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Concorso di idee per Bagnoli. Chi lo vuole e chi no.

by Lucia Severino
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Conoscete i signori nella foto? Sono nell’ordine, partendo da sinistra, Domenico Arcuri (AD di Invitalia), Francesco Floro Flores (Commissario di Governo per Bagnoli), Alessandro Castagnaro (Presidente della Consulta delle costruzioni di Napoli) e Carmine Piscopo (Assessore all’urbanistica del Comune di Napoli).

Invitalia è l’Agenzia nazionale soggetto attuatore degli interventi a Bagnoli. Il Commissario e il Comune sappiamo cosa sono. Invece, cos’è la Consulta delle Costruzioni?

Si tratta di un organismo di supporto tecnico che ha la funzione di promuovere, su specifiche iniziative che raccolgono il consenso delle sue componenti, un dialogo con le Istituzioni sulle questioni attinenti al governo del territorio. Ne fanno parte 23 sigle, tra le quali spiccano, nella fattispecie, l’ACEN (ossia i costruttori napoletani), svariati Ordini professionali e l’Unione industriali di Napoli.

Ebbene, lo scorso 9 dicembre, la Consulta delle costruzioni ha spedito una lettera infuocata (da noi pubblicata integralmente il 14 dicembre) al ministro Provenzano, contro il concorso internazionale di idee bandito da Invitalia per il disegno del nuovo paesaggio di Bagnoli.

Apriti cielo. Si è scatenata un’improvvisa, quanto sospetta, polemica. Tutti contro Invitalia, persino il Commissario che ne è cliente, per così dire, in quanto rea di aver avviato un concorso che parte da una domanda generica e priva di una efficace visione strategica. Non solo. Anche di aver presentato ufficialmente il concorso a Milano prima che a Napoli.

In realtà si è fatta (volutamente?) una certa confusione. Floro Flores ha preso salomonicamente le distanze, quasi non sapesse nulla (ma è lui il Commissario?). L’assessore Piscopo, che è favorevole al concorso, si è invece doluto del mancato coinvolgimento in merito alla presentazione milanese. Arcuri ha mandato, nella sostanza, tutti a quel paese: il concorso sarebbe stata una iniziativa condivisa e la presentazione si sarebbe tenuta prima a Milano per motivi tecnici.

Oggi sono scaduti i termini per il ricevimento delle candidature. E’ cambiato o cambierà qualcosa?

Ma procediamo con ordine.

Lo scorso giugno la Conferenza dei servizi approva lo Stralcio urbanistico al PRARU (il piano di rigenerazione urbana) di Bagnoli. La Regione vota contro, parlando di “una previsione di destinazioni d’uso generiche e peraltro nemmeno innovative” (assessore Discepolo) e sparando a zero su Invitalia (“bilancio molto negativo”), Floro Flores (“dire che c’è una difficoltà a operare è singolare”) e l’allora ministro Lezzi (“temo che non abbia il quadro della complessità del caso”). Il Comune di Napoli, invece, lo difende a spada tratta. “Finalmente abbiamo un Piano di rigenerazione” – sostiene l’assessore Piscopo – “una progettazione condivisa”. In quella sede fu annunciata l’imminente pubblicazione del concorso internazionale e non si registrarono particolari opposizioni. Anzi.

Il concorso ha per oggetto il disegno del nuovo paesaggio di Bagnoli compresa la definizione planivolumetrica del nuovo edificato di cui al PRARU. Alle ore 11 di oggi sono scaduti i termini per la presentazione delle candidature. Quindi, un’apposita Commissione selezionerà i 20 candidati ammessi, i quali avranno poi 85 giorni per presentare le loro idee progettuali. Alla fine, il primo classificato riceverà un premio di 150.000 euro, il secondo di 100.000 e il terzo di 75.000. Invitalia si riserva di affidare al vincitore la realizzazione dei successivi livelli di progettazione, dell’importo stimato di circa 4 milioni di euro.

In questo scenario, la Consulta delle costruzioni è intervenuta, come detto, a gamba tesa. Eppure, a noi risulta che l’Unione industriali non fosse d’accordo con l’iniziativa e abbia protestato. Anche alcuni Ordini professionali hanno bollato la vicenda come Kafkiana e si sono tenuti lontani. Pare che il vero promotore sia stata l’ACEN. Perché?

Forse la risposta è contenuta proprio nella lettera che, dopo aver drasticamente contestato il PRARU e il concorso di idee, chiede che nelle more della bonifica siano consentite alcune realizzazioni per sostenere l’interesse imprenditoriale sull’area. Quindi, sottopone il caso del PTA. Ossia il Polo Tecnologico dell’Ambiente, un’iniziativa che coinvolge una quarantina di aziende e risale addirittura al 2008. “Pertanto, auspichiamo a stretto giro un confronto diretto e costruttivo sulla verifica di fattibilità economico-finanziaria del PRARU e sul PTA”.

Pare che il prossimo 9 gennaio sia prevista una riunione in Invitalia. Staremo a vedere. Certo è incredibile che, dopo 12 anni e decine di milioni investiti, le imprese non abbiano ancora ricevuto risposte. Altrettanto singolare è che all’improvviso, dopo aver tanto decantato il nuovo rilancio di Bagnoli, si dica che è stato tutto un bluff.

E in tutto questo la bonifica che fine ha fatto?