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Casamicciola, le emergenze dei Commissari Straordinari

by Pietro Spirito
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Continua a crescere il bilancio delle vittime e dei danni determinati dal disastro di Casamicciola: per ora (alle 10e40) sono stati recuperati dal fango otto morti, restano ancora altri quattro dispersi, mentre gli sfollati sono 230. I soccorritori continuano intanto incessantemente la loro opera per il recupero delle salme che ancora non sono state trovate, ed anche per soccorrere le persone senza tetto.

Il Consiglio dei Ministri ha dichiarato lo stato di emergenza, che durerà un anno, ed ha provveduto a stanziare i primi due milioni di euro per gli interventi urgenti, provvedendo anche alla nomina del Commissario straordinario, Simonetta Calcaterra.

Questo Commissario si aggiunge al commissario straordinario di governo per l’emergenza idrogeologica della Campania, Vincenzo De Luca, ed al commissario straordinario per la emergenza post-terremoto, attualmente Giovanni Legnini, che è succeduto ad altri due commissari straordinari in un terremoto che è accaduto 5 anni fa.

Cerchiamo di riepilogare: tre commissari al terremoto di Casamicciola in cinque anni, al ritmo di successione delle crisi di governo della Repubblica; tre commissari straordinari sono invece all’opera in modo contestuale: uno al terremoto, uno alla emergenza di Casamicciola, una alla crisi idrogeologica.

Con tre commissari straordinari all’opera ci sarà certamente bisogno di un coordinamento: si potrebbe procedere alla nomina di un ulteriore commissario straordinario per il coordinamento di tutte le emergenze di Casamicciola. Lo dico ovviamente con amarezza. Invece di rinsaldare le amministrazioni nel loro assetto ordinario si continua nel florilegio delle superfetazioni di organismi con poteri apparentemente risolutivi, che poi finiscono per lasciare le questioni nella loro cruda difficoltà che si ripete nel tempo, finendo per determinare la ripetizione delle tragedie.

Casamicciola si trova nel crocevia di tre drammatiche fragilità: il rischio sismico, il rischio idrogeologico, il rischio edilizio. I primi due fattori sono di origine naturale, ma il terzo costituisce il portato di azioni umane che non sono mai state corrette nell’arco di decenni.

Ventisettemila domande di sanatoria su 63,000 abitanti presenti ad Ischia è un dato parlante, senza che si aggiunga altro. Se nel 2018 nel decreto Genova si è consentito ai tre comuni del terremoto del 2017 di poter fruire delle condizioni di sanatoria di miglior favore, vale a dire quelle in base alle quali si poteva ricostruire anche in zona rossa, risulta evidente in modo palmare che le istituzioni e le norme hanno sinora parlato il linguaggio del clientelismo e non quello del buon senso.

Intanto, l’emergenza climatica avanza in modo implacabile e rende sempre più urgente la necessità di mettere in sicurezza i territori a rischio idrogeologico. Sinora, i fatti sono andati in direzione inversa. I problemi derivanti dall’assetto delicato del territorio sono stati aggravati dai comportamenti e dalle decisioni degli uomini. Poi si piangono i morti, senza nemmeno ritegno.

Ora parliamo di Ischia, ma dovremmo ricordarci della Calabria e della Liguria. L’Italia dimostra sinora una costante incapacità ad affrontare in via preventiva i problemi che conosce perfettamente. Li ha sinora risolti con la nomina di commissari straordinari, ed ora comincia a trovare la strada di far proliferare su singole vicende una molteplicità di commissari.

Forse, qualcosa si comincerà a vedere nel concreto quando alle figure taumaturgiche si sostituiranno i poteri ordinari al lavoro in modo solerte. Quanti vigili urbani operano ad Ischia? Perché i seicento decreti di abbattimento di edifici abusivi non sono stati eseguiti in nessuno caso?

Vorremmo proprio che in questo caso non calasse il sipario su Casamicciola. Il rito degli ultimi decenni precede qualche giorno di cordoglio, e poi una dimenticanza totale, sino alla prossima tragedia. Ricordiamoci invece l’alluvione di Firenze, in una Italia diversa. Fu l’occasione per il riscatto del Paese: un momento di unione e di ricerca del miglioramento.

Non sarebbe auspicabile che alla prossima tragedia venisse nominato un pacchetto di commissari straordinari. Anche perché temiamo che nasca un sindacato di queste figure, alle quali spesso è assegnato un compito impossibile, mentre il resto dell’Italia si dedica a dimenticare in fretta quello che è accaduto. Mentre il prossimo condono edilizio resta in agguato, da mettere in campo in un momento di parentesi tra due tragedie.