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Pompei. Lo strabismo del nuovo Consiglio comunale

by Federico L. I. Federico
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In questi giorni sui social stanno piovendo consensi sulla nuova amministrazione a guida Lo Sapio. Il nuovo sindaco infatti ha riaperto al volo il capitolo di spesa per le manutenzioni di strade e piazze. Ora sta rimettendo in moto la macchina comunale dopo una colpevole stasi dovuta all’impasse prolungato della crisi – prima amministrativa e poi fiduciaria – che ha strangolato e poi travolto la precedente amministrazione a guida Amitrano, con la conseguente ed ennesima sciagurata gestione commissariale. Fortunatamente breve e durata solo dalla primavera all’autunno con l’elezione del nuovo Sindaco.

Due delle iniziative della nuova Amministrazione hanno però risvegliato le polemiche del periodo elettorale. Si è fatta viva la minoranza, composta da sei consiglieri comunali e guidata dal candidato sindaco soccombente Di Casola, il quale però si ritrova alla conduzione di una compagine in cui sono rappresentate più anime, da destra a sinistra, per quel che può valere oggi l’etichettatura politica dei cinque consiglieri oggi all’opposizione della giunta Lo Sapio.

Una prima sortita forte dell’opposizione riguarda la delocalizzazione della sede del “Forum dei giovani” e il subentro in quella sede, in pieno centro città, di una delegazione della Croce Rossa, con compiti anche legati all’emergenza COVID. Sulla decisione l’opposizione nata dalle urne ha espresso la propria indignazione. Ma il fatto non ha trovato adeguato consenso nel comune sentire, in quanto la presenza attiva della Croce Rossa, meritoria e antica organizzazione di dimensione internazionale, non può che aggiungere valore alla dimensione civica di Pompei, Città e non semplice comune, come decretato per Legge.

I giovani, d’ogni colore e pensiero, potranno ritrovarsi nel loro Forum, anche se non in pieno centro Città, tranquillamente ed efficacemente, se e quando vorranno. E ciò non è stato loro negato; questo il punto essenziale.

Scrivendo così non temiamo di essere tacciati di benevolenza verso la nuova amministrazione, in quanto vogliamo solo liberamente esprimere sui fatti il nostro pensiero di giornale libero da schieramenti preconfezionati. E purtroppo dobbiamo riscontrare che lo strabismo che affligge oggi il consesso del consiglio comunale di Pompei è notevole. Infatti, mentre da parte dell’amministrazione comunale – e quindi della maggioranza consiliare – si profila e si afferma una “linea del fare” concreta e pragmatica che trova consensi nella città, da parte invece della minoranza non emergono proposte alternative per un fare nuovo per il domani di Pompei. Anzi, all’opposto.

La Minoranza ha ricominciato cioè dal vecchio e dal passato richiedendo la convocazione di un consiglio comunale “tematico” sul Progetto EAV di riqualificazione della linea ferrata ex Circumvesuviana e di gran parte dell’area Nord del territorio pompeiano.

Come se la questione non fosse stata alla ribalta della cronaca quotidiana per mesi e non fosse approdata legittimamente in Consiglio comunale nell’anno passato, dopo avere superato contestazioni, eccezioni, controlli di legittimità e di merito in ogni sede, da quella micro-locale a quella regionale. E tutto questo avveniva sotto l’incalzare di micro-populismi micro-sovranisti di un quartiere – né cittadino né rurale – addossato al centro urbano, ma emarginato e reso periferico dai binari ferroviari.

Un quartiere che rifiuta la modernità di qualche sottopasso carrabile che lo avvicinerebbe al centro Città, liberando quest’ultimo dalla morsa quotidiana di un traffico di attraversamento verso i comuni vesuviani, reso parossistico dal ritmo inesorabile delle sbarre dei passaggi a livello in funzione ininterrottamente nelle prime ore della sera, con ricadute nefaste sulla salute dei residenti, avvolti in una puntuale coltre di nocivo smog.

Ebbene, ora che la cantierizzazione è pronta a partire, la minoranza vuole ridiscutere la questione. Che dire ancora? Beh! Nel fare nostra la celebre frase “Ogni popolo ha il governo che si merita”, noi aggiungiamo ad essa: “ma anche il Consiglio comunale che si merita.”