fbpx
Home Ambiente Le barche da diporto inquinano la baia di Nerano

Le barche da diporto inquinano la baia di Nerano

by Ferdinando Maria Cioffi
0 comment

“Colpisce il caso verificatosi nell’acqua di balneazione denominata Punta Montalto nel Comune di Massa Lubrense (NA), dove lo scorso 8 luglio … i tecnici Arpac hanno ritenuto di dover prelevare un campione aggiuntivo per la presenza di rifiuti vegetali misti a schiume rade. In questo campione è stata rilevata una presenza di enterococchi intestinali oltre i limiti. Si tratta di un’area caratterizzata da un tratto di costa rocciosa con assenza di insediamenti abitativi, di corsi d’acqua e di spiagge: in altri termini, non sono presenti potenziali fonti di contaminazione fecale. L’ipotesi più probabile è che si tratti di un inquinamento occasionale dovuto all’affluenza di imbarcazioni da diporto che nel weekend hanno affollato la baia di Nerano e il campo boe gestito dalla Area marina protetta di Punta Campanella. All’origine del fenomeno, dunque, potrebbero esserci le cattive abitudini di diportisti che scaricano acque reflue in acque adibite alla balneazione.”

Lo scrive l’Agenzia regionale per l’ambiente in Campania facendo il punto della balneabilità dopo i primi 15 giorni di luglio. Più di 200 campioni di acqua di mare prelevati i cui esiti analitici hanno mostrato finora 7 casi di superamento dei valori limite di contaminazione fecale (escherichia coli ed enterococchi intestinali) con conseguenti divieti temporanei di balneazione a Monte di Procida (Marina di Vita Fumo), Massa Lubrense (Punta Montalto), Pozzuoli (La Pietra e Area Industriale), Vietri sul mare (Marina di Vietri Secondo Tratto), Pontecagnano Faiano (Sud Picentino) e Salerno (Est Fiume Irno).

Per tutti questi sforamenti saranno effettuati ulteriori prelievi per verificare l’eventuale rientro nei limiti di legge. In questo caso i sindaci dei comuni interessati potranno revocare i divieti di balneazione temporanei.

Infatti – chiarisce l’Arpac – la carica batterica nell’ambiente marino subisce un decadimento naturale dovuto a diversi fattori (diluizione, abbattimento dovuto ai raggi ultravioletti del sole, disidratazione osmotica dovuta all’ambiente salino, differenze di temperatura) e la sopravvivenza microbica nelle acque di mare è comunque limitata a massimo 3 giorni per escherichia coli e 5 giorni per gli enterococchi intestinali.

Questo spiega perché, cessata la causa dell’inquinamento, i divieti di balneazione possono essere revocati dopo alcuni giorni e spesso non è necessario estenderlo a tratti di costa limitrofi.