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C4E per proteggere l’ambiente, parte 1

by Luca Cicala
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L’Autore, ricercatore del CIRA, è stato il coordinatore tecnico scientifico del progetto C4E.

 

Nella simbolica e suggestiva cornice della Reggia di Carditello è stato presentato recentemente il progetto C4E – Crowd for the Environment, coordinato dal CIRA S.c.p.A. (Centro Italiano Ricerche Aerospaziali) e da Analist Group s.r.l., frutto della collaborazione tra diversi partner come l’Università degli Studi di Napoli “L’Orientale”, l’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale, Expert AI S.p.A., MapSat s.r.l. , AI Tech s.r.l., Major Bit Consulting s.r.l. Hanno contribuito anche l’Università degli Studi di Napoli “Parthenope” (Lab. di Monitoraggio Ambientale Avanzato ed Ingegneria Forense) e l’Università degli Studi di Ferrara (Laboratorio di Tecnologie Nucleari Applicate all’Ambiente).

 

 

Il progetto C4E si è posto un obiettivo ambizioso e cioè quello di contribuire alla lotta al fenomeno dell’abbandono illecito dei rifiuti, che affligge molte aree del pianeta, attraverso l’impiego di nuove tecnologie in ambito “Smart Communities” (tecnologie informatiche e sensoristiche). In particolare si vuole allertare con continuità, capillarità e tempestività le istituzioni in merito all’evoluzione sul territorio della problematica degli sversamenti abusivi, con particolare riferimento alla formazione di microdiscariche abusive (siti soggetti a reiterato e sistematico abbandono illecito di rifiuti).

I rifiuti apportano danno all’ambiente e alla salute umana perché, oltre a produrre percolato che inquina le falde acquifere, sono anche soggetti all’innesco di roghi. Il loro abbandono illecito è causato molto spesso da attività produttive abusive che, per sfuggire ai controlli, smaltiscono al di fuori della filiera legale i risultati di scarto della produzione.

La lotta a questo fenomeno presenta notevoli criticità di carattere sociologico ed economico. Le attività di prevenzione e di repressione si scontrano spesso con l’assenza di soluzioni strutturali, soprattutto nei territori più poveri.

Le risorse impegnate nella protezione dell’ambiente sono ancora insufficienti e gli accordi internazionali di portata globale sono ancora poco incisivi perché si prediligono ancora altri tipi di investimenti volti a rafforzare l’economia di mercato.

Proprio perché i budget da poter impiegare sono limitati, le attività di monitoraggio del territorio risultano di estrema importanza nell’indirizzare efficientemente le risorse umane e strumentali disponibili, consentendo una pianificazione strategica e tattica degli interventi. Proprio con questa finalità il Ministero dell’Università e della Ricerca ha cofinanziato un progetto di ricerca e innovazione dal costo complessivo di 6 milioni di euro denominato “Crowd for the Environment: Monitoraggio degli sversamenti illegali attraverso l’impiego sinergico di tecnologie avanzate e delle segnalazioni spontanee del cittadino”, acronimo “C4E”.

Le industrie e i centri di ricerca hanno così indirizzato le proprie risorse economiche (una buona parte dei costi di progetto) e le proprie strategie di innovazione verso tematiche di interesse ambientale. Questa scommessa risulta promettente anche in funzione degli importanti investimenti del Ministero della Transizione Ecologica nell’ambito del Programma Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che prevede lo sviluppo di una piattaforma nazionale per il monitoraggio ambientale articolata in sistemi di osservazione regionali.

Il suddetto progetto è stato monitorato da un comitato tecnico composto da esperti di SMA Campania s.p.a. e ARPA Campania per gli aspetti inerenti le applicazioni ambientali delle tecnologie proposte.

 

  • Fig. 1 – logo del progetto C4E.
  • Fig. 2 – Intervento del Presidente del CIRA (Antonio Blandini) al convegno del 15 giugno. Sullo sfondo Flavio Cioffi, direttore di Gente e Territorio (moderatore dell’evento), e Luca Cicala (coordinatore tecnico scientifico del prog. C4E).