a dare il ritmo e scandire il tuo tempo, non resta che assecondarla, conservando se possibile, qualche circospezione.
Qui si viene soprattutto per divertirsi, qualcuno viene per trasgredire, tanto nessuno si scandalizza, né per i fiumi di denaro, né per i fiumi di alcool che scorrono. Sarà per questo che è conosciuta anche come Sin city (città del peccato). Non ci sono orari, non ci sono moralismi. Sulla Strip, sulle scale mobili, nei fast food, nei negozi del lusso, masse di turisti avanzano, fotografano, mangiano, bevono in un continuo frastuono di musica e insegne al neon.
Gli hotel qui sono tutti grandiosi. Rappresentano le maggiori città del mondo: Parigi, Venezia, Roma, New York, l’Egitto. Quando si parla di alberghi a Las Vegas non ci si riferisce a luoghi destinati alla sola sistemazione in camera, qui gli hotel sono il punto focale della vita della città e ogni struttura è una vera e propria cittadella a tema, con casinò, intrattenimenti dedicati, spettacoli con star di fama internazionale, cappelle per matrimoni, (se ne celebrano ogni anno più di 120.000 matrimoni) ristoranti, piscine e relax. Sì, perché a Las Vegas l’imperativo categorico sembra essere “entra dove vuoi e resta di stucco!”. Le sconfinate hall degli alberghi hanno centinaia di sale da gioco, in uno scenario ai confini della realtà con persone che passano da un tavolo verde a una slot machine e viceversa.
Scegliere l’albergo a Las Vegas è come optare per un universo parallelo in cui vivere per qualche giorno. Se amate le atmosfere lagunari The Venetian è un hotel che vi farà sentire a Venezia con canali solcati dalle gondole, una riproduzione di Piazza San Marco e tanti altri dettagli, che ricreano la perfetta illusione del panorama veneziano. Basta spostarsi di poco per passare all’antico Egitto del Luxor o alla Roma degli imperatori del Caesar Palace, alla torre Eiffel del Paris. Strabiliante il ramo del Lago di Como con spettacolo di fontane danzanti al Bellagio. Proprio quest’estate è stata l’ultima occasione per assistere all’esplosione del vulcano del Mirage Hotel, un’istallazione che dal tramonto cominciava a lanciare sfere di fuoco a più di 4 metri di altezza. Il suono, registrato a partire dalle eruzioni dei vulcani veri e propri, completava l’esperienza, rendendola realistica. Chiusura definitiva e al suo posto verrà costruito un nuovo albergo della catena Hard Rock, quella famosa per gli Hard Rock Cafe.
Gli hotel e i casinò sono stati pensati proprio per attrarre turisti, anche quelli non interessati al gioco d’azzardo, Las Vegas è diventata, molto velocemente, un gigantesco parco tematico pensato prevalentemente per un pubblico adulto, introducendo sempre nuove tecnologie e spettacoli all’avanguardia. Attrazioni come la ruota panoramica High Roller, i concerti di residenti come Celine Dion e Lady Gaga, e l’incredibile varietà di ristoranti gourmet guidati da chef celebri, sono solo alcuni esempi di come Las Vegas si sia trasformata in una destinazione globale per il divertimento e l’intrattenimento.
L’unica cosa che manca è la sobrietà. Non solo non è tutto oro quel che luccica, ma spesso anche i marmi sono solo cartapesta e lungo le strade si vedono orde di turisti americani malvestiti, che cercano un divertimento semplice attraverso un lusso che abbaglia ma che è lontano anni luce dalla cultura e dall’eleganza. Eppure, nonostante Las Vegas sia la regina del kitsch e dell’eccesso, quando vai via ti porti dietro una certa bellezza astratta come se avessi visitato un non-luogo, che però riesce ad affascinare anche l’europeo più snob e raffinato.
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Descrizione plastica dei non luoghi! Effimero e tangibile restituito in una sola dimensione! Complimenti a Francesca Pica.
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