fbpx
Home Ambiente Decommissioning nucleare, Sogin accelera

Decommissioning nucleare, Sogin accelera

by Redazione
0 comment

 

La Sogin, la società pubblica che si occupa dello smantellamento delle centrali nucleari italiane, informa di aver “chiuso il 2021 con una previsione di avanzamento fisico delle attività di decommissioning degli impianti nucleari, grazie a un lavoro di efficientamento dei processi e delle azioni di risanamento intraprese, pari al 7,2%, ben oltre l’obiettivo di budget fissato inizialmente al 6,6%. Si tratta di un valore che, unito all’obiettivo di oltre il 10% per il 2022, porterà il cumulato del biennio ad oltre il 17%, una percentuale altissima se paragonata al 28,3% complessivo degli anni precedenti (1999-2020). Alla fine di quest’anno l’avanzamento fisico globale raggiungerà oltre il 45%, con un’accelerazione frutto di un profondo lavoro di efficientamento delle procedure e degli interventi”.

Un po’ come dire: finora ce la siamo presa comoda, ma adesso abbiamo accelerato.

“Procede anche – aggiunge la Sogin – l’attività di decommissioning più complessa, ossia quella che riguarda lo smantellamento del nocciolo del reattore della centrale nucleare del Garigliano, mentre il 31 dicembre scorso Sogin ha completato la fase 1 del Piano globale di disattivazione dell’impianto FN di Bosco Marengo, il primo impianto nucleare italiano nel quale la Società ha terminato le attività di decommissioning. Nell’Impianto Plutonio (IPU) del sito di Casaccia, Sogin ha portato invece a termine alla fine del 2021 lo smantellamento delle 56 Scatole a Guanti (SaG) che durante l’esercizio erano impiegate per attività di ricerca sulla produzione di elementi di combustibile nucleare a base di Plutonio”.

Quanto al Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e Parco Tecnologico, lo scorso 14 gennaio è terminato il dibattito pubblico sul relativo progetto e Sogin, sulla base degli esiti della consultazione, sta predisponendo la proposta di Carta Nazionale Aree Idonee (CNAI). Entro marzo 2022 sarà trasmessa al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE). Sarà poi quest’ultimo, dopo una serie di passaggi autorizzativi (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nucleare e la Radioprotezione – ISIN), ad approvare la Carta di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Una volta pubblicata, Regioni ed Enti locali potranno chiedere di approfondire ulteriormente l’argomento e proseguire il percorso partecipato di localizzazione del Deposito.

Larga la foglia, stretta la via…